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Dalla scuola arancione alla cattedra rossonera

Massimo Allegri e Stefano Grani hanno intrapreso qui la via della vittoria.

Massimiliano Allegri, classe 1967 da Livorno, e Stefano Grani, ’66, di Pistoia: c’è una “strana coppia” al Milan che farebbe la gioia di Neil Simon.

Allegri, talentuosa mezzala oggi allenatore dei rossoneri, ha disputato una stagione nella Pistoiese in B, nel 2000/2001 (18 partite, 1 gol), indossato la maglia dell’Aglianese (tra D e C/2, 32 gare e 8 reti) e diretto la squadra neroverde. Grani, già esperienze con ciclismo e pallavolo, nel 2000/2001 massaggiava i muscoli dei calciatori della Pistoiese. Lì i due si sono conosciuti: da una reciproca stima si è passati a una sincera amicizia. Allegri non si è mai scordato di quel valente addetto al recupero degli infortunati, facendolo lavorare per Spal, Grosseto, Udinese, Sassuolo (promozione in serie cadetta), Cagliari e Milan, con la conquista di scudetto e Supercoppa Italiana. Li abbiamo incontrati a Milanello, la “Versailles sportiva”, sede del ritiro precampionato del Milan: uno stupendo centro, situato in collina a 300 metri d’altezza, a 50 chilometri da Milano e vicino a Varese, immerso tra piante secolari e fiori.

Allegri è uomo di mare, sveglio e intelligente, battuta pronta e sorriso malandrino. A Pistoia spese le residue energie di pedatore, contribuendo alla salvezza della squadra. Poi si trasferì ad Agliana: lì, consigliato da uno dei migliori amici, l’imprenditore Fabrizio Giusti, decise di intraprendere la carriera di tecnico. «Ho un ricordo positivo della Pistoiese – sostiene -. Una stagione iniziata così così (venne implicato con alcuni compagni e avversari nella presunta combine di Coppa Italia Atalanta – Pistoiese 1-1, ma fu assolto, ndr), terminata, però, con il mantenimento della categoria. Un’annata con 3 tecnici, Pillon, Caso e Nicoletti, diversi l’uno dall’altro. Con Caso provai pure a giocare da libero. A fine stagione smisi, poi a dicembre tornai ad allenarmi ad Agliana e feci 5 mesi in D, culminati con la storica promozione in C/2. L’anno seguente cessai subito l’attività agonistica, almeno mentalmente: a febbraio decisi di appendere le scarpe al chiodo». «Rino Gattuso, attuale ‘anima’ del Milan – s’intromette Grani – ricorda l’Allegri calciatore quanto a carattere. Conobbi Max a Pistoia: lamentava la pubalgia, che iniziai a curargli. Da allora siamo sempre stati in contatto: mi cercava, mi mandava giocatori bisognosi di assistenza, poi l’anno di Cagliari mi propose di seguirlo in Sardegna. Lasciai l’incarico di infermiere di sala ospedaliera al ‘Ceppo’ per il calcio, sport in cui opero, part-time e non, da 23 anni». «Mi fece tosto una buona impressione – dice Allegri di Grani -. Presto nacque quella sintonia che ci ha portato a girare l’Italia. Speriamo di proseguire a far bene e, se possibile, di indossare a lungo i colori del Milan, uno dei 3, 4 grandi club a livello mondiale».

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«Mi auguro di continuare a vincere con il Milan – gli fa eco Grani -. Sono tifoso juventino, ma mi diverto, nei momenti di relax, ad andare dagli amici, specie da ‘Fischio’ a Valenzatico, noto covo interista, a punzecchiarli. Ho un sogno: aprire uno o più studi professionali a Pistoia, godendomi mio figlio Lorenzo, 4 anni, e la mia compagna, Giulia».

«Ad Agliana – confida Allegri – ho trovato due veri amici: Giusti e Gianni Doni. Nei ritagli di tempo, vado a trovarli. Mi spiace per la Pistoiese in D e la scomparsa dell’Aglianese: per il blasone dei club e la storia delle città. Spero che tornino a buoni livelli». Padre della 16enne Valentina, appassionato di sci e Abetone, Allegri ammette: «A Pistoia ho imparato ad apprezzare piante e fiori».

Grani si divide tra Gallarate, Pistoia, ove vivono genitori e sorella, e Torre del Lago, terra d’origine della dolce metà.

Ritrae così Allegri: «Con le accresciute responsabilità, si è trasformato. È più posato, guida con fermezza lo spogliatoio. Guarda alla sostanza: ci sono calciatori che gli danno del tu e lui accetta, volentieri. I primi tempi da trainer viveva la partita con più trepidazione. Ora riesce a controllarsi e così, anche, dinnanzi a taccuini e microfoni». Grani, invece, non è cambiato. Ha due crucci: «Mi manca la Pistoiese sui quotidiani nazionali e Pistoia, capitale del verde, con poche piante esposte».

Si guardano e sorridono, Allegri e Grani, nuovi Matthau e Lemmon: prossimo traguardo, riportare il Milan in cima al mondo.

Lassù, statene certi, salirebbe anche Pistoia.

 

TESTO

Gianluca Barni

FOTO

Nicolò Begliomini

 

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