La politica della cultura torna a far sentire forte la sua voce in questo periodo di tensioni a livello europeo attraverso la SEC (Société Européenne de Culture) che torna ad organizzare un grande convegno internazionale che si svilupperà su tre giornate. La prima a Firenze, la seconda a Pistoia e, infine , a Collodi dove oggi la società ha la sua sede presso la Fondazione Nazionale Carlo Collodi.
La Sec nasce a Venezia nel 1950; l’iniziatore Umberto Capagnolo vedeva questa nuova società “come l’organo della funzione sociale attuale della cultura.” La cultura assumeva così una funzione essenziale di democrazia, di pace e di libertà, indissolubilmente legate, perché assolutamente interdipendenti. In tale concetto di cultura si riconobbero personalità come: André Breton, Marc Chagall, Jean-Paul Sartre, Benedetto Croce, Mircea Eliade, Karl Barth, Thomas Mann, François Mauriac, Giuseppe Ungaretti.
Nel periodo della guerra fredda, la Société si è impegnata a difendere il principio del dialogo e a promuovere la comunicazione intellettuale superando i “muri” che, in Europa, dividevano Est e Ovest. Oggi essa si interroga sulle molteplici questioni collegate ai futuri possibili della democrazia nel continente europeo, a fronte dei problemi inediti che la globalizzazione ci propone. Pier Francesco Bernacchi è il presidente Sec in carica: “Oggi la situazione è molto diversa e l’Unione europea, pur con i suoi limiti, rappresenta forse il maggiore elemento di novità e di realizzazione politica degli ultimi decenni. Ma non si può tacere che il cammino verso una reale unità è ancora lungo – spiega – L’Europa, poi, e non solo in senso geografico bensì anche culturale, continua a estendersi dall’Atlantico agli Urali, ora come allora. Gli attuali contrasti con la Russia, coagulatisi nella crisi ucraina, dimostrano che le tensioni di un tempo si possono ripresentare, in modi e forme che sono insieme vecchi e nuovi. Il convegno, in programma dal 24 al 26 marzo 2023, si propone di prendere in esame l’attuale contesto europeo nelle due accezioni sopraddette, alla luce della “politica della cultura” teorizzata e praticata alla SEC, per evidenziare le priorità di oggi per un’azione della cultura fondata sul dialogo, la consapevolezza e la responsabilità”. Hanno già dato la loro disponibilità ad intervenire: il filosofo Giuseppe Goisis e lo storico Francesco Leoncini, il giurista greco Charilaos Charakas, Michael Schäfer (docente di scienze politiche -Germania), Claude Brulant, (già funzionario della Commissione Europea -Francia), l’economista francese Michèle Favreau.