Attenti a quei due!

Attenti a quei due

Un progetto della Comunità Europea per difenderla.

Chi non conosce la “tartarughina dalle orecchie rosse”? I più appassionati magari sanno anche il suo nome scientifico, Trachemys scripta elegans, ma la maggior parte ignora la sua storia e l’origine che racconteremo in una pubblicazione, curata dalla sezione didattica del Giardino Zoologico e distribuita alle scuole del nostro territorio e di quello della Provincia di Savona e di Genova.

Che collegamento c’è con Savona e Genova? A tenere insieme queste bellissime città è la piccola Testuggine ingauna (Emys orbicularis ingauna), una sottospecie della Testuggine palustre europea (Emys orbicularis) che vive solo nel territorio della piana di Albenga (SV).
Si pensava fosse estinta, ma nel 1994 è stata riscoperta dai biologi dall’Acquario di Genova ed è stato istituito un centro per allevarla.

Il “Centro Emys” di Leca di Albenga riproduce le Emys e i piccoli vengono accuditi per circa 2 anni al sicuro nelle vasche dell’Acquario di Genova per essere poi rilasciati in siti protetti del territorio che da sempre appartiene a questo rettile tutto ligure, la piana di Albenga.
A minacciare le testuggini ci sono ancora troppi pericoli: la distruzione delle zone umide, l’uso dei pesticidi e soprattutto l’introduzione nello stesso ambiente di una testuggine simile ma di origine americana, quella che tutti erroneamente chiamano “tartaruga dalle orecchie rosse”, sì proprio quella “piccola”, spesso acquistata alle fiere o nei negozi di animali per farne un animale da compagnia.

Ma che differenza c’è tra testuggine e tartaruga? Facciamo chiarezza: sono tartarughe quelle di mare, mentre sono testuggini tutte le terrestri e quelle che vivono in acque dolci (fiumi, stagni, laghi).
Le due testuggini, quella americana e quella ligure, hanno abitudini di vita e alimentazione molto simile, ma l’americana è molto più vorace e più abile ad aggiudicarsi i posti migliori per prendere il sole, a danno della seconda che pian piano, sopraffatta, scompare.

Com’è finita una testuggine americana nel nostro ambiente?
La troviamo ormai ovunque: laghetti dei giardini cittadini, fiumi, ruscelli un po’ in tutta Europa e la sua presenza causa la diminuzione di tutte le Testuggini europee (Emys orbicularis) e non solo di quella ligure.
La Testuggine americana è venduta come animale da compagnia e, piccola quanto una moneta da 2 €, conquista facilmente sia i bambini che i loro genitori. In 4-5 anni raggiunge però dimensioni importanti (fino a 30 cm di lunghezza) ed è molto difficile poterla tenere in casa in una terra-acquario. Così molte persone abbandonano le testuggini nei fiumi, ignare che in questo modo condannano all’estinzione la piccola Emys (e oltretutto commettono un reato ambientale).

Per poter salvaguardare le Emys è molto importante raccontare questa storia a tutti coloro che decidono di acquistare una testuggine acquatica: una Trachemys (come qualsiasi altro animale che scegliamo di tenere con noi) è per sempre! È quindi necessario, per il corretto mantenimento, disporre almeno di un giardino con un piccolo stagno.
La pubblicazione “Attenti a quelle due” è il primo passo di un ampio progetto triennale denominato Lifeemys, finanziato dalla Unione Europea, che vede uniti il Giardino Zoologico di Pistoia, l’Acquario di Genova, l’ARPAL (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente Ligure), l’Ente Parco di Montemarcello, il Centro Emys di Albenga e DISTAV (Università di Genova) nello sforzo di garantire un futuro alla nostre testuggini.
Torneremo a raccontarvi su queste pagine i nostri progressi, ma nel frattempo vi chiediamo una mano: fatevi portavoce della storia di Emys perché tutti possano prestare molta attenzione alle scelte fatte al momento dell’acquisto di un animale da compagnia!

Giardino Zoologico
Via Pieve a Celle, 160/A Pistoia
Tel. +39 0573 911219
info@zoodipistoia.it
www.zoodipistoia.it

Testo di Eleonora Angelini
Foto Archivio Giardino Zoologico

More from Discover Pistoia

Il Pret-a-porter in mostra a Palazzo Fabroni

La mostra di Giovanni Frangi, a cura di Giovanni Agosti, sarà visitabile...
Read More

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *