Le Sale Affrescate del Palazzo comunale riaprono al pubblico venerdì 30 aprile alle 17, con la mostra Arcana Lux Nova Lux organizzata in collaborazione con il Comune di Pistoia dal Centro Studi Ricerche Espressive di Pistoia e a cura di Claudio Giorgetti. Tre gli artisti che esporranno le loro opere, tutte inedite per Pistoia: Fabrizio Pelamatti e Filippo Giansanti, che dal 2009 formano il duo “I Santimatti”, e Horst Beyer. La riapertura sarà in sicurezza e le visite si svolgeranno nel rispetto delle normative anti Covid-19.
Il percorso espositivo è di forte presa visiva e intende coinvolgere emotivamente lo spettatore attraverso la luce, che è appunto la protagonista implicita di questa mostra. Tutte le opere esposte rappresentano il punto in cui è arrivata la ricerca e la sperimentazione degli artisti, che è in qualche modo già il loro passato, ossia la Lux Arcana. La Nova Lux si esplicita negli ultimi lavori, dove gli artisti dialogano tra loro attraverso opere che si completano e si interfacciano a vicenda, pur mantenendo ognuna la propria identità formale ed estetica.
La luce che è servita per imprimere la lastra fotografica, o che scivola riflettendosi e disperdendosi in frammenti, è la luce che ogni essere vivente custodisce dentro di sé e che i due artisti estrapolano, manipolano, adattano e poi utilizzano per dare vita alle loro creazioni che non solo hanno l’ambizione di collocarsi al centro della scena ma la invadono, uscendo fuori dal supporto bidimensionale per diventare vere e proprie installazioni.
«La fotografia – raccontano i Santimatti – è stato e rimane il nostro medium primario ma, già da diversi anni, utilizziamo anche altri media e diversi materiali. Crescendo artisticamente sia come singoli che come duo, la fotografia si è fatta un po’ stretta e abbiamo sentito la necessità di introdurre altri linguaggi che assecondassero maggiormente le nostre sensibilità. Lo scatto fotografico ha perso sempre più il carattere individuale e dominante, lasciando spazio a una progettazione collaborativa della foto che è passata da un’attitudine più prettamente fotografica a un’invasione dello spazio dal carattere maggiormente istallativo»
Horst Beyer lavora con fili elettrici ormai in disuso, cavi di computer attraverso i quali sono passati milioni e milioni di informazioni, idee, parole, volti e che l’artista usa come se fossero i pigmenti di una tavolozza. La sua meta-pittura consiste, infatti, in un intreccio di fili di rame di provenienze differenti, di spessori diversi, spesso “scortecciati” dalla loro guaina di plastica, tesi sulla tela o sollevati da essa, che disegnano nodi, fasce, intrichi e fughe. Sono opere progettuali altamente pianificate, molto costruite, tutt’altro che spontanee, e vivono con la luce che le fa dialogare con lo spazio.
«Per puro caso – racconta l’artista – durante la ristrutturazione della casa mi capitò di trovare tanti scarti di fili elettrici di varie misure e colori, e questo materiale stimolò la mia curiosità e iniziai a usarlo per realizzare qualcosa che esprimesse il mio bisogno di dar vita a forma e colore. Iniziai così a utilizzare i fili di rame plastificati come se fossero dei colori. Un materiale che aveva una vita tutta sua “interna”, una sua elasticità, un materiale di scarto a cui io davo nuova vita. Come se di nuovo lungo quei fili scorresse energia, luce, informazione.»
La mostra, a ingresso libero, potrà essere visitata fino a domenica 23 maggio, con il seguente orario: da lunedì a domenica, dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18.
Il sabato e la domenica è necessario prenotare l’ingresso telefonando al numero 339 7623255.