Con l’intervento dal titolo “Nuove proposte per l’attività di Giroldo a Pistoia”, presentato dal conservatore Giacomo Guazzini, il 5 ottobre scorso i Musei Civici di Pistoia hanno partecipato
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Con l’intervento dal titolo “Nuove proposte per l’attività di Giroldo a Pistoia”, presentato dal conservatore Giacomo Guazzini, il 5 ottobre scorso i Musei Civici di Pistoia hanno partecipato alla giornata di studi “Giroldo. Uno scultore lombardo nella Toscana del Duecento” a cura di Annamaria Ducci e promossa dall’Accademia degli Euteleti presso Palazzo Grifoni a San Miniato (Pisa), in collaborazione con la Direzione Generale Educazione, Ricerca e Istituti culturali del Ministero della Cultura, la Diocesi di San Miniato e la Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato. L’evento è stato una preziosa occasione per rimettere a punto, attraverso una serie di comunicazioni mirate, il complesso percorso di un protagonista della scultura gotica toscana, Giroldo di Jacopo da Como, artista di origini lombarde, attivo in molte importanti città toscane quali Pisa, Lucca, Volterra, Massa Marittima e Pistoia, negli anni della rivoluzionaria diffusione dell’arte scultorea di Nicola Pisano.
Dopo i saluti istituzionali del Presidente dell’Accademia Luca Macchi e del Vescovo Giovanni Paccosi, Annamaria Giusti (Accademia di Belle Arti di Carrara) ha aperto i lavori, introducendo gli interventi tenuti da studiosi, docenti universitari e giovani ricercatori, tra cui Valerio Ascani (Università di Pisa), Giacomo Guazzini (Musei Civici di Pistoia), Letizia Badalassi (ricercatrice indipendente), Beatrice Nannipieri (Università di Pisa), Marco Collareta (già Università di Pisa) e Daniele Sorace (Accademia di Belle Arti di Carrara). La giornata si è conclusa con un’interessante visita al Museo Diocesano di Arte Sacra guidata dalla curatrice Elisa Barani. Nell’intervento di Guazzini sono state presentate nuove testimonianze dell’attività di Giroldo e della sua bottega a Pistoia, riconsiderando il percorso che condusse lo scultore in città: in primis il rapporto con le maestranze lombarde già presenti (Lanfranco da Como firma e data 1226 il fonte battesimale nel Battistero; Guido Bigarelli fa altrettanto nel pulpito di San Bartolomeo, tra 1239 e 1250), senza escludere il possibile coinvolgimento di personaggi di un certo rilievo, come Dego Cancellieri († 1293), importante politico pistoiese che nel 1273-1274 rivestiva la carica di podestà a San Miniato, per il cui Duomo commissionò proprio a Giroldo il pulpito (ora nel locale Museo Diocesano). Al nucleo già noto di opere di Giroldo, è stato possibile aggiungere un’importante opera delle collezioni civiche pistoiesi, ovvero una scultura frammentaria di San Pietro, qualità, appaiono riferibili alla tarda bottega di Giroldo da Como.
Nell’ultimo quarto del Duecento, a fianco di questa prolifica maestranza, presero sempre più piede artisti di cultura fiorentina, aggiornati ai nuovi modelli di Nicola Pisano. Tra questi vi fu Buono di Buonaccolto, responsabile nel 1266 del rinnovamento di Santa Maria Maggiore e del restyling di San Salvatore nel 1270. A questo ‘filone’ fiorentino, che inaugurò un nuovo corso dell’arte pistoiese, sembra di poter collegare anche un bel capitello immurato al primo piano dell’antico Palazzo del Podestà, raffigurante due eleganti teste maschili con berretto appuntito, identificabili forse con i Capitani del Popolo. L’elemento, sinora non noto, si conserva in una porzione di edificio ampliata nel 1292, termine cronologico ben calzante anche per lo stile delle sculture. Il capitello appare dunque riferibile a uno scultore locale d’ascendenza fiorentina, e si configura come un nuovo, interessante esempio di decorazione scultorea destinata ad architetture laiche cittadine, assai rara a Pistoia.
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