Nelle competizioni giovanili ha già vinto due medaglie d’oro, una d’argento e due di bronzo nelle europee e un secondo posto sul podio internazionale.
Difficile sapere come iniziano le grandi storie della vita. Può capitare, per esempio, che un ragazzino indossi un paio di pattini a rotelle per puro caso e diventi un campioncino. Insomma, quando vuole, il destino sa essere imprevedibile. Così lo è stato per Francesco Tonini che i pattini se li mise davvero quando aveva 4 anni. Fu un colpo della sorte: accompagnò il padre al proprio garage e lì accanto trovò il vicino di box, che di mestiere accomodava i pattini. Quel giorno fu fondamentale per Francesco oggi diciannovenne, con alle spalle sei anni di militanza nella nazionale italiana di pattinaggio. L’intermezzo temporale si lascia intuire: le rotelle sempre sotto le scarpe e il gioco diventato sport agonistico e passione.
Tonini nel curriculum, finora fatto solo di competizioni giovanili, ha due medaglie d’oro (una nel 2012), una d’argento e due di bronzo negli europei e un fresco secondo posto ai mondiali, tenuti a Auckland. Il ragazzo, quindi, promette bene e il salto nella massima categoria scatterà il prossimo anno. Per arrivare a questi livelli occorre esercitazione e qualche sacrificio, perché ogni giorno ha il proprio allenamento, mentre scuola e amici reclamano il proprio spazio. I successi non sono composti solo dalla preparazione, come dimostra l’alloro arrivato dalla Nuova Zelanda in una gara difficile, contro avversari preparati al meglio. Francesco, dopo qualche sbavatura iniziale dovuta all’emozione, ha reagito, regalando al pubblico e alla giuria un’esecuzione perfetta. È arrivato al gradino mediano del podio e salire ancora di posizione significherebbe essere il migliore al mondo.
Questo è il suo obiettivo dichiarato sottovoce, quasi come se esistesse un timore reverenziale verso una gara così importante. Mentre di Olimpiade, per ora, non se ne parla: necessario, per provarci, cambiare disciplina e regione per passare al pattinaggio sul ghiaccio. Uno stravolgimento che al momento non è previsto, anche se basta poco per mutare il percorso di uno sportivo. Magari basta mettersi un paio di calzature giuste, a quattro anni come a venti, e tutto cambia.
TESTO
Emanuele Begliomini
FOTO
Nicolò Begliomini