Una mini-guida per farvi conoscere cinque curiosità della nostra città.
Pistoia è spesso definita una piccola gemma poco conosciuta della Toscana. E questo è vero, perché la città non è meta di un turismo di massa e chi la attraversa riesce a cogliere lo spirito di genuinità che ancora la pervade.
Di questa città sono tanti i segreti sconosciuti anche agli stessi pistoiesi. La redazione di Discover Pistoia oggi ve ne fa scoprire cinque davvero straordinari!
1) L’altare argenteo di San Jacopo nella cappella del crocefisso del Duomo di Pistoia è talmente bello che anche Dante nel canto XXIV dell’Inferno lo definì la “sagrestia de belli arredi”.
Si è soliti attribuire la parte originale dell’altare all’orafo senese Pace di Valentino, ma in realtà i lavori andarono avanti ininterrottamente fra il 1287 e il 1456.
Molti misero la loro arte a servizio dell’altare argenteo: tra questi Andrea di Jacopo d’Ognabene, che eseguì il paliotto centrale, Francesco di Niccolò e Leonardo di ser Giovanni, orafi fiorentini, che realizzarono il paliotto sinistro (Leonardo anche il destro).
La parte più apprezzata sono sicuramente i profeti Geremia e Isaia, che la critica concorda nell’attribuzione a Filippo Brunelleschi.
L’altare argenteo si trova all’interno della Cattedrale di San Zeno, in Piazza Duomo a Pistoia.
2) L’arazzo Millefiori raffigura un delizioso giardino fiorito, in cui compaiono tantissime specie animali e vegetali. L’attribuzione dell’opera è incerta, ma appartiene verosimilmente al genere delle manifatture franco-fiamminghe cinquecentesche.
Un trionfo di forme e colori, una natura rigogliosa che sembra anticipare lo sviluppo del florovivaismo, oggi fonte primaria dell’economia pistoiese,che prese piede solo a partire dall’Ottocento.
L’arazzo Millefiori è conservato nelle Stanze dei Canonici del Duomo di Pistoia. Per informazioni: 0573 25095.
I profeti Geremia e Isaia del Brunelleschi e un dettaglio dell’Arazzo Millefiori
3) La chiesa del Tau accoglie il più importante ciclo di affreschi tardogotici dell’intera città. La chiesa è adiacente al Museo Marino Marini in Corso Silvano Fedi, con cui costituisce un unico complesso.
La chiesa del Tau è stata restaurata dopo la Seconda Guerra Mondiale e oggi sulle sue pareti sono ancora ben leggibili le pitture che raccontano la vita di sant’Antonio Abate, protettore degli animali molto caro ai pistoiesi, ma anche scene della vita del Cristo e della Genesi.
L’edificio è aperto tutte le mattine, tranne la domenica, dalle 8.15 alle 13.30.
4) La Madonna della Pergola è un dipinto di Bernardino Detti, conservato al Museo Civico di Pistoia.
L’opera, datata 1523, ha una simbologia ricchissima. Tanti gli elementi legati al gioco e all’infanzia, come gli amuleti contro le influenze negative, la frutta avvizzita, simbolo della caducità della vita. E ancora le fasce per avvolgere il neonato, il cardellino, simbolo della Passione di Cristo.
L’opera è visitabile negli orari di apertura nel Museo Civico.
Dettaglio della genesi nella Chiesa del Tau e Madonna della Pergola
5) Il quinto tesoro nascosto di Pistoia non è propriamente un’opera, ma un dettaglio che molti vedono, ma che pochi notano davvero. Sulla facciata del Palazzo Comunale si trova una testa, su cui si staglia una mano che impugna una mazza. Chi è costui? È il re Musetto II di Maiorca, sconfitto dal condottiero pistoiese Grandonio dei Ghisilieri, durante la conquista delle isole da parte dei Pisani nel XII secolo.
Un’altra testa di Musetto si trova all’angolo tra Via Abbi Pazienza e Via de’ Rossi.
La testa di re Musetto di Maiorca sulla facciata del Palazzo Comunale di Pistoia e all’angolo di Via Abbi Pazienza
Redazione Discover Pistoia