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Svelati arcaici misteri

La città sotterranea riportata finalmente alla luce.

Se non si ha consuetudine con questa area toscana per amare perdutamente Pistoia, e per sempre, basta arrivare nelle immediate vicinanze dell’accesso alla Pistoia Sotterranea.Quando, svoltando da una della vie che immettono in p.zza Giovanni XXIII, t’appare la facciata dell’Ospedale del Ceppo. Il difficile è riuscire a distogliere lo sguardo dal fregio robbiano rappresentante le sette Opere di Misericordia, che, collocato dall’inizio del ‘500 orna e caratterizza il frontespizio della costruzione pistoiese, in modo universalmente noto. Tanto che, per esempio, a Mosca, nella Tretyakov Gallery, ne è ammirabile una fedele riproduzione.Osservare le terrecotte policrome invetriate, merito del genio di maestri che operarono fra XV e XVI sec., inventori di tecniche conservative capaci di portale a noi intatte, è esperienza forte e indimenticabile.

La discesa nella città sotterranea, recentemente svelata, è a sinistra, sotto il porticato e vi si accede dal primo portone. Stiamo parlando della più lunga area sotterranea bonificata della regione, circa 1.200 metri, dei quali sono visitabili ben 650 metri, accessibili e godibili anche da chi necessita di strutture agevolate, sicurezze e tecnologie particolari. Inoltre un percorso tattile consente conoscenze ed emozioni non visive. Una complessa opera di risanamento e recupero della vasta area ipogea si snoda nel sottosuolo, che va da piazza del Carmine a via San Marco, la via del Ceppo, piazza San Lorenzo, via del Fiore e si insinua poi fra via dei Giardini e via dei Baroni. Penetrare nelle viscere della città consente di appropriarsi anche della sua storia, si segue l’alveo profondo del torrente Brana (poi Gora di Scornio), deviato già in epoca medievale per bonificare il Pantano a est del centro urbano, e in parte ricoperto con volte a botte nel Rinascimento, per sostenere la costruzione di strutture ospedaliere. Risalgono a epoca romana precedenti opere di bonifica con deviazione di un altro corso d’acqua, il Diecine. Il Brana fu indotto, prima a seguire la seconda cerchia di mura, fungendo da fossato e, dopo la costruzione delle terza cerchia muraria, trasfomato in gora funzionale al serivizio idrico. E’ però l’evolversi dell’urbanizzazione nei secoli ch’è ben leggibile, strati risalenti al ‘200 si fondono con testimonianze di edilizia successiva dei diversi secoli, in altezze che variano dai due ai sei metri. Volte, basamenti, residui di attrezzature idrauliche per opifici e frantoi, ponti romani e medievali, mura, torri della cinta muraria, conducono a saperi nuovi e intriganti, ma anche a effetti fantastici di visione fra il sotto e il sopra della città come in corrispondenza di piazza San Lorenzo.

Da non perdersi: nell’Ospedale del Ceppo è ammirabile il Teatro Anatomico, costruito nella seconda metà del settecento, piccolo e funzionale è un vero gioiello architettonico.

Pistoia Sotterranea

TESTI
Enza Pirrera
FOTO
Fabrizio Antonelli
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