La poesia della montagna.
Quella mattina all’alba, Beatrice Bugelli, come tante altre volte, alzò gli occhi verso il cielo e lo percorse tutto, rimanendone talmente incantata da cadere in ginocchio e pregare, ringraziando il Creatore di averla voluta far vivere in una di quelle vallate. I boschi, i fiumi, i castelli, le chiese, a quell’ora, diventavano un unico spettacolo sullo sfondo di un cielo colorato con i pensieri dell’anima. Si era nei primi decenni del XIX secolo. Oggi, diremmo come se fosse stato dipinto da un surrealista. E la pastora del Pian degli Ontani appena ringraziato il Signore, si sfogò in un canto accompagnato da un sorriso beato, mentre il gregge la circondava.
“La montagna l’è stata a noi maestra, la natura ci venne a nutricare”. E poi continuò: “Ricco non è chi di be’ panni è ornato, povero non è colui ch’è mal vestito. Ricco è chi ha la pace e l’umiltate, chi ha la carità del suo nemico. Ricco è colui che tien Gesù nel core vive felice e poi contento more” (fonte: Caterina Bellezza).
La sua culla, il venerato palcoscenico della sua vita di pastora. La propria montagna, la protezione di un cielo incomparabile. Oggi, le fotografie di Gian Luca Gavazzi, ci dicono che, da allora, nulla è cambiato, se non il modo di aspettare gli amici.
Luogo ideale di villeggiatura la Montagna Pistoiese, posizionata geograficamente nell’alta Toscana, con i suoi cinque comuni (Pistoia, San Marcello Pistoiese, Abetone, Cutigliano e Piteglio) è riuscita a conciliare le moderne strutture alberghiere ed i qualificati servizi, sia estivi sia invernali, con il tesoro prezioso delle sue risorse naturali: la tranquillità dei boschi, l’aria frizzante e cristallina, i prodotti genuini della terra, lo splendore dei paesaggi dolci e mutevoli. A chiunque la scelga come meta di vacanze, l’Appennino Pistoiese offre le più svariate possibilità di trascorrere il tempo libero tra sport, divertimento, cultura e relax. Inoltre la vicinanza con le città d’arte toscane (30 minuti da Pistoia, un’ora da Firenze e Lucca, un’ora e mezzo da Siena) permette di alternare rilassanti giornate nel fascino della natura a interessanti gite culturali. È terra di poeti, musicisti e pittori. E di una fauna degna dell’Arca di Noè.
Dalle alte montagne dell’Abetone, del Corno alle Scale, del Teso, ai verdi monti del basso Appennino l’importante storia è fluita verso il piano lungo ricchi corsi d’acqua: il Sestaione, la Lima (affluente del Serchio), il Maresca e l’Orsigna che affluendo nel Reno mescolano le loro tradizioni alla ricchezza, soprattutto storica, del fiume più importante di questa collana di vallate. Il Reno definito dal grande poeta Vincenzo Monti “grande di valor/piccolo d’onde”. (fonte: Duilio di Gigi).
Beatrice di Pian degli Ontani
Cornio-Melo di Cutigliano (PT) 1803
Pian degli Ontani di Cutigliano 1885
Beatrice di Pian degli Ontani, al secolo Beatrice Bugelli, è la più nota poetessa improvvisatrice dell’Appennino tosco-emiliano tra Otto e Novecento. Analfabeta ma dotata di un’innata indole poetica e di un’altrettanto rilevante vena creativa, trascorre la sua esistenza tra due piccoli villaggi della Montagna Pistoiese: il Cornio e Pian degli Ontani. (Gian Paolo Borghi). Dopo la morte della madre, accompagna ancora giovanissima il padre nei suoi lavori in Maremma. Si sposa a vent’anni con Matteo Bernardi, molto più anziano di lei, e proprio il giorno del matrimonio, assistendo al contrasto tra due improvvisatori, si lancia per la prima volta nella disputa poetica scatenando l’entusiasmo tra i convenuti. Da allora sarà costantemente invitata ad esibirsi in feste e in cerimonie locali dove riscuoterà grandi successi tra la sua gente.
TESTO
Luciano Corsini
FOTO
Gian Luca Gavazzi