Lupo Alberto – Foto Archivio GZP
Per molti anni al GZP è vissuto un branco di lupi la cui storia ha conquistato tutti: lo staff, i visitatori e i ricercatori dell’Università di Pisa che proprio qui sono riusciti a dimostrare che i lupi sono in grado di “riconciliare” dopo un litigio, comportamento fino ad allora studiato solo nei primati. Molte le ore di osservazione degli studenti, numerose le pubblicazioni, infinite le immagini che li hanno ripresi tutti e undici con i colori dell’autunno e con la neve, in momenti di gioco e con le teste rivolte al cielo nella tensione di un ululato. Negli anni abbiamo visto avvicendarsi i capi, prima Wolf e poi Ruga, gestito la complessità del rapporto dei componenti e l’omega, il lupo di rango inferiore, e piano piano li abbiamo accompagnati nella vecchiaia, uno ad uno finché Hateia, l’ultima lupa, è morta lo scorso febbraio alla veneranda età di 19 anni. Un branco che ha lasciato molti ricordi ed emozioni. Non era facile “tornare ad ululare” ma nelle scorse settimane i lupi sono tornati al Parco, sono due, meravigliosi e pieni di energia, fratelli nati 6 anni fa al Parco faunistico La Torbiera (Agrate Conturbia- NO) e arrivati a Pistoia grazie alla collaborazione tra giardini Uno grigio, Lupo, e l’altro rosso, Alberto, ambasciatori di una specie presente sul nostro territorio e che ha sempre più bisogno di raccontare la propria storia.
I primi avvistamenti di lupi nella nostra Provincia risalgono agli anni ’80 quando le leggi che li definiscono protetti (nel 1971) cominciarono a dare i frutti salvando dall’estinzione la specie che in Italia contava negli anni ’70 solo un centinaio di individui. Oggi il numero dei lupi è salito a circa 2000 in tutta la Penisola; 8-10 branchi vivono nel territorio pistoiese fino alle aree confinanti con la città, come ci racconta Francesca Ciuti responsabile di un importante progetto di monitoraggio (condotto insieme ai collaboratori Danilo Giusti e Mario Fortebraccio) che consegna precise informazioni su chi sono e come si comportano i lupi pistoiesi.
È grazie alla collaborazione con Francesca che il Parco ha appena lanciato una campagna di comunicazione dal titolo “In bocca al lupo” riprendendo un modo di dire per augurare buona sorte, perché la bocca di una lupa è il luogo più sicuro per i suoi cuccioli ed è così che li trasporta da un posto all’altro nel bosco. La campagna “In bocca al lupo” vuol far conoscere abitudini e comportamenti di un lupo che non vive più solo tra le foreste selvagge dell’alta montagna ma che, grazie alla sua estrema adattabilità, si avvicina alle zone abitate in cerca di cibo, primo fra tutti le sue prede (caprioli, cervi, daini e cinghiali) che vivono anche nelle aree pianeggianti.
Lupi in Appennino pistoiese – Foto di Alberto Tovoli
Molte le fake news che circondano i lupi, prima fra tutte quella che li vuole reintrodotti, o nell’accezione più rocambolesca, paracadutati sulle nostre montagne: il lupo ha semplicemente riconquistato territori abbandonati dall’uomo e si sposta seguendo le prede, in cerca sempre di nuovi spazi. I branchi non sono mai numerosi ma hanno la struttura di gruppo familiare di 4-6 individui: i due genitori (gli unici che si riproducono), i cuccioli dell’anno e qualche lupacchiotto giovane che ancora vive in famiglia e non è andato a cercare un nuovo territorio. Sono carnivori in grado di adattare le loro abitudini alimentari alle situazioni facili rappresentate da un cassonetto aperto, cibo per animali abbandonato e animali domestici come pecore ma anche cani e gatti non custoditi sotto la sorveglianza dei loro padroni. L’incontro tra uomo e lupo è di nuovo un evento sempre più probabile e non più solo trama di racconti degli anziani intorno al fuoco; oggi le segnalazioni di avvistamenti rappresentano importanti dati per aggiornare le mappe della distribuzione dei lupi e dei loro movimenti. Per questo motivo sul sito del GZP è dedicata una pagina alla campagna “In bocca al lupo” dove sono evidenziate sia le buone pratiche da seguire per evitare incidenti di predazioni di animali domestici, sia i contatti di Francesca Ciuti e del suo team affinché ciascuno possa essere parte attiva del progetto inviando foto o raccontando di avvistamenti.
In questa epoca moderna in cui l’uomo è spesso disconnesso dalla natura, ci piace ricordare che il primo assoluto incontro tra uomo e lupo ha donato a tutti noi la compagnia del cane, animale domestico discendente dal lupo attraverso un percorso lungo 15000 anni che ha sigillato per sempre la storia di un’amicizia. Vogliamo credere che sia possibile anche oggi raccontare una storia di convivenza con questo meraviglioso animale.