Mercoledì 19 settembre 2018 alle ore 21.00, nel giardino della casa pistoiese di Mario Carnicelli (Via dei Baroni), si svolgerà una serata di approfondimento con proiezione di immagini relative ad “America Voyage”, il lavoro del grande fotografo pistoiese che ha trovato – grazie alla curatela di Bärbel Reinhard ed alla galleria David Hill di Londra – l’apprezzamento del grande pubblico.
Iniziò tutto con una fotografia del primo maggio del 1966 a Pistoia. Mario Carnicelli, ai tempi giovane fotoreporter, immortalò un lavoratore su un trattore e questa immagine gli fruttò il primo premio di un concorso nazionale, sponsorizzato dalla rivista Popular Photography e dalle aziende Ferrania, Pentax e Mamiya, che consisteva in una borsa di studio per un viaggio in America.
Atterrato a New York nel autunno del ‘66, insieme al fratello Vincenzo, non sono i paesaggi, i monumenti impressionanti, le architetture colossali che vuole fotografare, ma la quotidianità. Si sofferma per ore sul continuo cambio di passanti su una scala mobile, su una fila d’attesa davanti al centro di collocamento, sulle vetrine di negozi o sui giovani all’uscita del college.
Ad affascinarlo sono i contrasti, la coesistenza di ricchezza e povertà, la fortuna self-made e la solitudine, un paese di immensa libertà, ma anche di smarrimento. Sceglie di muoversi in autonomia, cerca luoghi spesso più periferici, ma pienamente vissuti, non i luoghi del grande turismo, non il lustro, ma la vita comune.
Il suo lavoro oscilla senza sforzo tra street e documentaria, tra studio antropologico e ricerca artistica con un approccio leggero ma anche profondo, ironico e emblematico. È durante questo viaggio che si innamora e si “ammala” d’America con tutti suoi contrasti, le sue incoerenze – dove hippie e neonazisti sfilano sulla stessa piazza – una fascinazione che lo riporterà là anche per i due anni successivi.
La prima mostra sul lavoro americano fu fatta alla torre Pirelli di Milano nel ‘66 con il titolo I’m sorry, America. “Scusami, America”, dice Carnicelli, “t’immaginavo diversa, ma così ti ho visto, con uno sguardo critico, da intruso”. Dopo più di 50 anni finalmente American Voyage trova, anche grazie alla curatela di Bärbel Reinhard e Marco Signorini e tramite la galleria David Hill di Londra, un pubblico ampio, che reagisce con stupore, ma anche commozione su questo lavoro vintage, ma di una visione fresca.
Per info e prenotazioni scrivere a: redazione@discoverpistoia.it