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I dipinti di Hirdilak in mostra a Pistoia

Francesco Calistri in arte Hirdilak, in occasione di Pistoia Capitale italiana della cultura, espone una personale visitabile fino al 15 luglio.

Le opere, circa 30, comprendono diverse aree tematiche fra cui gli interni, le nature morte e i ritratti. I dipinti che compongono la mostra, vanno letti come i capitoli di un libro, come i frammenti esistenziali dell’artista che si uniformano nel linguaggio, sempre coerente, e nello stile. La coerenza di Hirdilak è rappresentata soprattutto dalla sincerità con cui si accosta alla realtà per descriverla e rivelarla attraverso una rappresentazione del mondo, ovviamente soggettiva, pura ed inviolata come la personalità di chi ce la racconta senza ricorrere ad astrattismi ed orpelli, imponendoci di confrontarci con un figurativo dichiarato che è sempre più difficile incontrare. Per questo Hirdilak è un artista di sostanza che mostra esattamente ciò che vuole comunicare e che ricerca, come Van Gogh, una pittura vera fino al delirio, fino alla morte. Dunque i suoi dipinti sono atti di sincerità in cui dominano i mondi immaginari dell’artista e non la ragione che uccide l’arte proprio nella sua vena irrazionale e religiosa come sosteneva il critico russo Wladimir Weidlè. La natura non si sottomette mai alla tecnica e lo sa bene un artista che vive lontano dal contesto attuale, a contatto con gli alberi, consapevole, come Corot quando esortava Pissarro, che la musa è nei boschi. Va in cerca dell’esotico, del primitivo, dei colori, alla maniera di Gauguin e li trova a Cuba, dove s’imbatte in una moltitudine di tipi umani come El Benny de Santiago, artista di strada cubano, chiamato la statua vivente che, da oltre trent’anni, fa rivivere la leggenda canora di Benny Moore.

Hirdilak, a volte, sembra costruire direttamente il quadro con i colori in linea con le ideologie simboliste, altre volte è pittore attento al dettaglio in maniera minuziosa che dimostra di non trascurare il disegno, dedicandovisi con cura vasariana. Di Ensor possiede l’ironia e l’acutezza con cui critica la società come in Salotto borghese e la volontà di rappresentazione della morte che diventa monito e non spettacolarizzazione barocca.
La sincerità dell’atto creativo di Hirdilak risiede soprattutto nel suo linguaggio che si avvale di formule ogni volta diverse per narrare ciò che lo circonda, il suo universo, ora attraverso pennellate più corpose e pastose, ora con linee sottili e sussurrate oppure incisive come un richiamo. Un linguaggio che ha l’intento riuscito e costante, di metterci davanti a domande alle quali diventa sempre più necessario trovare risposte sul nostro io, sulla parte immateriale che ci compone, della quale ci si dimentica con facilità in un contesto, come quello attuale, dominato dalla tecnologia, dalla velocità di comunicazione e dalla diffusione di immagini costruite esclusivamente per il consumo. In un’aridità quasi totale di messaggi e di simboli che valga la pena decifrare, non resta che affidarsi a Hirdilak, un profeta, forse l’ultimo del gruppo dei Nabis ed entrare nei suoi quadri, superfici di colore, che hanno valore nella loro esistenza materiale sebbene ci esortino ad esplorare dimensioni spirituali.
Onesti nel palesare la propria personalità, anche quando tormentata e disperata, come i sempre vivi personaggi di Dostoevskij, le figure raccontate da Hirdilak dialogano apertamente con l’osservatore, esprimendosi senza interruzioni o facili artifici.
Tra le opere di questa raccolta: Eros, che si compone di pochi ma essenziali segni incisivi, espressionisticamente urlati, L’ubriaca, uno dei lavori migliori del pittore, Indolenza, un giunonico nudo femminile in cui la luce mostra ogni dettaglio, posandovisi sopra con morbidezza ed ancora Saltimbanco, Insieme a te non ci sto più. Rose appassite. E finalmente Studio in blu e Studio in rosso, due dipinti saturi di dettagli, di richiami e di citazioni, che ci invitano nel milieu dell’artista, il suo vero e proprio ecosistema, incontaminato, libero e lontano dalla falsità di mondi inautentici.

 

Marina Godi

 

Ex chiesa di San Biagino – via degli Archi, Pistoia

Ingresso gratuito

Orario mostra: dal 1 al 15 luglio ore 11- 13 e 15- 19.30

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