È uno dei festival musicali più longevi d’Italia. Ecco come tutto è iniziato.
Forse gli impavidi organizzatori che nel luglio 1980 ebbero il coraggio di chiamare in una assonnata città toscana alcune delle leggende della musica internazionale, mai si sarebbero sognati un futuro così roseo.
Sì perché il Pistoia Blues, che nei primi giorni di luglio darà il via alle 37esima edizione, ne ha visti di miti viventi passare da Piazza Duomo.
Agli albori il festival portò sulla scena Muddy Waters, B.B. King, Fats Domino, Dizzy Gillespie, Joe Williams, Alexis Korner: incredibilmente (o forse no) i grandi nomi richiamarono per le strade di Pistoia e sotto il Palazzo di Giano migliaia di giovani pronti a colorare la città, con qualche eccesso non sempre gradito agli abitanti del centro.
Il successo della prima edizione spinse gli organizzatori a continuare nel viaggio, riuscendo in pochi anni a fare di Pistoia una delle capitali della musica internazionale blues. Tra alti e bassi, spostamenti di location e proteste, il festival ebbe sul suo palco prima della fine degli anni ’80 talenti immortali come John Mayall, Frank Zappa, Jackson Browne, Buddy Guy, James Cotton, Albert Collins, Rory Gallagher, Jimmy Page.
Se nella prima decade il Pistoia Blues fu molto attento alla scena afroamericana, negli anni Novanta si iniziarono a coinvolgere artisti non necessariamente vicini a questo genere, ma altrettanto leggendari: a far impazzire il pubblico arrivarono Jerry Lee Lewis, Van Morrison, Bob Dylan, David Byrne, John Mayall, Robert Plant, Patti Smith, Jethro Tull, Deep Purple, Santana, Lou Reed, Joe Cocker, Greg Allman, Ben Harper e Lenny Kravitz, solo per citare i più famosi (e nemmeno tutti!).
Oggi il Pistoia Blues strizza ancora di più l’occhio al mainstream (quest’anno in programma ci sono i concerti Mika e degli Skunk Anansie) e alle band rock e metal, ma non smette di essere uno degli appuntamenti chiave dell’estate di ogni pistoiese e amante della musica.
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Per le foto si ringrazia www.pistoiablues.com