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Museo aperto

Una straordinaria urna etrusca in alabastro, lo splendido arazzo millefiori, l’enigmatico angelo ligneo di Giovanni Pisano, le suggestive tempere murali di Giovanni Boldini: questi alcuni dei capolavori conservati nel Museo dell’Antico Palazzo dei Vescovi che tornano visibili grazie al nuovo percorso espositivo Museo aperto, inaugurato a luglio 2023.
L’itinerario interessa i primi tre piani dell’edificio e accoglie un importante nucleo di opere – alcune già presenti in questi spazi, altre mai esposte prima – provenienti dalle collezioni di Fondazione Caript, Chiesa Cattedrale di Pistoia e Intesa Sanpaolo.

Mappe, materiali e pannelli informativi, insieme ad appositi QR code con approfondimenti online, accompagnano il pubblico in una visita che spazia dall’arte etrusca fino al 19° secolo, con tappe fondamentali nel Medioevo e nel Seicento.
L’Antico Palazzo dei Vescovi è indubbiamente uno degli edifici storici cittadini più affascinanti, anche per la sua storia: l’area su cui è costruito è stata in età antica terreno agricolo, per poi diventare strada, residenza del vescovo, condominio, banca, e infine museo. Negli ultimi anni sono stati avviati lavori di restauro e di ampliamento al termine dei quali tutto il palazzo sarà destinato a museo, con spazi educativi, depositi e uffici. Monica Preti, direttrice di Fondazione Pistoia Musei, ci racconta il nuovo allestimento di una delle quattro sedi del sistema museale, anticipando alcuni progetti futuri.

Mostra o nuovo museo: che cos’è Museo aperto?
È un progetto espositivo pensato per valorizzare le collezioni permanenti conservate nel Museo dell’Antico Palazzo dei Vescovi e per rendere nuovamente accessibili alcuni suoi spazi mentre prosegue il cantiere per la completa riqualificazione dell’edificio: un percorso impegnativo ma ben tracciato, che vedrà già nel 2024 un altro importante appuntamento con l’inaugurazione della nuova area archeologica, e che si concluderà nel 2026 con la riapertura dell’intera sede espositiva.
Questo edificio si è trasformato molte volte nel tempo: oggi sta di nuovo cambiando e Museo aperto è anche l’occasione per iniziare a immaginare come sarà il nuovo museo.

Quali sono le novità di questo allestimento?
Ve ne sono diverse e, in un certo senso, anticipano alcuni temi che saranno centrali nel progetto museografico futuro. Uno di questi è la convivenza e l’interconnessione di due percorsi di lettura paralleli: quello dei reperti e delle opere esposte, e quello architettonico e monumentale del loro “contenitore”, con spazi importanti dal punto di vista storico e artistico come la sagrestia di San Jacopo citata da Dante nell’Inferno, la cappella di San Nicola, e il sopraportico della Cattedrale con lo straordinario affaccio sul Battistero e su piazza del Duomo.


Un altro tema di riflessione, già presente oggi e che sarà ulteriormente sviluppato, riguarda l’utilizzo delle tecnologie multimediali per guidare il visitatore proponendo vari livelli di coinvolgimento e approfondimento. Nell’area archeologica, ad esempio, la tecnologia avrà la funzione fondamentale di contestualizzare le stratigrafie e i reperti ricomponendo i diversi scenari paesaggistici urbani e rurali di cui furono parte.
Il nuovo allestimento offre poi la possibilità di conoscere alcune opere esposte qui per la prima volta, come le due grandi tele di Giacinto Gimignani, parte di un nucleo di tredici dipinti conservati a Palazzo  Buontalenti che potrebbe essere incluso nel percorso permanente del futuro museo.

Torna in esposizione anche l’arazzo millefiori, una delle opere più rappresentative dell’Antico Palazzo dei Vescovi.
L’arazzo è certamente un manufatto artistico di eccezionale importanza e di grande impatto estetico per dimensioni, organizzazione compositiva, preziosità cromatica e sapiente esecuzione tecnica. Realizzato nelle Fiandre intorno al 1530, il nostro arazzo si differenzia dalla tipologia dei ‘millefiori’ per l’assenza di soggetti narrativi e per la centralità data agli elementi botanici, protagonisti assoluti insieme ad alcuni animali, tra i quali anche un unicorno. Vi si trovano oltre duecento piante di quaranta differenti tipologie, di cui molte identificate con certezza.


Le sue peculiarità lo rendono unico e, anche per questo, viene richiesto da importanti istituzioni culturali per eventi espositivi internazionali: nel 2022, infatti, è volato a Parigi per la mostra Végétal – L’ècole de la Beauté al Palais des Beaux-Arts, mentre in autunno prossimo sarà a Roma alle Scuderie del Quirinale per la
mostra dedicata a Italo Calvino nel centenario della sua nascita.
Una collaborazione prestigiosa che ci ha fornito anche un nuovo spunto di riflessione sull’arazzo: la sua assenza, infatti, sarà per noi l’occasione di mettere in scena un’installazione immersiva e interattiva realizzata dal collettivo artistico CamerAnebbia, che “immergerà” il visitatore dentro l’opera, in quel meraviglioso prato fiorito che tanto ci affascina.

Intervista a Monica Preti, Direttrice Fondazione Pistoia Musei

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