Missione: immortalare l’azione dell’uomo sulla pietra. I servizi interessano anche il National Geographic.
Non è facile inquadrare le emozioni create dal lavoro dell’uomo. Sia infarcita di fatica, concentrazione, abnegazione o amore, un’immagine rischia di essere asciugata dal pathos che solo il movimento riesce a dare. Le difficoltà aumentano ancor di più quando c’è la necessità di riprendere qualcosa di raro.
A Luca Bracali, fotografo pistoiese, accade quasi sempre questo, senza eccezione. Così è successo in uno dei suoi ultimi lavori, nell’isola di Pasqua. Il fotografo pistoiese era lì in qualità di docente di fotografia scelto dalla scuola fiorentina “Lorenzo de’ Medici”, istituto presieduto da Fabrizio Guarducci, un’autorità culturale di riferimento nel mondo. L’organizzazione fiorentina ha vinto una gara internazionale per fermare l’azione distruttiva dei licheni sul “Moai solitario”. Dal capoluogo toscano è partita una vera e propria spedizione, guidata dal professor Lorenzo Casamenti, per avviare la ripulitura, con uno speciale biocida che, finalmente, metterà al sicuro le pietre di Rapa Nui.
Bracali è stata una presenza quasi invisibile per documentare il tutto con la sua arte. Si è preparato tre anni per sfruttare al meglio un’opportunità unica nella vita. Immortalare l’azione dell’uomo sulla pietra, in un diario fotografico impossibile da ripetere, porta responsabilità uniche tanto da avere attirato l’attenzione di National Geographic che gli ha commissionato un servizio. L’attenzione si è spostata su altri siti, visitati di notte grazie a un permesso speciale. Un fotografo, le pietre e un enigmatico silenzio. Tutto questo nell’arte di un’ immagine che sa parlare.
TESTO
Emanuele Begliomini