Dagli orti monastici alle geometrie rinascimentali, dal gioco dell’effimero ai prati d’Arcadia.
Pistoia è ormai da moltissimi anni conosciuta come la città dei vivai, attività che dalla metà dell’Ottocento si è ampiamente sviluppata tanto da diventare uno dei settori trainanti dell’economia locale.
Questa tradizione affonda le sue radici nel patrimonio di orti e giardini che, fin dal medioevo, si stendeva tra la cortina muraria e la città di pietra stretta intorno a piazza del Duomo. Una cintura verde si è mantenuta praticamente integra fino ai primi anni del Novecento, quando, con l’abbattimento delle mura, molti dei terreni che la componevano sono stati convertiti aree edificabili.
Percorrendo le antiche strade del centro storico cittadino, possiamo scoprire memorie e segni di ciò che rimane dei grandi appezzamenti ortivi annessi ai complessi conventuali, come, per esempio, quello dei Domenicani, o i piccoli spazi verdi di altri edifici sacri, come quello della chiesa di Sant’Ignazio di Loyola, mentre alte mura proteggono ancora gli orti dei monasteri di clausura, come quelli delle monache Salesiane e delle Benedettine.
Ma è nel Seicento che la città vede nella costruzione e nell’ampliamento di gran parte dei palazzi del patriziato cittadino l’allestimento di numerosi giardini, luoghi di delizia, dove i nobili pistoiesi potevano riposare e magari coltivare i propri interessi botanici. Nei giardini di queste antiche dimore possiamo ancora riconoscere le geometriche sistemazioni arboree e floreali del tipico giardino all’italiana che rimangono, ad esempio, nel palazzo Pazzaglia, poi Galeotti, o i romantici allestimenti all’inglese, come nel giardino di Palazzo Marchetti e in quello della casa di Louisa Grace Bartolini, del quale sarebbe auspicabile un urgente restauro.
Il rapporto con la natura si esplica in modo più evidente nelle dimore di campagna che i Pistoiesi, emulando i regnanti medicei, fanno spesso costruire sui propri possedimenti rurali. La dimora di campagna, per sua natura diversa e alternativa rispetto alla residenza di città, non prescinde mai dall’idea di giardino, ed esiste, paradossalmente, proprio in funzione dello spazio circostante.
A partire dal Quattrocento il modello di qualsiasi villa e giardino nobiliare in area granducale è naturalmente quello ‘mediceo’, esemplificato sul territorio pistoiese dalle due ville, La Màgia a Quarrata e Montevettolini, entrambe sul Montalbano, che appartennero a quel ‘sistema’ di residenze istituito dai Medici a controllo del territorio del Granducato. Molti furono i nobili pistoiesi appartenenti all’entourage mediceo che si fecero costruire sontuose ville e allestire bellissimi giardini. È il caso, ad esempio, della villa di Montebuono, edificata nella seconda metà del Seicento da Francesco Panciatichi, oppure della villa Puccini di Scornio, costruita dal medico di corte, Tommaso Puccini, ai primi del XVIII secolo; come anche della villa del Cassero, costruita a Casalguidi tra il 1712 e il 1713 da Coriolano Montemagni, segretario di stato di Cosimo III.
Il linguaggio architettonico e paesistico di matrice medicea si aggiornerà nel Seicento sulle novità artistiche romane introdotte nel territorio pistoiese dalla famiglia Rospigliosi, in modo specifico dal cardinale Giulio, poi papa Clemente IX dal 1667 al 1669, che commissionerà a Gianlorenzo Bernini il progetto di una villa che sarà edificata a Spicchio di Lamporecchio, dotata di uno splendido giardino e di un barco di caccia, dove si possono ritrovare i fasti dei grandi edifici nobiliari romani, come palazzo Barberini, villa Borghese, o lo stesso palazzo Rospigliosi a Roma.
Se volete saperne di più…
È uscito per i tipi della Giorgio Tesi Editrice il volume Paradisi e incanti. I giardini storici della provincia di Pistoia, a cura di Laura Dominici e Perla Cappellini (MIRABILIA arte e memoria – Pistoia).
Il libro è pubblicato grazie ai finanziamenti della Regione Toscana (bando interventi in materia di paesaggio 2011) e della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, con il contributo di Claudio Bellari Vivai e All Insurance Broker s.r.l.
Patrocinato dalla Provincia e dal Comune di Pistoia, il libro è stato realizzato con la collaborazione del Sistema Informativo Geografico della Stessa Provincia e della CNA Pistoia, che ha coordinato e diretto la campagna fotografica realizzata dai fotografi iscritti alla Confederazione, che hanno realizzato la maggior parte delle suggestive immagini contenute nel volume.
Moltissime illustrazioni corredano infatti le 256 pagine che introducono alla conoscenza del patrimonio verde della nostra Provincia, dal cuore di Pistoia, alle belle ville dei dintorni, fino alle colline e al Montalbano; da Montecatini con i suoi parchi termali alle dimore della Valdinievole, ai giardini di Pescia e ai giardini degli agrumi di Buggiano. Un itinerario che si snoda dai luoghi più segreti, i chiostri e gli antichi orti in città, ai grandi parchi celebri nel mondo, come quello di Celle a Santomato, il giardino di Collodi o il parco di Pinocchio, fino ad arrivare sulla montagna pistoiese, dove gli alberi monumentali segnano le tappe della storia del paesaggio.
Un tema, quello del verde storico e del suo recupero, di grande attualità e di cui è necessario e urgente riaffermare il valore, partendo, imprescindibilmente, dalla conoscenza della sua storia illustre.
Ne parlano, nel volume: Laura Dominici, Perla Cappellini, Paolo Vitali, Renato Ferretti, Ornella Casazza, con testi introduttivi sulla storia dei giardini e contributi specifici sui temi relativi ai giardini del territorio pistoiese, corredati dai molti documenti d’archivio e immagini d’epoca gentilmente messe a disposizione da Paolo Bresci.
Le prefazioni sono di Valerio Tesi (Soprintendenza di Firenze), Samuele Bertinelli (Comune di Pistoia), Federica Fratoni (Provincia di Pistoia) e Ivano Paci (Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia).
Per informazioni
MIRABILIA – arte e memoria
mirabiliapistoia@libero.it
TESTO
Perla Cappellini
Laura Dominici
FOTO TRATTE DAL VOLUME
Paradisi e incanti
I giardini storici della provincia di Pistoia