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Piante arcobaleno

Querce, tigli, aceri, betulle, carpini, faggi e l’aria migliora.

Conosciute come il verde dai mille colori, le latifoglie sono piante arboree con foglie di diversa ampiezza e forma, che creano straordinari effetti visivi per gli accostamenti cromatici e le molteplici varianti di tonalità. Uno spettacolo della natura dalla bellezza effimera e incantevole, che si rinnova annualmente a causa della caduta del fogliame. Cadono dolcemente le chiome autunnali, a formare la lettiera. S’assetano sulla terra foglia dopo foglia, creando un morbido e fluttuante tappeto, capace sia di accogliere i passi di chi vi si addentra, sia di favorire pensieri, sensazioni, emozioni che consentono all’uomo una unione armoniosa con la natura. E’ il momento più bello della faggeta quello che anticipa i rigori dell’inverno. Il fermo immagine. Ma il tappeto resisterà per molto tempo se non sarà rastrellato.

Il ciclo riprenderà con i germogli di primavera, lo sviluppo e la crescita in rami, la piena maturità in estate e il distacco autunnale. Le foglie dopo aver fatto crescere l’albero con la fotosintesi clorofilliana, tornano al suolo e ,dopo un graduale e lento processo microbiologico di mineralizzazione, danno origine alle sostanze utili per la pianta stessa, attraverso l’assorbimento radicale: un ciclo che si rinnova e prosegue nel tempo da quando questi esseri viventi vegetali sono sulla terra. Se il primo impatto è quello visivo a far apprezzare molto questi alberi è,soprattutto, la consapevolezza del reale miglioramento della qualità dell’aria e del terreno che li fa preferire all’uomo da tempi remoti. Sono migliaia di foglie che formano la chioma degli alberi adulti e ancor più di quelli monumentali : ogni anno le foglie si rinnovano per tutto il ciclo vitale della pianta in rapporto al clima e al territorio, e, anche se per noi è un’abituale osservazione, è indubbio che si tratti di un fatto straordinario dal punto di vista biologico.

L’ultima fase del ciclo fenologico annuale è la più scenografica, ma è innegabile il fascino della chioma verde e completa, ombreggiante, del periodo estivo. In autunno inizia un graduale cambiamento del colore delle foglie fino a raggiungere, in molte specie, varietà di colori imprevedibili e presenti solo in questa fase. L’ultima esibizione di una bellezza destinata a svanire.

Latifoglie

Tra specie autoctone ed esotiche, con le loro numerose varietà botaniche e selezioni orticole a opera dell’uomo, c’è l’imbarazzo nello scegliere gli alberi da piantare. In linea di principio la preferenza si basa sulle diverse esigenze delle specie e varietà, generalmente in rapporto alle condizioni pedo-climatiche e ambientali del luogo di impianto . Oggi questo aspetto appare di fondamentale importanza, soprattutto, quando si tratta di rinverdire aree urbane, spesso, caratterizzate da atmosfera inquinata, da compattazione del suolo, con volumi a disposizione della chioma limitati, a volte obbligati.

La magia della riproduzione degli alberi, necessaria alla loro propagazione e coltivazione avviene nell’azienda vivaistica. Qui si parte dalle semine, dalla moltiplicazione vegetativa per talea, per innesto o con altre tecniche agamiche, in funzione della tipologia di prodotto che si vuole ottenere . L’intento è di creare piante da seme con variabilità desiderata, particolari selezioni di alberi aventi requisiti specifici, sia di carattere ornamentale (forma della chioma compatta), sia funzionale (resistenza all’inquinamento atmosferico) e fitosanitario (resistenza a specifici parassiti).

Ottenuti esemplari di nuovi alberi, da pochi cm di circonferenza del fusto fino a esemplari maturi con tronchi di 30 e più cm, si immettono sul mercato. La richiesta prevalente, al momento, privilegia soggetti giovani, ben strutturati nel tronco e nella chioma, con apparato radicale ben ramificato, con fusto di circonferenza mediamente di 14-18 cm.. Le piante per esprimere appieno la loro bellezza e magnificenza hanno necessità di opportuno spazio, sia nel suolo, sia nell’aria, altrimenti, manifestano il loro disagio. Alberi capitozzati, malformati e, in sintesi, destinati alla decadenza, possono essere la conseguenza. Attenzione alle distanze di piantagione, quindi, sia tra una latifoglia e l’altra, sia dagli edifici e le infrastrutture; potrebbero sorgere problemi di invadenza futuri, con danno alle piante e a ciò che le circonda.

La disattenzione sarebbe un inutile spregio, fatto a uno dei nostri potenti “numi tutelari”, perché più piante vivono intorno a noi e più vita sana è garantita per il genere umano.

Per informazioni – For information:

Giorgio Tesi Group

via di Badia, 14 – 51100 – Pistoia

Tel. +39 0573 530051 – info@giorgiotesivivai.it

www.giorgiotesivivai.it

TESTO

Carlo Vezzosi

FOTO

Nicolò Begliomini

 

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