Un grande ritorno per Pistoia: a breve le lancette dell’orologio del Campanile del Duomo scandiranno nuovamente il tempo che passa.
E’ uno dei simboli del centro della città di Pistoia. Ed onestamente era abbastanza triste entrare in una delle piazze più belle della Toscana (e d’Italia) e vedere quell’orologio desolatamente fermo alle 14.43. E’ da quattro anni, infatti, che l’orologio del Campanile del Duomo di Pistoia è fermo in quella stessa posizione, cioè da quando la persona addetta al suo movimento è andato in pensione. Adesso, però, è il momento di tornare a farlo funzionare, un qualcosa di utile alla città ed anche di immagine in vista di Pistoia Capitale Italiana della Cultura 2017.
Il “mago” in questione è Giuliano Mannelli, ex dipendente comunale, è l’unico in tutta Pistoia che conosce l’arte del funzionamento dell’orologio che potrà tornare a scandire il passaggio del tempo per tutti coloro che transiteranno da piazza Duomo. Questo ritorno al passato è possibile da realizzare perché è stata instaurata una collaborazione fra il Comune e la Croce Verde, associazione nella quale adesso proprio Mannelli svolge servizio di volontariato. E da volontario, tutti i giorni risalirà sul Campanile per tenere in movimento l’orologio.
Visti i quattro anni di stop, sarà prima necessaria una fase di manutenzione degli ingranaggi e finalmente si potrà poi assistere alla ripartenza ufficiale.
Le scale necessarie per raggiungere la sala dell’orologio e la maestosità del Campanile vista dalla periferia di Pistoia (foto NATURART)
LA STRUTTURA DELL’OROLOGIO
Il marchingegno che fa muovere l’orologio del Campanile del Duomo di Pistoia si trova al primo livello dell’ascesa, dopo 100 scalini. Lì c’è la cosiddetta sala dell’orologio. Si tratta di un un orologio a pendolo con due pesi in pietra: uno mette in moto il meccanismo, l’altro fa suonare la campana e l’autonomia è di circa 24-26 ore.
La forma attuale del quadrante risale invece alla fine dell’Ottocento, quando fu realizzato con la tecnica della scagliola che, attraverso l’uso di un particolare gesso, riproduce finti marmi o intarsi di pietre dure.