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Il sapere è forza e gioia

Andrea Dami ci racconta la Biblioteca Forteguerriana, il più antico e importante centro culturale della città.

Il portone è in piazza della Sapienza, gli affacci su via delle scuole normali. Carducci vi salì in cattedra. Dell’Alighieri conserva il Dante di Foligno (1472), la celebre Divina Commedia stampata in Umbria da Johann Numeister ed Evangelista Angelici. Possiede la Hypnerotomachia Poliphili di Francesco Colonna, pubblicata nel 1499 a Venezia da Aldo Manuzio e considerata la più bella opera del mondo. Possiede un prezioso Ottateuco, che fa parte di un nucleo importante di codici etiopici, esposto a Ca’Foscari nel 2009, fra i pezzi forti della mostra “Nigra sum sed formosa”. Possiede la Miscellanea drammatica, una collezione di testi teatrali dal 1500 al 1928, molti dei quali introvabili altrove.

Con 220.000 volumi e opuscoli, 1300 manoscritti, 126 incunaboli, 3300 cinquecentine, 2700 stampe, 900 disegni, 3500 fogli volanti e 3600 fra cartoline e fotografie la Biblioteca Forteguerriana di Pistoia è luogo di una tale ricchezza da stupire il visitatore tardivo.

«Pochi conoscono questo posto – spiega Andrea Dami, artista e presidente degli Amici della Forteguerriana, un’associazione appena fondata per conservare e diffondere il patrimonio della biblioteca – Il nostro sogno è che ritorni a essere il centro culturale di Pistoia. La città ha bisogno di questo, per coordinare le iniziative e per un’apertura internazionale».

Dami e la moglie Anna sono cresciuti alla Forteguerriana: «Per noi è sacra. E’ stata la nostra casa culturale».

Biblioteca Forteguerriana

In tempi recenti l’abitudine di studiare nell’edificio voluto dal cardinale Niccolò Forteguerri (1419-1473), affinché anche i poveri potessero andare a scuola, è passata. Ma ora gli Amici vanno alla riscossa e sono in cerca di mecenati e di ragazzi. Di mecenati che adottino i libri da restaurare: una rilegatura, per esempio, costa mille euro. Di ragazzi perché capiscano che il sapere è una forza e una gioia.

Alcuni lo sanno già e lo raccontano. Lorenzo Sartori, del Classico, ha fatto una conferenza sulla filosofia vista da un diciottenne, mostrando letture approfondite e una predilezione per la libertà. «Ha invitato solo le persone interessate e al suo insegnante non ha detto niente fino alla sera prima, per non essere influenzato» dice Anna Dami. Dare la parola ai ragazzi è una delle iniziative degli Amici: Emilio Bartolini, Camilla Buralli e Chiara Chiti, sempre del Classico, hanno trattato di Machiavelli e l’Italia.

Nel 2007 la Forteguerriana si è divisa dall’altra biblioteca comunale, la San Giorgio, e quella che per secoli è stata la sala di lettura adesso è uno spazio-conferenze dedicato a Giuliano Gatteschi, l’architetto che ne curò gli ampliamenti nel ‘700. Teresa Dolfi la dirige proprio dal 2007, ma ci lavora dal 1982 e fa da guida di sala in sala con l’orgoglio che spunta piano piano dalla timidezza. Illustra le raccolte: la sozomeniana, la Martini, la Puccini, la Chiappelli. Fra gli scaffali l’aria è profumata e non è il profumo metaforico della conoscenza, ma quello dei libri ordinati, spolverati da mani esperte e, quando necessario, protetti in speciali contenitori.

Non sa di muffa, la Forteguerriana: è fresca e, come tutte le cose antiche, pronta per il futuro.

Libri antichi, unici. E nuove tecnologie. Così gli Amici della Forteguerriana immaginano il futuro e sognano di costruire una cittadella della cultura intorno alla biblioteca comunale. L’associazione è nata il 9 marzo del 2011 ed è sostenuta da un socio speciale: l’Accademia del Ceppo, promotrice dell’omonimo e prestigioso premio letterario annuale.

«Vogliamo studiare e proporre iniziative e progetti per favorire la conservazione e il potenziamento delle raccolte della biblioteca, con particolare riguardo ai fondi antichi e alla documentazione locale, e diffonderne la conoscenza nel modo più ampio possibile – spiega sempre, Andrea Dami, con vicino sua moglie Anna-. E vogliamo collaborare attivamente agli interventi che la biblioteca mette in atto, periodicamente, per valorizzare il proprio patrimonio».

Con i titoli di “Incontriamoci” e “Incontriamoli”, gli Amici hanno già organizzato due cicli di conferenze affidate a storici e professori universitari nel primo caso, e a liceali nel secondo. Tutte molto riuscite.

«Quando è stato possibile abbiamo presentato al pubblico anche i volumi inerenti all’argomento trattato – continua Dami che vuole ricordare l’etimologia della parola amico-. Amicus è associabile anche ad amare e mi auguro che molti enti e molte persone per amore del libro ci sostengano contribuendo a mantenere viva l’attenzione su questo luogo che è parte integrante della storia e della cultura di Pistoia».

TESTI

Francesca Joppolo

FOTO

Fabrizio Antonelli

 

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