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I della Robbia raccontati da Marietta Cambareri

10 mila visitatori e oltre 300 accessi al giorno: la Visitazione di Luca della Robbia ha conquistato tutti.

Entrando nella chiesa di San Leone in un silenzioso e tranquillo venerdi pomeriggio, si riesce ad immergersi a pieno, ad “avvicinarsi alla bellezza” della Visitazione di Luca della Robbia, rimanendone affascinati.
Marietta Cambareri è un ospite speciale. Americana, è arrivata dagli Stati Uniti per ammirare l’opera restaurata nella nuova collocazione in San Leone.
Marietta non è una turista qualunque ma la curatrice e organizzatrice della mostra al Museum of Fine Arts di Boston “della Robbia. Sculpting with Color in Renaissance Florence”. L’esposizione è la prima esibizione di sculture robbiane nel Nord America e ha suscitato un grande interesse nella stampa statunitense (ne ha parlato perfino il New York Times) e in tantissimi turisti.

“It’s amazing, so beautiful” esclama non appena varca la soglia di San Leone. La Cambareri è anche l’attuale curatrice delle arti decorative e sculture europee del MFA che da anni segue le ricerche e le iniziative di Giancarlo Gentilini, il maggior studioso di della Robbia. “L’idea della mostra di della Robbia in America è nata perchè dal 1880 fino al 1920 c’ era una marea di opere robbiane che arrivavano in America e che nessuno però pensava di raccogliere in una mostra. Sapevo che in Italia c’erano delle mostre bellissime realizzate da Giancarlo Gentilini ad Arezzo (nel 2009) e a Fiesole ma negli States niente. Riuscire a crearne una, data l’elevata quantità di opere, il fatto di averlo studiato ed esserne un’appassionata è stata la spinta finale a convincermi a fare assolutamente un’esposizione su questo grande maestro”.

 

Cosi Marietta ha iniziato a raccogliere il materiale per la mostra di Boston che conta 46 opere scolpite nella bottega di famiglia, provenienti da venti musei statunitensi e da quattro italiani (Uffizi, Bargello, Oratorio di San Tommaso d’Aquino di Firenze, San Giovanni Fuorcivitas di Pistoia). “Durante le ricerche ho scoperto che la Visitazione è stata studiata da uno studioso americano molto importante, Allen Marquand, che per la prima volta riscoprì Luca della Robbia e questo mi dava il coraggio di chiedere ai vari musei queste opere stupende: c’era un legame forte con gli Stati Uniti. Devo ringraziare anche Maria Cristina Masdea che vedo un po’ come l’angelo di questa mostra, che ci ha sostenuto molto a Boston. A quel punto la Visitazione ha cambiato la mostra perchè ne è diventata protagonista, il cuore stesso, portando l’esposizione da “I della Robbia in America” a “della Robbia” e basta”.
Gli americani quindi come hanno reagito all’approcio con questo tipo di arte, per certi aspetti molto lontana dalla loro cultura? “Hanno reagito in maniera molto positiva – continua sorridente Marietta Cambareri – il New York Times l’ha recensita con grande emozione, anche il Washington Post, ma la cosa più bella era notare quando le persone arrivavano e vedevano con i loro occhi la Visitazione l’emozione che questa suscitava. Erano commossi, l’impatto è stato immediato”.

Parlando invece alla Cambareri studiosa sono molti gli aspetti che la affascinano dell’arte dei Della Robbia: “Per me che ho studiato e studio il Rinascimento l’arte di Luca è sempre stata affiscinante. L’uso del colore, l’emozione che mi trasmettono queste terracotte è da sempre stata forte. Le sue opere non sono state molto apprezzate anzi, diciamo che è da un tempo relativamente breve, circa trent’anni, che viene studiato. Forse le persone, perchè vedono che ci sono veramente tante opere, perchè notano una grande produzione artistica non pensano che siano cosi belle o capolavori. La “Visitazione” invece non penso che sia un capolavoro di della Robbia o del Rinascimento, è un capolavoro in assoluto.
Inoltre a qualcuno la sua produzione artistica può sembrare un po’ kitsch, ma in realtà sono tutti pezzi incredibilmente sorprendenti di scultura rinascimentale italiana, e in questa collocazione i visitatori hanno l’occasione di osservarla più da vicino e di apprezzarne la complessità. Penso che qui in San Leone si riesca davvero a far partecipare il pubblico in questo abbraccio molto intenso, raro per l’arte rinascimentale. Bellissimo e coinvolgente”.

 

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