Sculture dei più noti artisti contemporanei esposte nel parco della villa.
Sulle colline che sorgono lungo la via Montalese, che collega Pistoia con Prato, in località Santomato, si erge l’imponente facciata della villa di Celle. Le linee architettoniche dell’edificio, realizzato alla fine del Seicento per volere del cardinal Carlo Agostino Fabroni, sono visibili dall’intera piana pistoiese e ne costituiscono un punto cospicuo per chi si avvicini alla città venendo da Firenze.
La tenuta di Celle, oltre alla residenza principale, è composta da un giardino all’italiana con fontana e ninfeo, la cappella gentilizia, la voliera, la fattoria, la zona agricola, le scuderie e un grande parco ottocentesco di oltre 20 ettari che si estende sulla collina retrostante.
Il progetto di questo parco romantico – o come si diceva al tempo, all’inglese – fu affidato a Giovanni Gambini, architetto e pittore pistoiese al quale dobbiamo anche la sistemazione dell’attuale tribuna della cattedrale di Pistoia, nonché la progettazione dei ruscelli e dei laghi del parco Puccini di Scornio.
Il parco di Celle è una delle realizzazioni più originali e meglio conservate di quel particolare gusto estetico che animò il primo Romanticismo: in un contesto ambientale formato da essenze arboree di diversa varietà e sapientemente accostate, come se la natura stessa avesse dipinto su di una grande tela, si possono trovare laghetti con giochi d’acqua, un grande lago con isoletta, fontane, cascate, grotte e anfratti segreti, una casina del tè dalle forme neogotiche, un tempietto assiro-egiziano e uno circolare dedicato a Venere. Tutti elementi che dovevano destare stupore nel visitatore, che passeggiando lungo i vialetti alberati e le radure del bosco, si sarebbe inebriato di questo contatto con la natura, denso di sorprese e scorci pittoreschi.
La collezione Gori
Dalle prime opere realizzate a seguito di un convegno consuntivo con esperti e critici di fama internazionale, convocati da Giuliano Gori a Celle nel 1981, oggi la collezione conta più di settanta opere d’arte realizzate nel parco storico, nelle zone agricole di margine, negli spazi interni della fattoria e in altri ambienti adibiti a esposizioni permanenti e temporanee.
Il prossimo anno si celebrerà il trentennale di una collezione che ha visto lavorare artisti fra i più noti al mondo come, solo per citarne alcuni: Robert Morris, Sol LeWitt, Jean-Michel Folon, Dani Karavan, Richard Long, Beverly Pepper, Daniel Buren, Dennis Oppenheim, Claudio Parmiggiani, Joseph Kosuth, Hidetoshi Nagasawa, Anne e Patrick Poirier, Alberto Burri, Fausto Melotti, Anselm Kiefer, Emilio Vedova, Michelangelo Pistoletto.
Creatori d’istallazioni d’arte che negli anni si sono relazionati con gli spazi di Celle, spesso modificando completamente il loro modo di operare, come Magdalena Abakanowicz che proprio qui ha cominciato a lavorare il bronzo per la prima volta, o come Richard Serra che invece dell’acciaio delle sue gigantesche lastre verticali, ha usato una pietra locale (il colombino di Fiorenzuola) dal forte significato simbolico.
Negli anni la collezione ha visto l’accrescersi di opere e di eventi che hanno reso Celle un luogo di sperimentazione e di ricerca artistica proiettata nel futuro. Il progetto Spazi d’arte è ,infatti, un lavoro in evoluzione che continua nel tempo, e quasi ogni anno vengono inaugurate nuove opere realizzate da nuovi artisti.
I visitatori, provenienti da tutto il mondo, sono accettati gratuitamente dalla segreteria della collezione, previa richiesta scritta inviata tramite il sito della collezione www.goricoll.it. Per motivi inerenti il carattere privato e l’importanza culturale della collezione, il calendario degli appuntamenti dà solitamente precedenza alle istituzioni pubbliche quali musei, accademie e università che hanno concordato per iscritto una visita con largo anticipo.
Val la pena di ricordare alcuni ospiti “eccellenti” non solamente legati al mondo dell’arte, che hanno apprezzato la collezione: Umberto Eco, Luciano Berio, Arata Isozaki, Banana Yoshimoto, Edoardo Sanguineti e molti altri. La visita si effettua nei giorni non-festivi, da maggio a tutto settembre (in agosto chiuso), la durata è di circa 4-5 ore, ed è rivolta solamente a coloro che sono realmente interessati a visitare un luogo così particolare e che nutrono una vera passione per l’arte contemporanea.
Gli artisti e le opere
In questo straordinario contesto ambientale, frutto dell’ingegno di una cultura stratificata nel tempo sul territorio, si è dato vita ad un progetto dalle caratteristiche innovative e originali.
Il collezionista Giuliano Gori, attuale proprietario della tenuta di Celle, ha realizzato una personale idea che risale alla fine degli anni sessanta: Spazi d’arte a Celle, una collezione sui generis che segna l’inizio di una sperimentazione artistica basata sul rapporto opera-ambiente, che conoscerà un gran successo in molte altre collezioni in spazi aperti, per le quali quella di Celle rimane un canone riconosciuto in tutto il mondo. Nasce, infatti, con le prime installazioni inaugurate nel 1982, il termine “Arte ambientale”, una forma di arte integrata con un luogo che la contiene ed entra a far parte dell’opera d’arte stessa.
Gli artisti impegnati nel creare a Celle sono stati ospitati negli ambienti della tenuta, ne hanno assaporato gli odori, ascoltato i suoni, conosciuto la storia e vissuto a stretto contatto con il collezionista. Egli, al pari di un mecenate d’altri tempi, ha accompagnato l’artista nell’individuare il luogo più opportuno, supportandone le richieste, la scelta dei materiali e delle tecnologie, discutendo sui dubbi e le perplessità. Ogni opera realizzata a Celle è frutto di un grande lavoro, anzitutto metodologico.
Secondo il motto di Carlo Belli “i diritti dell’arte terminano dove iniziano quelli della natura”: ovverosia, le opere di oggi devono entrare in relazione con l’ambiente che le contiene, devono integrarsi avendo cura di non interferire e di conservare ciò che è esistente e storicizzato. Non semplici sculture poste in un ambiente, ma creazioni nate in funzione del luogo stesso e che acquistano cosi la loro valenza artistica.
Siamo abituati a vedere opere esposte in musei e gallerie; spesso completamente diverse dal posto per il quale erano state progettate. Pensiamo alle grandi tele che i pittori del passato dipingevano per gli altari delle chiese, realizzate per essere illuminate dalla luce di una finestra laterale o da un lucernario; erano studiate per dialogare con altri lavori d’arte e d’architettura presenti nello spazio che le conteneva.
L’arte ambientale riporta alla luce quest’antica dicotomia fra opera e luogo, fra natura e intervento umano, fra artista e committente. A Celle si respira la continuità di una consapevolezza che ha fatto della Toscana uno dei territori di maggiore sperimentazione artistica, ed è in questo ambiente non solo paesaggistico, ma culturale, storico e antropologico che gli artisti si trovano ad intervenire.
TESTI
Lorenzo Cipriani
FOTO
Aurelio Amendola