Miniera di affetto di Publio Biagini.
Nel castello di Vellano, posto sulle colline della Valleriana a nord di Pescia, Publio Biagini ha allestito il Museo Storico Etnografico del minatore e cavatore. Ancora, in questi territori dove nel Medioevo erano sorte le celebri dieci castella, si percepisce e riconosce l’antico spirito dei luoghi. Sono il paesaggio e le architetture che invitano a ripensare a quel passato, certamente, ma anche il valore di studiosi come Biagini. Il Museo è stato da lui ideato, allestito e aperto nell’estate del 1999: intorno alle 700 presenze nel primo anno di apertura, fino ad arrivare ai circa cinquemila visitatori del 2012. Una continua crescita di turisti, studiosi, studenti e scolaresche, che hanno contribuito alla tutela e valorizzazione culturale dell’intera Svizzera Pesciatina, così definita da Charles Sismondi nel XIX secolo. «Il vero nome di questi luoghi è Valleriana – precisa Biagini – anche se negli ultimi decenni è conosciuta soprattutto con la definizione dell’economista ginevrino». Un legame fortissimo fra uomo e territorio contraddistingue la biografia di Biagini e il percorso espositivo da lui creato. Grande appassionato e collezionista di minerali, Biagini è stato per molti anni responsabile del settore mineralogico e petrografico del Museo di Scienze Naturali e Archeologiche di Pescia. Dopo il pensionamento, acquista gli spazi per il Museo e riorganizza una collezione importantissima per diversi livelli di fruizione: dalla didattica con i bambini fino agli approfondimenti scientifici per le università. «Nel Museo – continua Biagini – sono esposti circa 11mila campioni di archeologia mineraria e cavatoria. Abbiamo una collezione di oltre mille minerali toscani raccolti fra il 1907 e il 1920; 10mila volumi sulle scienze naturali e 2mila supporti visivi fra VHS e DVD».
Nelle sale espositive è possibile comprendere il rapporto fra uomo e risorse naturali, dalla preistoria fino a oggi, attraverso reperti litici, punte di freccia, lumi egiziani e cretesi, fino ad arrivare al lavoro del minatore e cavatore. Argomento molto caro al direttore del Museo: «Mio padre – spiega Biagini – era uno scalpellino di Vellano. La lavorazione della pietra serena era fondamentale per le famiglie come la mia e per tutta l’economia del borgo. Fino agli anni Settanta erano attive circa 60 cave, per questo motivo ho deciso di aprire qui il Museo». Autore di decine di volumi sulle scienze naturali e storico-etnografiche, Biagini gestisce il Museo con la sua famiglia e propone percorsi sul territorio di Vellano, attraverso la collaborazione dei volontari del G.A.E.V. (Gruppo Alpinistico Ecologico della Valdinievole).
Un modo efficace per legare il territorio al percorso museale: «Effettuiamo visite alla chiesa castellana di San Michele, alla torre con l’orologio, alla pieve romanica dei SS. Sisto e Martino. Inoltre – continua Biagini – abbiamo la possibilità di accompagnare i visitatori alla cava di pietra serena Nardini, l’unica attiva nella Provincia di Pistoia. Proprio in questo momento il Museo ambisce a essere incluso nella rete dell’Ecomuseo della Montagna pistoiese».
Senza dubbio, è il legame con il durissimo lavoro degli “operai della pietra”, di ieri e di oggi, a contraddistinguere e caratterizzare in modo originale, forse unico, l’esperienza del Museo Storico Etnografico del minatore e cavatore di Vellano. E, dunque, pure quella di Publio Biagini.
Orari: 1° Aprile – 27 Ottobre
ore 9.00 – 13.00 e 15.00 – 18.00.
Domeniche e festivi aperto su appuntamento (min. cinque persone).
Info: Tel. +39 0572 609181 – 330 910517
Ingresso gratuito.
TESTI
Emanuel Carfora
FOTO
Tommaso Frasca