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Valli di Piteglio fra natura e riti della fede

La Madonna del Latte e la devozione delle gestanti.

La primavera è il momento più propizio per scoprire luoghi dove tradizioni, di origine antica, s’incrociano con la bellezza del paesaggio e preziosi patrimoni d’arte.

A Piteglio, sulla Montagna Pistoiese, e nell’intero suo comune, per esempio, sono vivi stretti legami con la fede, che vedono nelle manifestazioni ricorrenti durante le festività pasquali grande e suggestiva partecipazione. A Calamecca il Venerdì Santo la popolazione passa per le vie del piccolo paese facendo suonare il batturone, particolare strumento di legno, con all’interno un meccanismo capace di produrre un suono utile a sostituire quello delle campane, come da prassi legate dal Giovedì Santo.

A Panicagliora, nel comune di Marliana, ma vicinissima al territorio piteglino, il Lunedì dell’Angelo si svolge la “Festa dell’ovo sodo”. Si inizia con la processione e la Messa ai ruderi della Pievaccia, nei pressi della Pieve di S.Andrea, a cui segue la benedizione delle uova e la “merendina”. Nel pomeriggio, per le vie del paese, vi è la sagra dell’uovo sodo.

Ma le manifestazioni più importanti sono a Piteglio (toponimo di stampo botanico, Petilium, fiore orientale; più remota l’ipotesi che derivi dal nome di un console dell’antica Roma, Petilus della gens Petilia) durante il giorno di Pasquetta, ricorrenza in cui si può vistare il campanile della chiesa di S.Maria Assunta, le famiglie giocano a “cocceto”, un gioco con le uova sode non ancora sgusciate.

Inoltre, si svolge la “Festa della farina dolce”, il cui prodotto, ricavato dalla macinazione delle castagne secche, si utilizza per cucinare necci e castagnaccio. Il momento più coinvolgente è però quello in cui si celebra la funzione religiosa legata alla reliquia, qui conservata, del Latte della Madonna, le cui gocce sono arrivate fino a Piteglio, come vogliono leggenda e storia, già nel sec. XIII.

La leggenda narra di un cavaliere crociato, che un giorno giunse qui, recando con sé un’ampolla contenente il latte del seno della Vergine Maria. Il popolo piteglino, da sempre legato al culto mariano, chiese al crociato di lasciare al paese la reliquia. Il cavaliere, rifiutò, così la gente locale decise di non farlo ripartire. Una notte, tuttavia, l’ospite cercò di fuggire con il prezioso oggetto. A un certo punto le campane cominciarono a suonare e il cavaliere, impaurito dal popolo, che gli stava andando contro, lasciò cadere il contenitore da cui fuoriuscì il latte sacro. La gente di Piteglio non poté far altro che raccogliere in un’altra ampolla sassolini ed erbe su cui erano cadute quelle ambite gocce.

Piteglio

La storia, invece, vuole che il latte fosse partito da Costantinopoli per arrivare a Piteglio, sempre grazie ad un cavaliere. La reliquia è conservata nella Cappella dedicata alla Madonna del Latte, all’interno della chiesa parrocchiale di S. Maria Assunta in cui è visibile anche la tela raffigurante la Vergine col Bambino Gesù, che tiene nella mano sinistra l’ampolla del latte materno. Nel mattino del Lunedì dell’Angelo, il parroco porta l’ampolla nella Pieve Vecchia dove si celebra la Santa Messa in onore del Latte Sacro. Una singolare funzione che richiama, anche da lontano, numerose donne gravide. Rivolgono, fiduciose, preghiere alla Madonna. Consapevoli che il latte materno è sempre un gran dono.

Le vallate che costituiscono il comune si presentano con spettacolari scorci visivi e attrattive storiche. Ripercorrendo alcune delle tappe del percorso che Francesco Ferrucci (valoroso condottiero della Repubblica Fiorentina) compì nel 1530, sul versante pesciatino del comune, troviamo Calamecca (dalla divinità Etrusca Kalanike), che ospita la chiesa di San Miniato. Scendendo ancora su questo versante non possiamo tralasciare Crespole, dove è possibile ammirare la chiesa di origine romanica, trasformata all’interno tra il 600 e il 700, dedicata a Santa Maria.

Lanciole, infine, ci introduce con lo stile della sua urbanistica, alla vicina e più nota “Svizzera Pesciatina”. Risalendo sulle orme del Ferrucci verso nord, ci si inoltra in una splendida tenuta boschiva, che il ricco proprietario terriero pistoiese Pellegrino Antonini lasciò in eredità al Comune di Pistoia. Spostandosi verso il vicino comune di San Marcello Pistoiese e seguendo le indicazioni per Lolle, si possono visitare il famoso ponte di Castruccio Castracani, risalente al XIV sec., e le antiche Dogane, ultimamente ripristinate e trasformate in punto di ristoro.

Del Comune di Piteglio fa parte anche l’antico borgo di Popiglio. L’origine del toponimo è incerta, si attribuisce a Numa Pompilio ma anche al console romano Popilius. A Popiglio si possono visitare la Pieve di S. Maria Assunta, testimonianza dell’arte romanica, il Museo Diocesano di Arte Sacra e il Teatro Mascagni, unico teatro sulla montagna. A monte del paese sorgeva la Rocca Securana, punto di difesa della quale restano oggi soltanto le due torri, visitabili. Nel trasferimento, s’incrocia il singolare Ponte Sospeso a Mammiano, vale la pena di farci una passeggiata.

TESTI
Carlo Bardini

FOTO
Carpe Diem – Abetonesport

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