Natura, paesaggio, arte. Parole spesso accostate, ma con quale significato e in che termini?
Appare quasi scontato riferirsi a Emilio Sereni, che poneva a prefazione della sua storia del paesaggio agrario italiano un passo delle Operette morali di Giacomo Leopardi: “una grandissima parte di quello che noi chiamiamo naturale, non è; anzi è piuttosto artificiale ; come a dire che i campi lavorati, gli alberi e le altre piante educate e disposte in ordine… non hanno quello stato né quella sembianza che avrebbero naturalmente. In modo che la vista di ogni paese abitato da qualunque generazione di uomini civili… è cosa artificiata, e diversa molto da quella che sarebbe in natura”.
Il paesaggio pistoiese, lo sappiamo bene, è un paesaggio in cui l’elemento naturale è stato piegato e ricondotto dall’opera di ‘uomini civili’ in un disegno di altissima qualità, cesellato a tratti quasi come un’opera d’arte, che costituisce la cornice naturale per la bellezza diffusa dei tanti monumenti che popolano le campagne e i paesi, le piazze e le strade delle città. E’ proprio questa la specificità della Toscana come pure del territorio pistoiese, l’equilibrio tra le forme dell’arte e il contesto paesaggistico.
Arte e paesaggio, qui più che altrove, sono un binomio inscindibile, prezioso ma anche fragile, che dobbiamo proteggere e conservare, ma al tempo stesso promuovere e sviluppare. Come ha detto Antonio Paolucci, il futuro del nostro paese ha un cuore antico, il progresso ha il suo fondamento nella tradizione e salvare i valori del passato non è un onere aggiuntivo ma un’opportunità in più, e decisiva, per riuscire vittoriosi nelle competizioni del tempo presente.
Questa è la sfida che ci si presenta oggi e che possiamo affrontare solo in un’ampia condivisione di intenti, costruire il nostro futuro conservando e proteggendo le nostre radici.
Le belle pagine di Naturart ci presentano, con la suadente efficacia delle immagini, la diffusa bellezza del territorio pistoiese e la fanno conoscere ai suoi abitanti, perché siano cittadini consapevoli delle proprie radici e quindi della propria identità, e in tutto il mondo.
Chi si occupa istituzionalmente della conservazione del patrimonio culturale e del paesaggio identitario ha trovato un alleato efficace e prezioso.
Valerio Tesi
Soprintendenza di Firenze
Architetto ICOMOS (International Council on Monuments and Sites)