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Daniel Buren, l’arte diventa poesia

L’importante scultura dell’Artista francese meta di colleghi, critici e appassionati.

Muri fontane a tre colori per un esagono. Tutt’intorno, lasciate che arrivi la primavera, un campo di fiordalisi e papaveri. Nel parco della Magia, abbastanza vicina e abbastanza lontana dalla villa medicea, dall’autunno sorge l’opera di Daniel Buren, che guarda il Montalbano e dal Montalbano si fa guardare. Che cosa sia, l’artista francese, nato nel ’38, Leone d’oro alla Biennale di Venezia dell’86 e già artefice di opere nella Collezione Gori, Fattoria di Celle a Santomato e nel Centro di emodialisi dell’ospedale del Ceppo, lo racconta nel titolo: muri-fontane di marmo di Carrara a strisce blu, rosse e gialle a formare un esagono che,  negli spazi vuoti fra un muro e l’altro, inquadra il paesaggio e la storia.

«Un inserimento straordinario della natura. All’imbrunire, quando la luce naturale si fonde con quella artificiale, raggiunge il culmine della poesia – Maurizio Tuci del Centro documentazione sull’arte moderna e contemporanea pistoiese, si definisce un appassionato d’arte un pochino esperto,  ed è entusiasta. Eppure non sono sempre convinto che l’arte contemporanea sia bella e, secondo me, l’arte deve essere bella. Qualcuno pensa di no. Io credo che chi come Buren trasforma un’idea in poesia è un artista chi non lo fa è un comunicatore”.

Fontana Daniel Buren

Vittorio Sgarbi, storico dell’arte e polemista, si è invece sdegnato e ha parlato di errore imperdonabile, rammaricandosi di non poter fermare tutto. Il resto della critica si è schierata con Buren, l’amministrazione comunale di Pistoia e la Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia finanziatrice dell’opera in situ. All’inaugurazione, gremitissima, Tuci racconta che la gente era ammirata «sono rimasti tutti a bocca aperta e ancora non l’hanno richiusa».

Affollata anche la presentazione del catalogo, curato da David Palterer il quale scrive che nel paesaggio toscano, anche in quello “violato” dall’espansione dell’abitato, «l’opera di Daniel Buren  si propone come uno “strumento visivo” per guardare e riflettere  su ciò che si ha davanti o, citando lo stesso Buren: questa è l’idea per modificare l’uso dello specchio, non più elemento per riflettere ciò che si ha di fronte ma per far scoprire tutti quegli elementi nascosti, non a vista>.Mecenate e collezionista  Giuliano Gori vede nella fontana una «sorta di moderna Stonehenge> e ne sottolinea il distacco: «In un periodo in cui l’arte che riscuote maggior successo è quella che riesce a suscitare maggior clamore, il silenzio imposto dall’opera di Quarrata è come un balsamo, la cui spiritualità è affine al celebre Tempio Ryoanji di Kyoto (Patrimonio dell’Unesco n.d.r.)».

«Una cosa che notano tutti i visitatori, inoltre, è l’estrema cura con la quale è realizzata» aggiunge Tuci. Con lo sguardo di chi è abituato  al meglio. «A Pistoia da almeno un secolo, c’è in arte una qualità incredibile. Michelucci, Agenore Fabbri, ma anche artisti sconosciuti  come il grande simbolista Andrea Lippi, morto a 24 anni nel ’16». In primavera il Centro di documentazione  che, con l’autorevole vigilanza dell’intelligente e raffinato storico dell’arte Carlo Sisi, si occupa di artisti scomparsi da tempo; di artisti contemporanei di almeno tre generazioni,  gli dedicherà una mostra. E in quei giorni sul prato vicino alla fontana di Buren staranno per spuntare gli attesi fiordalisi e papaveri.

TESTO

Francesca Joppolo

FOTO

FGE C. Cantini

Villa La Magia antico simbolo d’avanguardia

Visibilità attraverso l’arte

La cultura dà emozioni e migliora la qualità della vita

di Sabrina Sergio Gori, ex Sindaco di Quarrata

Il Comune di Quarrata, poco più di dieci anni fa, ha acquistato la villa medicea La Magia: una perla preziosa per la particolarità del luogo, per la sua storia, per la bellezza dei suoi giardini e la ricchezza del suo bosco. L’amministrazione, con le opere di restauro e recupero, con altri interventi e numerose iniziative, sta facendo vivere questo luogo. Una scelta, tra le tante nei miei anni di mandato, alla quale sono molto legata, è quella di aver intrapreso un percorso per la  realizzazione del parco museo d’arte con opere  permanenti, che hanno stratificato un percorso di ‘contemporaneità’ in quello storico-paesaggistico del luogo già di notevole bellezza. Dopo le prime testimonianze, realizzate nel tempo, di Fabrizio Corneli, Anna e Patrick Poirer, Marco Bagnoli, Nagasawa, e Maurizio Nannucci, l’ultima, l’opera di Buren appunto, è la prima situata fuori dai giardini ‘chiusi’ della dimora storica: una fontana che l’artista ha chiamato Muri fontana a 3 colori per un esagono.

In questo cammino è stato indispensabile il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, e in particolare di Giuliano Gori, che si è messo a disposizione con la sua competenza e la sua sensibilità. Sono orgogliosa di avere scelto di investire in cultura perché è la cultura che da’ radici comuni a un popolo, la nostra terra ha regalato al mondo artisti e altri ne abbiamo accolti in uno scambio fecondo di visioni che hanno prodotto emozioni, bellezza e armonia.

Dare visibilità a Quarrata, anche attraverso l’arte, vuol dire lavorare per muovere l’economia della città: la cultura migliora la qualità della vita delle comunità e sviluppa il turismo diventando uno strumento di sviluppo sociale ed economico. Grandi artisti hanno lavorato alla Magia, hanno creato opere in sinergia con il luogo  e hanno lasciato un’impronta della loro creatività, regalando, non solo a Quarrata, ma al mondo, un respiro di emozione.

 

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