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Costruire una cultura insieme

Dal 2019 Pistoia Musei, oggi Fondazione Pistoia Musei ETS, opera per restituire alla città di Pistoia e a chi la visita un importante patrimonio storico e artistico. Le sue quattro sedi sono il Museo dell’Antico Palazzo dei Vescovi, il Museo di San Salvatore, Palazzo de’ Rossi | Collezioni del Novecento e Palazzo Buontalenti. Questi luoghi ospitano alcune delle più significative collezioni d’arte e oggetti antichi pistoiesi che attraverso la loro graduale musealizzazione stanno finalmente tornando visibili. Palazzo Buontalenti è invece la sede dedicata alle mostre temporanee come quella dell’artista Daniel Buren che aprirà a marzo 2025. Negli ultimi decenni il ruolo dei musei è profondamente cambiato. Evolvendosi da luoghi di conservazione ed esposizione a realtà dinamiche che mettono al centro l’educazione e la formazione per tutti, i musei interpretano i bisogni della società di oggi e le sue complessità. Nel rispetto di questa rinnovata identità, le attività nei musei non si limitano a trasmettere informazioni ma puntano a stimolare il pensiero critico sul tempo passato e presente, a coinvolgere i pubblici e a offrire esperienze diversificate che vadano oltre la sola contemplazione degli oggetti esposti, sebbene l’esperienza diretta delle opere resti un elemento imprescindibile.
Visitare un museo offre qualcosa di diverso rispetto all’apprendimento mediato dai libri e dalle riproduzioni. Il museo oggi è pluralista e le sue attività educative si declinano a seconda delle diverse necessità di chi lo fruisce: visite dialogiche, laboratori, incontri tematici, progetti interdisciplinari e collaborazioni di medio e lungo termine creano le condizioni per rendere più accessibile l’incontro con l’arte e con il patrimonio culturale. Queste attività costruiscono il contesto giusto a esperienze significative che sopravvivano nel tempo spostando, un centimetro alla volta, il nostro punto di vista sul mondo. In sostanza, possono cambiarci la vita migliorandola. L’obiettivo non è solo quello di avvicinare i visitatori alle opere d’arte o alle testimonianze del mondo passato, ma di promuovere insieme una loro comprensione più profonda e personale, facilitando il dialogo e la riflessione. In quest’ottica, il museo si configura come un luogo di apprendimento attivo, dove possiamo prendere parte a un processo di confronto e di scoperta. Come fanno i musei a rendere questo possibile?
Per prima cosa è necessario abbassare la soglia di accesso a certi contenuti senza banalizzarli, facendo percepire il patrimonio culturale una proprietà collettiva anche quando questo proviene da una collezione privata. Per farlo è necessario costruire un contesto accogliente, inclusivo e che fornisca il tempo e gli spazi sufficienti per un’esperienza che sia anche piacevole e coinvolgente. Con questi obiettivi in mente Fondazione Pistoia Musei si è dotata recentemente di nuovi spazi come gli Atelier di Palazzo Buontalenti dove sono realizzate una parte delle attività laboratoriali per famiglie, classi scolastiche e per chiunque voglia avvicinarsi all’arte anche attraverso la sua pratica. In
questi spazi sono ospitati con regolarità incontri e atelier serali con artiste e artisti provenienti da tutta Italia a cui chiunque può partecipare a prescindere dalle proprie competenze. La pratica artistica proposta negli atelier è una declinazione dei modi con cui si sperimentano i sensi all’interno di un percorso museale e di come questo si traduca in diverse forme di conoscenza. Mettersi di fronte a un dipinto e parlarne con altre persone permette di scoprire il mondo di cui questo oggetto si fa tramite, di conoscere noi stessi che mettiamo alla prova la nostra sensibilità e capacità interpretativa, e gli altri che sono con noi in quel momento. È quello che succede nelle attività per famiglie proposte da Fondazione Pistoia Musei. Adulti con bambini possono partecipare a una delle tante visite che terminano con un laboratorio pratico, come Tutto il mondo addosso ideato in collaborazione con l’artista Zoè Gruni e con suo figlio Libero.
Alle famiglie è dedicato anche il Family Kit gratuito disponibile all’ingresso delle Collezioni del Novecento di Palazzo de’ Rossi.
Grazie a queste proposte genitori e figli scoprono e si scoprono, perché calati a operare insieme in un contesto diverso da quello domestico o scolastico. Ognuna di queste attività mette al centro la costruzione autonoma ma condivisa del significato degli oggetti esposti al museo. Si tratta di un risultato importante quando ci si trova di fronte a un’opera d’arte o a un reperto archeologico, perché dimostra che il museo non ostacola ma facilita la nostra capacità di metterci in relazione con ciò che contiene e questo non sempre è possibile. Anche coloro che frequentano molti musei spesso non riescono a costruire una relazione approfondita con quello che vedono per i motivi più svariati: le opere sono troppe, il percorso è lungo, c’è troppa gente, ci sono molte distrazioni, i contenuti sono poco comprensibili, si ha poco
tempo. La visita del museo per essere proficua ha bisogno del giusto tempo. Le attività per le scuole di Fondazione Pistoia Musei, per esempio, sono scandite in poche tappe, per dare vita a una relazione piacevole ma profonda con le opere.
In base all’età dei partecipanti sono scelti il linguaggio, gli esempi e gli obiettivi. Viene sempre fornito il contesto storico di riferimento ma il significato dell’oggetto si costruisce insieme attraverso un’osservazione di gruppo. Osservando con calma emergono elementi nascosti e inaspettati: nell’arazzo millefiori compaiono creature aliene; della testa del Battista nella scultura di Giovanni Pisano stupisce la quieta normalità di un morto ammazzato; l’Allegoria della Vita Attiva di Giacinto Gemignani diventa la storia di molte studentesse e studenti che cercano di capire come trovare una strada nel futuro. Portare nel presente il passato significa anche costruire insieme un’idea di cultura che non trovi nei musei il punto di arrivo in forma di display dei meriti di chi ci ha preceduto, ma un punto di partenza per sperimentare il nostro stare nel tempo di oggi, come individui e come membri di una società democratica. Per farlo il museo si mette in dialogo con le comunità in cui è immerso e con queste cambia. Il piacere dell’arte, il progetto per persone con Alzheimer e chi se ne prende cura di Fondazione Pistoia Musei, ha avuto il merito di farci testare in prima persona quale ruolo può assumere un museo nei confronti della collettività partendo da chi rischia di essere marginalizzato.
Le necessità specifiche dei gruppi partecipanti a questa iniziativa hanno poi influenzato le modalità e i tempi di lavoro con altre categorie di pubblico, in primis le scuole, e molte altre riflessioni sul nostro lavoro. È successo anche con Fuori Programma, la proposta di PCTO, o alternanza scuola lavoro, per le classi di scuola secondaria di secondo grado di Pistoia e provincia.
Dall’entusiasmo e dalle necessità di alcune tra le centinaia di partecipanti degli ultimi due anni di progetto, sta nascendo un nuovo percorso dedicato ai giovani e alle giovani tra i 18 e i 23 anni che desiderano mettersi al servizio dei musei con le loro idee e desideri, per contribuire in quanto membri attivi allo sviluppo culturale del proprio territorio.
Noi non vediamo l’ora di iniziare per scoprire insieme a loro quello che succederà.

Testo Alessio Bertini
Foto Lorenzo Marianeschi, Giulia Del Vento, Giancarlo Barzagli, Marco Vagnetti

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