Il primo fu realizzato a Lipsia, in Germania.
Siamo alla fine del 1800, con l’avvento della ricca borghesia e la ripresa economica europea si comincia a pubblicizzare ogni tipologia di bene, tra cui la vacanza: località balneari, laghi e stabilimenti termali le mete più ambite. E’ proprio in questo contesto che nasce il fecondo connubio tra arte e grafica pubblicitaria; gli artisti si avvicinano alla cartellonistica, regalandoci veri capolavori a servizio però di un bene di consumo, una novità assoluta per l’epoca, che apre le porte a nuovi e inconsueti orizzonti artistici.
Tra le mete turistiche più pubblicizzate spicca Montecatini Terme che, attraverso i manifesti pubblicitari che celebrano i salutari effetti delle sue acque e il ricco stile di vita condotto in città, si fa conoscere in tutto il mondo.
Il manifesto di città termale più antico risale al 1884 e fu realizzato a Lipsia proprio per le Regie Terme di Montecatini. Il manifesto, in lingua tedesca, è molto lontano dai canoni pubblicitari moderni. Le immagini sono ancora molto piccole e la maggior parte dello spazio è occupata da informazioni scritte, ma, seppur l’immagine non sia ancora evocativa, è certamente un esempio significativo dell’inizio di un’epoca.
Del 1880 è il primo manifesto delle terme di Montecatini stampato in Italia, le immagini cominciano a dominare lo spazio, vengono rappresentati gli scorci più suggestivi della città e le attrattive offerte, mantenendo però sempre in primo piano i benefici delle acque termali.
E’ del 1899 il manifesto forse più conosciuto della località termale: “L’Araldo della salute”. Qui si legge un nuovo tipo di arte grafica, la parte scritta è sensibilmente diminuita e dominano le immagini della città e la figura dell’araldo. I manifesti di questa fase sono anche importanti documenti storici che ci restituiscono un’immagine reale della Montecatini del tempo, non ancora trasformata dalla lettura fantastica e idealizzata dei manifesti successivi, più tipicamente liberty.
Davvero ironico il bozzetto del manifesto di Marchetti del 1910, intitolato “Sciopero delle acque”: quattro flessuose figure femminili munite di brocca e rappresentanti le sorgenti Torretta, Tettuccio, Regina e Olivo, scioperano allegramente, forse a causa di un’improvvisa interruzione del flusso dell’acqua in città. Un manifesto satirico e di protesta, senza dubbio unico nel suo genere.
Moltissimi sono gli esempi di manifesti, cartoline, brochure e opuscoli che, tra la fine del 1800 e gli inizi del secolo successivo, hanno pubblicizzato le salutari acque termali della città della Valdinievole, i suoi viali, gli sfavillanti locali e le attrattive offerte, un inconsueto patrimonio di arte, storia e folklore, spesso sconosciuto, che rappresenta però una pagina fondamentale della storia artistica e culturale della nostra provincia.
TESTO
Martina Meloni