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Quando il colore prende forma

Acqueforti, incisioni e acquerelli raccontano l’eccezionale sensibilità cromatica del maestro.

Acqueforti, incisioni e acquerelli raccontano l’eccezionale sensibilità cromatica del maestro animano i severi e suggestivi ambienti del Convento del Tau, sede del museo a lui dedicato nella città natale.

Marino Marini, nato a Pistoia nel 1901, è uno degli artisti di spicco nel panorama dell’arte moderna del Novecento. Dopo aver frequentato l’Accademia di Belle Arti a Firenze, insegna scultura alla Scuola d’Arte di Monza nel 1929 e, nel 1940, diventa titolare di una cattedra all’Accademia di Brera.

Al suo impegno accademico alterna nel tempo numerosi viaggi all’estero, accompagnato a partire dal 1938 dalla moglie, Mercedes Pedrazzini, affettuosamente rinominata Marina. Sono viaggi durante i quali entra in contatto con l’arte internazionale, avendo occasione di conoscere le maggiori personalità contemporanee che contribuiranno ad arricchire e stimolare la sua ricerca artistica.

La forza espressiva del suo linguaggio, profondamente legato alla scultura antica e in particolare a quella etrusca, pervade le opulente “Pomone”, trapela nel drammatico equilibrio dei cavalli e dei cavalieri e nell’indagine psicologica dei ritratti, opere che hanno trovato spazio nelle molteplici esposizioni temporanee e nei musei di tutto il mondo.

Marino_Marini

Nel 1979 si inaugura a Pistoia il Centro di Documentazione dell’opera di Marino Marini, che dal 1989 viene collocato nell’antica sede, interamente restaurata, dell’Ordine Ospedaliero di Sant’Antonio Abate. Le realizzazioni di Marini invadono così i suggestivi ambienti del Convento del Tau, in corso Amendola, dal cortile alla chiesa medievale dove a Cavalieri e Pomone fanno da sfondo coloratissimi dipinti trecenteschi. Nel museo è custodita l’intera collezione dell’opera grafica di Marini, circa 350 pezzi tra acqueforti, incisioni, puntesecche, in parte esposte e in parte destinate a mostre temporanee, che testimoniano l’evolversi del pensiero artistico dell’artista pistoiese, ed inoltre un’imponente gipsoteca, che raccoglie ritratti in gesso di piccole dimensioni e un gruppo di gessi monumentali.

La raccolta comprende infine un cospicuo numero di disegni, acquerelli, tempere e tecniche miste, un “corpus” significativo che culmina nel grande olio del 1964, l’Incontro, dove si rivelano la straordinaria qualità di Marini pittore e la sua grande sensibilità cromatica.

I severi spazi conventuali si animano così dei colori e delle forme dell’artista e lo stretto rapporto tra la pittura e la scultura – “non comincerei mai una scultura senza passare dal colore” -, si evidenzia anche nelle opere in bronzo come la Giovinetta del 1938, le tre Pomone del 1943, il Cavallo del 1945 e la prima versione in argento del pregevole ritratto di Igor Stravinskij del 1950.

Il Museo Marino Marini si lega idealmente all’omonimo museo fiorentino (che espone l’opera scultorea dell’artista), inaugurato nel 1988, pochi anni dopo la morte di Marini, avvenuta a Viareggio nel 1980.

Centro di Documentazione

e Fondazione Marino Marini

Corso Silvano Fedi, 30 – Pistoia

Tel. +39 0573 30285

www.fondazionemarinomarini.it

 

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