Si è recentemente concluso il parziale riallestimento della prima sala del Museo Civico d’arte antica in Palazzo Comunale, reso possibile dall’organico recupero, all’interno del percorso espositivo, di quattro importanti lastre scolpite, realizzate alla fine del Duecento da Giroldo da Como, un importante scultore di origini lombarde, molto attivo in Toscana, che registrò le prime rivoluzionarie novità della ‘scultura all’antica’ di Nicola Pisano.
I rilievi provenivano da un disperso monumento sepolcrale per la famiglia Ammannati un tempo nella chiesa di San Francesco, smantellato agli inizi del Seicento. Tre sono i pezzi figurati di questo nucleo, collocati per circa settant’anni su una parete del cortile di Palazzo Comunale (lapidario): la lastra centrale raffigura la Madonna col Bambino in trono, mentre nelle due laterali rappresentano Angeli turiferari con san Francesco e un altro santo, probabilmente Giovanni Evangelista.
La storia Le quattro lastre facevano originariamente parte di un’arca marmorea realizzata per Giovanni di Gherardino Ammannati, importante esponente di una delle più note e ricche famiglie di mercanti-banchieri pistoiesi della fine del Duecento. Nel testamento del marzo 1287 Giovanni prescrisse di essere sepolto presso la chiesa dei francescani, che a quel tempo era la piccola Santa Maria al Prato, ampliata poi nell’attuale San Francesco tra la fine del Duecento e al prima metà del Trecento.
La critica ha evidenziato che il monumento Ammannati doveva adottare una tipologia particolarmente innovativa e sperimentale: era infatti un’arca marmorea sopraelevata da terra con colonne, ispirata a modelli di Nicola Pisano. Un’antica e preziosa testimonianza di questo capolavoro smembrato è offerta dalle Historie (1628) del cronista pistoiese Pandolfo Arferuoli, che, agli inizi del Seicento, lo ricordava ancora integro davanti alla facciata di San Francesco. Queste le sue parole, che aiutano a ricostruire visivamente il monumento: “Fu sepolto questo Giovanni [i Gherardino Ammannati] in quella arca alzata da terra sopra alcune colonnette, e l’arca, e queste erano di bianchissimi marmi, con variate storie […], la qual seppoltura mi ricordo haverla veduta ne’ mia prima anni, et era a lato alla chiesa [di San Francesco] su la cantonata dinanzi la faccia di verso la strada del Corso […]”.
Arferuoli aggiunge infine che il sarcofago andò distrutto a causa di una violenta tempesta, a seguito della quale parte delle lastre furono immurate sulla fiancata della chiesa, tra cui lo stemma oggi recuperato: “[…] e poi […] a mio tempo per un terribilissimo vento fu gettata a terra, come si può ancora vedere per un pezzo di quell’istesso marmo posto appunto dove era situato detto sepolcro, nella quale è intagliata l’arme antica di detti Ammannati, posta lì per memoria […]”.
Oltre allo stemma, sull’angolo della facciata finirono immurati anche la lastra centrale con la Madonna col Bambino e quella di destra con San Francesco e l’angelo (qui attestate da una veduta settecentesca di Piazza San Francesco), dove rimasero fino alla metà del secolo scorso.
L’ultima lastra di sinistra, riusata capovolta nella pavimentazione della chiesa di San Domenico, tornò fortuitamente in luce solo nel 1931, in occasione dei restauri alla chiesa. Fu infine col riallestimento del Museo Civico nel 1956 che le quattro lastre entrarono a far parte delle collezioni civiche.
Il restauro In vista del prestito delle tre lastre figurate alla mostra Medioevo a Pistoia. Crocevia di artisti tra Romanico e Gotico, realizzata da Pistoia Musei per la cura scientifica di Angelo Tartuferi, Enrica Neri Lusanna e Ada Labriola, conclusasi il 29 maggio scorso, i rilievi sono stati sottoposti ad un intervento di restauro, finanziato dall’ente organizzatore e realizzato sapientemente dalla restauratrice Lidia Gallucci. Il fine è stato quello di recuperarne la leggibilità complessiva, rimuovendo o attenuando incrostazioni e fenomeni di degrado, consolidando la superficie e bloccando l’azione di agenti deteriogeni (come microlicheni) per una migliore conservazione.
Contemporaneamente è stata avviata una seconda, importante azione di tutela e valorizzazione promossa dai Musei Civici: il recupero e restauro della quarta e ultima lastra marmorea, conservata nei depositi del Palazzo Comunale. Essa raffigura lo stemma della famiglia Ammannati, con due eleganti e carnose zampe leonine incrociate, e, benché già nota agli studi specialistici, finora non era mai stata esposta al pubblico, né tantomeno ricongiunta alle altre lastre.
Grazie alla collaborazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, è stato così possibile non solo mantenere gli interventi allestitivi realizzati in occasione della mostra sul Medioevo pistoiese, ma soprattutto recuperare alla fruizione collettiva queste preziose testimonianze dell’arte pistoiese. Si è potuto così ricomporre almeno in parte l’importante monumento sepolcrale, dando nuova leggibilità e significato alle lastre di Giroldo da Como, oggi recuperate all’interno della prima sala del Museo Civico d’arte antica in Palazzo Comunale, dove ora sono visibili al pubblico al fianco di altri capolavori coevi provenienti dello stesso contesto, la chiesa di San Francesco. Da questa giungono, infatti, anche la celebre tavola del San Francesco e storie della sua vita, e soprattutto il rilievo con le Stimmate di San Francesco di Nicola Pisano, parte di un altro disperso monumento sepolcrale a cui il monumento Ammannati dovette ispirarsi.
Testo a cura di Musei Civici