Una immagine degli anni Quaranta ci fa scoprire com’erano gli impianti di risalita dell’epoca
16 posti, non di più. 17 perché ovviamente la slitta, in qualche modo, doveva salire lungo la montagna e quindi c’era bisogno del guidatore. Gli impianti di risalita di un tempo erano fatti così: una fune che doveva trainare la slitta da valle a monte, e viceversa, per trasportare gli sciatori pronti a gettarsi a capofitto in una nuova discesa.
In questa immagine spettacolare viene fatta vedere la slittovia di Abetone, che collegava Villa Imperatori con la Selletta, intorno agli anni Quaranta. E’ questo il primo vero impianto certificato sulla nostra montagna e, vederlo oggi in confronto a funivie, seggiovie ed ovovie moderne, fa sicuramente uno strano effetto.
Essendo il primo è rimasto nella storia e viene tutt’oggi chiamato “Lo Slittone”, fra l’altro sempre esistente ed in esposizione al rifugio della Selletta sulla nostra Montagna Pistoiese. Il meccanismo di funzionamento era semplice: una fune zavorra collegava punto di partenza e di arrivo e serviva per far andare avanti la slitta. Bisognava prestare particolare attenzione, però, perché come viene raccontato da chi quell’epoca l’ha vissuta, la fune passava a 20 centimetri di distanza dalle teste delle persone che erano a bordo.
Non solo. Siccome già all’epoca c’era da ottimizzare i tempi, spesso e volentieri sulla slitta salivano più persone di quelle previste (la stima era di trasportare 120 persone all’ora, ma spesso si arrivava anche a 180) e quindi poco dopo metà tragitto la fune non aveva più la forza di far salire la slitta e quindi gli sciatori si dovevano fare il restante tratto a piedi.
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