Presenti gli atleti di 41 nazioni e 700 giornalisti di 5 continenti.
Ha vinto il pubblico. L’unica certezza di un mondiale in grande stile, è quello della netta affermazione del territorio toscano e dalla sua gente. Assume poco valore la povertà del medagliere italico, di fronte alla bellezza di un evento mondiale. Non era mai capitato alla Toscana l’onore di ospitare un avvenimento di tale portata. E la risposta è stata entusiasmante. Da queste parti ci si sente padri del ciclismo, sport praticato da migliaia di amatori ogni giorno. Il territorio ha dato tanti campioni alle due ruote, nati qua oppure adottati per farli crescere. Ogni chilometro percorso permetteva di ricordare qualche nome noto, che lì aveva vissuto e transitato. Non è stato un caso il passaggio della gara più attesa, quella di domenica, nel paese di Franco Ballerini, commissario tecnico della nazionale scomparso in un incidente di rally. Ballerini è stato uno degli iniziali fautori del mondiale in Toscana, quando sembrava impossibile renderlo concreto. Non è un dettaglio e fa capire quanta voglia c’era di realizzare un evento di tale portata, seppur in epoca di crisi.
E i numeri palesano la riuscita organizzativa: più di 700 i giornalisti accreditati, provenienti da 41 nazioni, per non contare l’ondata di pubblico capitato per l’occasione. Il ritorno economico si è diffuso, così, tra gli operatori: era impossibile trovare una camera libera a Lucca, Firenze, Montecatini e Pistoia, le città toccate dai tracciati.
I colori del tifo hanno toccato campagne e città, dando scenari unici e, forse, irripetibili con Olanda, Germania, e Danimarca a farla da padrone. In tanti hanno unito ciclismo, arte e natura sfruttando le corse come spunto turistico. Poi c’è lo sport e anche qua si è resa evidente la crescita del movimento a livello globale. Sul podio sono montati paesi che fino a poco tempo fa erano sconosciuti al ciclismo come Nuova Zelanda, Albania e Slovenia. È semplicemente un dato che aiuta a capire il gettito lungo di una disciplina divenuta mondiale davvero, per la prima volta.
TESTO
Emanuele Begliomini
FOTO
Archivio Comitato Organizzatore
Mondiali di Ciclismo Toscana2013