Aperta una nuova sezione museale dedicata all’Ordine Militare di Santo Stefano.
Al termine dell’imponente scalone decorato con vedute di rovine classiche che introduce alle prestigiose sale della biblioteca Fabroniana troviamo una porta che fino a qualche mese fa permetteva l’accesso alle vecchie e malridotte soffitte dell’edificio.
Oggi, dopo un sapiente restauro, questi locali sono stati utilizzati per ospitare una piccola sezione museale dedicata al Sacro Militare Ordine di Santo Stefano, ordine marinaro creato da Cosimo I nel 1561, che vanta un legame molto stretto con la città di Pistoia. Per dare un’idea del contributo che Pistoia dette alla storia dell’ordine, nei suoi tre secoli di vita, basti pensare che la nostra città ebbe ben 439 cavalieri di Santo Stefano, un numero inferiore solo a Firenze, Siena e alla marinara Pisa.
Si accede alla sezione grazie ad uno scalone in pietra nel quale sono state collocate una serie di stampe che riproducono gli stemmi delle più importanti famiglie pistoiesi che si sono distinte nella storia della marineria granducale. Tra le famiglie si segnalano quella del cardinale Fabroni, fondatore della biblioteca, che ha fornito all’Ordine di S. Stefano non solo valorosi cavalieri ma soprattutto importantissimi documenti; la famiglia Cellesi, nota per aver avuto tra i suoi membri molti Balì, la più importante autorità locale dei cavalieri, da cui ha preso il nome anche il palazzo di residenza. Merita poi un cenno la famiglia degli Sozzifanti che con i suoi 51 uomini è quella che ha fornito nei secoli il maggior numero di cavalieri in assoluto all’Ordine.
La prima sala di questa sezione museale presenta inediti dipinti a carboncino eseguiti alla fine del XIX secolo che riproducono rispettivamente un imponente crocifisso e il martirio di Santa Barbara. Ma quello che più colpisce l’attenzione è la presenza di un modellino di nave. Si tratta di un modello in scala 1 a 60 di una galera, ossia dell’unità navale più usata dai cavalieri di Santo Stefano. La galera, era un’imbarcazione a remi, lunga circa 40 metri e larga 5, che ospitava a bordo oltre 300 persone.
Alle pareti della stanza sono state collocate riproduzioni di stampe di Jacques Callot (Nancy,1592-1635). Le incisioni del maestro lorenese appartengono alla serie che rappresenta gli eventi più importanti della vita di Ferdinando I dei Medici e vennero eseguite a Firenze intorno nei primi decenni del secolo XVII, dove Callot si era trasferito sotto la protezione di Cristina di Lorena. Tra le incisioni troviamo un’acquaforte che riproduce uno scontro navale del 1617 che vide protagonista il cavaliere pistoiese Alfonso Sozzifanti, morto eroicamente alcuni anni più tardi in una battaglia navale presso l’isola di Lampedusa.
Aprendo una porticina ci immettiamo nella seconda sala che compone la sezione museale: ed ecco che ci appare davanti una sorpresa. Si tratta di un maestoso dipinto a carboncino ispirato al celebre “Napoleone al passo del Gran S. Bernardo” eseguito di J.L. David nel 1800 e oggi conservato al castello di Malmaison. A questo proposito è importante sottolineare che a Pistoia esisteva un’altra copia, ispirata al noto esempio davidiano nel Palazzo civico. Questo dipinto era stato eseguito da Nicola Monti durante il granducato napoleonico di Elisa Bonaparte e distrutto durante la sollevazione antifrancese del 1814 senza che ne resti alcuna documentazione.
La sala è caratterizzata dalla presenza di una nutrita collezione di materiale documentario riferito all’Ordine di Santo Stefano. Tra le opere a stampa sull’ordine fondato da Cosimo I, compare il bellissimo testo in folio del gesuita Fulvio Fontana I pregi della Toscana, contenente 37 incisioni di Hubert Vincent che illustrano tutte le maggiori imprese dei cavalieri stefaniani.
Ma la parte più interessante della raccolta è costituita da una serie di manoscritti provenienti dalla collezione della famiglia Fabroni che ci permettono, attraverso le relazioni d’epoca dei protagonisti delle imprese stefaniane, di conoscere il modo di vivere a bordo delle galere, l’alimentazione delle ciurme, il loro abbigliamento, di sapere quali erano le rotte di navigazione, i porti dove ci si fermava, insomma di ripercorrere le avventurose e molto spesso pericolose vicende di questi marinai dei secoli passati. Il manoscritto più importante del fondo è un codice legato in pergamena recante il titolo Viaggi Fatti sopra le galere della sacra Et Ill.ma Religione di San Stefano scritto da Domenico Fabroni, capitano di galera e cugino del cardinale Carlo Agostino.
Oltre a questo interessantissimo manoscritto, sono presenti in mostra altre opere autografe o appartenenti a Domenico tra le quali un manuale di regole da seguire per i capitani di galera e un libro di mercatura in arabo, sicuramente acquisito dopo la cattura di un vascello nemico.
Anche in questa sala sono presenti alcune riproduzioni a stampa: si segnalano il frontespizio dell’edizione del 1665 degli Statuti, ossia delle norme che regolavano l’Ordine e alcuni disegni di Stefano della Bella (Firenze, 1610-1664), tra i quali bellissime vedute del porto di Livorno risalenti alla metà del XVII secolo.
Come visitare
La sezione museale è stata ideata e curata da Anna Agostini, che alla storia dell’ordine stefaniano ha dedicato anni di ricerche e la pubblicazione Pistoia sul mare. I cavalieri di santo Stefano e Pistoia. È utilizzata nei percorsi didattici, che da più di venti anni la biblioteca Fabroniana rivolge alla scuola primaria e secondaria ed è visitabile su appuntamento (l’accesso è condizionato dalla presenza di barriere architettoniche) telefonando al numero 333 6375091. L’indirizzo è: Biblioteca Fabroniana – Piazzetta S. Filippo,1 – 51100 Pistoia – Tel 0573-32074 – e-mail: fabroniana@tiscali.it.
TESTO
Anna Agostini
FOTO
Nicolò Begliomini