I bambini della scuola dell’infanzia “La Filastrocca” raccontano la più grande biblioteca pubblica della Toscana.
La San Giorgio ormai, nell’immaginario collettivo dei pistoiesi, non è più la fabbrica dei treni, ma, soprattutto per le nuovissime generazioni, è la grande biblioteca, patrimonio sociale e culturale della nostra città, luogo di incontro di generazioni diverse, di cui i bambini rappresentano una altissima percentuale di utenti.
La dimensione sociale della biblioteca non sfugge ai bambini, che hanno visitato questo spazio, raccontandoci attraverso i loro occhi e le loro parole un luogo davvero fantastico: Questo spazio grande assomiglia a una piazza. Noi conosciamo piazza del Duomo. Questo spazio grande serve per chiacchierare e c’è anche il bar!
Occhi attenti, curiosi, interessati, occhi che esplorano gli spazi e gli arredi, che restano attratti dalle luci che sembrano i lampioni della città, sembrano un ragno strozzato e messo a testa in giù, ricordano degli alberi, dei rami. Sguardi che penetrano il luogo attraverso un linguaggio poetico, spesso metaforico: i buchi tondi nel soffitto sembrano le tane del ragno. Ci entrano dentro i raggi del sole e fanno brillare il metallo che fa luce.
Oppure lo interpretano, facendo ricorso alla loro esperienza personale: I tavoli sono tondi per studiare! Perché nei cerchi ci si siede intorno e siamo più vicini per parlare e ci si può vederci uno di fronte all’altro.
I bambini, durante la loro visita, colgono un altro aspetto distintivo della biblioteca pubblica: la biblioteca come luogo di esercizio di democrazia, dove si devono rispettare regole di convivenza, ma dove tutti hanno le stesse opportunità e dove i libri sono a disposizione di tutti. È un posto dove ci sono delle regole. Si parla a bassa voce. C’è una parte tutta lunga dove c’è tanta confusione, invece dentro le stanze si parla a bassa voce.
Bisogna fare silenzio perché ci sono i ragazzi grandi che stanno studiando e leggendo. Su al piano di sopra bisogna stare zitti perché i ragazzi leggono libri importanti. Non sfugge alla curiosità dei bambini il simbolo della biblioteca, che reinterpretano sulla base delle loro conoscenze e delle loro categorie estetiche.
Dall’osservazione dei particolari e dalla loro attribuzione di significati, arrivano ad una sintesi concettuale della biblioteca, in cui si ricompongono la storia, i contenuti e l’arte. È un cavalluccio! È un cavalluccio con le code! Sembra un libro aperto! San Giorgio uccideva il drago. Era un cavaliere con il cavallo, aveva la lancia e ci uccideva il drago. La lancia qui sembra una penna.
I bambini si addentrano anche negli aspetti funzionali della biblioteca e, facendo riferimento alla loro esperienza di lettori della piccola biblioteca Arcobaleno presente nella loro scuola, ci parlano della catalogazione dei libri.
Nella biblioteca San Giorgio ci sono i colori negli scaffali, come nella nostra biblioteca Arcobaleno, però qui sono cinque. Ci sono dei cartellini gialli! E anche rossi! E arancioni! Nella nostra biblioteca i libri hanno i bollini colorati, invece qui hanno quei cosi che ci fanno conoscere dove stanno i libri, sono i quadratini adesivi. Servono per far capire che il libro va lì.
Dietro non hanno bollini, hanno le lettere, c’è un’etichetta con scritto NATURA e vuol dire che quel libro parla della natura. Sui libri ci sono i colori e anche la targa! E sulla targa ci sono delle lettere! Infine un altro rilevante aspetto che ha suscitato il loro interesse è quello del prestito, del valore del libro come un bene comune, di cui tutti possono e devono usufruire.
Nella biblioteca si possono prendere i libri in prestito. Vuol dire prendere un libro, andare a casa a leggerlo e poi renderlo alla biblioteca. Ci vuole un bigliettino per prendere i libri, è la tessera della biblioteca. La tessera della biblioteca si può fare anche con il nostro nome anche se siamo bambini. Nelle librerie i libri si possono comprare, nelle biblioteche si prendono in prestito, così non si spendono soldi. In biblioteca ci può andare anche chi ha pochi soldi.
Se la biblioteca aveva la regola che si dovevano pagare i libri, quelli poveri non potevano prenderli e questo non era giusto! Si tratta di pensieri grandi, che fanno scaturire grandi risposte, tanto da fare affermare a Bianca: il giorno più bello della mia vita è stato quando ho fatto la tessera della biblioteca!
(Hanno partecipato i bambini di cinque anni della scuola dell’infanzia La Filastrocca, accompagnati dalle insegnanti Wilma Vannucci, Rebecca Tancredi
e Marzia Bucciantini).
TESTO
Laura Conticini
Donatella Giovannini
FOTO
Nicolò Begliomini
Archivio Giorgio Tesi Group