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Macchina culturale per 400mila presenze

Non solo libri, ma anche 150 eventi e altrettanti film proposti in un anno.

«Pistoia e il miracolo della biblioteca»: così lo scrittore Franco Marcoaldi ha intitolato il réportage sulla Biblioteca San Giorgio apparso nel suo recente libro Viaggio al centro della provincia, in cui ha raccolto una selezione di emergenze positive in un Paese fatto non solo di rovine, scempi edilizi e degrado.

Un titolo del genere è evocativo e gratificante, ma rischia di non rendere piena ragione alla San Giorgio, perché il termine “miracolo” lascia pensare a qualcosa che è nato all’improvviso, per il portentoso intervento di qualche genio solitario capace di trasformare in un attimo un bel sogno in realtà.

Invece la San Giorgio è il risultato di un duro lavoro di squadra, che ha permesso di galvanizzare tante energie: quelle degli amministratori locali, che hanno creduto nel progetto di una grande biblioteca pubblica a Pistoia, destinando investimenti significativi alla sua realizzazione e la sua vita quotidiana (cosa tutt’altro che scontata, in un Paese come l’Italia che ama molto le inaugurazioni e poco le manutenzioni); le energie dei progettisti, che hanno saputo mirabilmente richiamare le atmosfere della vecchia fabbrica meccanica San Giorgio, reinterpretandole in una chiave innovativa e funzionale; le energie dei bibliotecari, che non si sono limitati a trasferire le collezioni librarie dalla sede storica nella nuova struttura, ma hanno interpretato daccapo il proprio ruolo di mediazione culturale, dando vita a nuovi servizi e costruendo un rapporto con i lettori all’insegna dell’ascolto e dell’accoglienza. Ma il vero grande protagonista di questa fabbrica della conoscenza, che troneggia a pochi passi dalla stazione ferroviaria di Pistoia, è il pubblico, ormai attestato tra le mille e le duemila presenze giornaliere.

Ragazzi con lo zaino accanto a signore anziane col cagnolino (sì, i cani possono entrare in biblioteca!), bambini vocianti e studenti universitari, donne velate accanto a ragazzine in pantacollant: il popolo della San Giorgio è colorato, festoso, allegro e variegato. Il vecchio stereotipo della biblioteca silenziosa e austera è stato fatto in mille pezzi: la grande Galleria centrale, con l’albero della conoscenza venuto dall’Olanda, il laghetto, le poltrone imbottite che compongono teatralmente la scritta “San Giorgio”, le opere d’arte disseminate ovunque, assieme agli ultimi arrivi di narrativa, musica e cinema, danno vita ad una grande piazza coperta dall’atmosfera viva e accogliente.

Biblioteca San Giorgio

E poi c’è il bar sempre affollato, le due salette cinema con una programmazione sempre nuova, le presentazioni di libri, i convegni, le mostre, i giochi, i corsi di lingue, il pronto-soccorso inglese (per chi ha bisogno di farsi tradurre al volo una versione per il giorno dopo); per non parlare degli Amici della San Giorgio, un gruppo affiatato di fan della biblioteca che organizzano spettacoli di burattini, giochi di lettura a premi, incontri con autori, e che dallo scorso dicembre hanno messo in piedi una efficiente squadra di “libropostini”, capace di consegnare a domicilio i libri richiesti dalle persone anziane o non autosufficienti.

Qualche numero: circa 170.000 i prestiti registrati nell’anno appena trascorso, circa 400.000 le presenze; 15.000 gli iscritti al prestito; 150 gli eventi ospitati nell’auditorium, e altrettanti i film programmati: una vera e propria “macchina culturale” sempre in movimento, accesa dalle 9 alle 19, anche al sabato, con qualche incursione notturna: ormai la “notte bianca” del 23 aprile (compleanno della biblioteca) è quasi diventata un appuntamento fisso per i cittadini, pronti a lasciarsi coinvolgere nei tanti eventi offerti fino a notte inoltrata.

Le aperture notturne di agosto dell’ultima estate hanno richiamato un buon numero di pistoiesi rimasti in città, ma interessati a trascorrere una bella serata al fresco in compagnia di ottima musica. Tutto perfetto? Certo che no. Molto ancora c’è da fare, per dare corpo ad un progetto culturale che a distanza di tre anni dall’inaugurazione è tutt’altro che concluso: l’ampliamento stabile dell’orario di apertura durante i giorni festivi è un’esigenza sempre più sentita da parte dei cittadini, così come l’incremento delle risorse tecnologiche, il completamento degli arredi, un ampliamento delle testate di quotidiani e riviste, anche straniere, l’attivazione di postazioni di auto-prestito per snellire le code. Tutte operazioni che richiedono un plus di risorse che a oggi risulta difficile poter garantire: ma la San Giorgio, anche se non per un miracolo, non ci sarebbe da meravigliarsi se riuscisse a trovarle.

In rete

vicina e lontana

La San Giorgio non è solo fatta di cemento armato, vetro e mattoni: è anche fatta di byte. Il suo portale web si presenta come una vera “versione virtuale” del grande edificio di via Pertini: qui si possono prenotare i libri, prolungare il prestito, fare domande, chiedere aiuto, lasciare commenti, consultare il calendario degli eventi e fare gran parte di ciò che si può fare nella “biblioteca vera”. La San Giorgio è anche su Facebook, con un profilo che raccoglie migliaia di “amici” pronti a seguirla anche su Twitter. Da settembre è attiva una newsletter settimanale che viene inviata per posta elettronica a oltre 10.000 iscritti. Da gennaio 2011 ha introdotto i codici QR nelle sue mostre e pubblicazioni a stampa, per permettere ai patiti degli Smartphone di saperne di più su ciò che succede lì dentro.

Nella pentola della San Giorgio bolle anche una Virtual Library che aiuterà gli studenti nelle ricerche e l’apertura di blog riservati agli amanti della lettura.

 

TESTI

Anna Maria Rasetti

FOTO

Fabrizio Antonelli

Archivio Biblioteca

 

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