Tutt’acurve, due strade raccontano

 

Quarantacinque racconti firmati da ventiquattro autori diversi, un libro corale e anche un riconoscimento, che testimonia un lungo amore per il territorio e per la comunità che lo abita. Si chiama Tutt’acurve, storie e leggende salendo lungo le statali  66 della Lima e 12 dell’Abetone ed è il primo libro di Letterappenninica.

Un progetto che è diventato realtà grazie al contributo fondamentale della Fondazione Caript, a cui si è aggiunto quello di Giorgio Tesi Group con i progetti DiscoverPistoia e Naturart.

A presentarlo martedì 23 Luglio, nella sede della Fondazione Caript, il Presidente di Letterappenninica Federico Pagliai, il Presidente della Fondazione Luca Iozzelli e il Responsabile comunicazione della Giorgio Tesi Group Nicolò Begliomini. Hanno partecipato per Letterappenninica il segretario Mauro Banchini Cesare Sartori che ha curato il libro, Pia Benedetti e Stefano Fiori.

Un’antologia di racconti a cui hanno collaborato penne importanti come Fiorenza Sarzanini, Davide De Michelis e tanti altri, scrittori di mestiere, giornalisti e accaniti camminatori, appassionati di queste montagne e di queste valli che hanno raccontato, a modo loro, “quel mondo di sopra dove l’aria è più fina”, come scrive Sandro Campani nella sua prefazione.

Questo volume è, prima di tutto, un gesto d’amore per una comunità e per un territorio.

“La nostra montagna è un gioiello che va valorizzato e questi racconti fanno subito rinascere nel lettore pensieri legati a un territorio bellissimo – ha detto Luca Iozzelli – L’obiettivo, che deve essere comune, è riportare all’attenzione dell’Italia un pezzo di Appennino che è un luogo unico”.

“Letterappenninica prova a salvare qualcosa della vita di questi crinali – ha spiegato, con la carica profonda che motiva tutto il suo gruppo, il presidente Federico Pagliai – con una punta di malcelato orgoglio, ma con emozione, pubblica questa antologia di racconti, scritti da una moltitudine di autori accomunati dalla grande passione per questo fazzoletto di terra e per i paesi che stanno a cavalcioni dell’Appennino tosco-emiliano, disseminati lungo quelle due strade, la 66 e la 12, appunto in salita e tutt’acurve”.

“Creare delle reti fra soggetti virtuosi del territorio porta sicuramente risultati – ha aggiunto Nicolò Begliomini – Credo sia l’inizio di un percorso da fare insieme. La montagna deve rialzare la testa e c’è un fermento positivo che dobbiamo concretizzare”.

Giovanni Capecchi, docente universitario e profondo conoscitore di letteratura e letterati che si sono occupati della montagna pistoiese (da Tommaseo a Palazzeschi, da Pirandello a Manzini), nella sua presentazione del volume mette in evidenza il valore e l’originalità dell’esperienza letteraria “collettiva”, ma anche l’esigenza etica di salvaguardare la memoria che motiva la pubblicazione.  “Non è solo il fascino dei paesaggi a far scaturire il bisogno e l’impegno del racconto; e non è solo la ricchezza delle storie che si possono raccogliere sui monti che ha spinto e che spinge a prendere carta e penna – afferma Capecchi – La scrittura è legata anche alla fragilità di un contesto, alla consapevolezza che certe storie se ne andrebbero con i loro protagonisti se non intervenisse la parola messa sulla carta”.

Incamminarsi in queste pagine, accompagnare questo viaggiatore collettivo con cagnetta Alcolica al seguito nella sua salita tortuosa e divagante, significa compiere un viaggio verso la vetta e salendo “c’è sempre un punto in cui cambia l’aria – scrive ancora Campani – e ti senti al riparo dal mondo di sotto, in un altro mondo che è il tuo”. Si incontrano lavori dimenticati – ghiaccio, carbone, castagne, bestiame – storie di ingegneri, emigranti, imprenditori illuminati e illuminanti e anche la Storia con la S maiuscola, “perché la guerra è salita su per questi monti e ne ha fatto teatro di battaglia”.

Attraverso le pagine del libro si percorrono vecchie strade che, per chi le conosce, sono insieme, croce e delizia. La bellezza sta nei luoghi attraversati, nell’antica sapienza delle genti che qui hanno vissuto e vivono. Anche Mauro Banchini riconosce nel libro l’opera collettiva di chi ama la montagna, di chi sa quanto il futuro di tutti possa essere migliorato da quello che oggi appare, ma certo non è, periferico e minore.

Gli autori sono Mauro Banchini, Pia Benedetti, Sura Bizzarri, Mirto Campi, Riccardo Carradori, Cesa & Crip, Davide Demichelis, Ivan Ducci (il Tarlo), Maurizio Geri, Pamela Giani, Andrea Lottini, Marco Mucci (Stinchi), Sandro Ori, Serena Ottanelli, Federico Pagliai, Marcello Pagliai, Paolo Piacentini, Cristina Privitera, Camilla Reggiannini, Fiorenza Sarzanini, Alberto Tognelli, Paolo Vannini, Alessandro Vergari, Saverio Zanni.

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