La storia dei primi 50 anni del Giardino Zoologico di Pistoia che in mezzo secolo da piccolo zoo di provincia è diventato un moderno giardino zoologico, in grado di contribuire in maniera determinante all’importante ruolo della salvaguardia della biodiversità.
di Eleonora Angelini – Responsabile della didattica del GDZ di Pistoia
Il Giardino Zoologico di Pistoia festeggia il 50esimo anno dall’apertura e in questi giorni di preparazione di eventi e feste penso a quando, 32 anni fa, ho fatto la mia prima passeggiata tra i vialetti del Parco mano nella mano con il mio fidanzato (oggi mio marito Paolo) che mi mostrava lo zoo fondato da suo nonno, Raffaello Galardini e dal padre Gian Franco Cavicchio.
Appassionati di animali ci siamo conosciuti nelle aule della Facoltà di Medicina Veterinaria a Pisa e negli anni successivi abbiamo speso i nostri giorni liberi dagli studi per girare gli zoo europei e comprendere come trasformare un piccolo zoo di provincia in un moderno giardino zoologico, in grado di contribuire all’importante ruolo della salvaguardia della biodiversità.
Sono stati viaggi fantastici, ricchi dell’entusiasmo e della infaticabilità giovanile; sceglievamo le tappe in base alla localizzazione degli zoo alla cui visita dedicavamo l’intera giornata, lasciando la sera per esplorare le vie e le piazze delle città francesi, olandesi, tedesche e austriache. I negozi chiusi garantivano un certo risparmio nel budget del viaggio!
Sono stati viaggi illuminanti: abbiamo incontrato persone che hanno segnato le nostre scelte lavorative, professionisti della conservazione della natura che ci hanno ispirato; molti sono diventati amici che ancora frequentiamo. Era il “tempo senza smartphone” e per reportage abbiamo centinaia di diapositive e decine di ore di video realizzati con una ingombrante e pesante telecamera; sono stati preziosi strumenti per mettere i primi mattoni nella ristrutturazione dello zoo che abbiamo ereditato nel 2000, quando nonno Raffaello ha lasciato a Paolo il timone dell’”arca”.
L’inizio è stato, come sempre, difficile: avevamo raccolto idee e avevamo costruito relazioni ma da quale parte potevamo partire? Era tutto da sistemare, tutto da riprogettare, è stata necessaria una lista di priorità. Fino ad allora la forte personalità del nonno aveva connotato scelte e decisioni. La nostra fresca energia giovanile non è stata sempre vista di buon occhio. Ogni tanto ci sentivamo incompresi mentre disegnavamo spazi e delineavamo percorsi; alcune scelte sono state impopolari, per altre è stato necessario raccogliere tutte le nostre energie intellettuali ed emotive. Paolo accentrava in sé i ruoli di direttore scientifico e veterinario, io sognavo una sezione didattica e tutto era da inventare. Nel tempo abbiamo incontrato persone che hanno unito i loro passi ai nostri: oggi sono lo staff, il cuore del GZP. Sono cresciute professionalità e competenze, responsabilità e ruoli. E’ stato necessario condividere con altri l’impegno divenuto sempre più importante; dovevamo essere punto di riferimento ma lasciar crescere creatività e iniziativa individuale.
Gli anni sono stati senza weekend liberi e gli amici che ci hanno accompagnato hanno dovuto trovare tempi differenti per stare con noi. Le nostre bambine sono cresciute senza orari fissi per la cena e hanno condiviso le nostre scrivanie per fare i compiti di scuola; le vacanze sono state sempre vicine per poter tornare in caso di bisogno e i viaggi a volte annullati per un cucciolo bisognoso di cure. Se guardo indietro posso solo essere felice e grata alla sorte che mi ha regalato la possibilità di vivere in un luogo fabbrica di emozioni dove la mia quotidianità è scandita dall’escogitare modi sempre nuovi per coinvolgere i visitatori nella sfida a favore della natura.
Il parco sta crescendo, è inserito nel contesto europeo, è punto di riferimento per l’educazione ambientale per le scolaresche ed è frequentato da migliaia di visitatori. L’impegno per la tutela della biodiversità è declinato nelle attività di ricerca e di didattica, nei successi del mantenimento e allevamento di specie minacciate di estinzione, nei tanti progetti di conservazione che finanziamo in tutto il mondo. Il passar del tempo ha incrementato la conoscenza e affinato l’esperienza, strumenti fondamentali per affrontare le sfide che l’oggi ci impone.
Per noi è l’età centrale della vita, quella che chiede la condivisione dei saperi e delle competenze. A volte ci sentiamo un po’ stanchi perché il momento storico ed economico che viviamo lascia poco spazio ai sogni e, invece, per poter realizzare il progetto di ampliamento dello zoo è necessario essere folli e sognatori.
Per alleggerire il carico abbiamo il supporto di tutti coloro che lavorano al nostro fianco: senza di loro non potremmo immaginare di trasformare un campo agricolo in luogo per l’allevamento della rara Okapi o dei meravigliosi Ghepardi.
La passione per questo luogo fa tutto il resto: come tutte le passioni può essere compresa solo se si vive e resta impossibile da spiegare. A fine giornata mi appaga la bellissima sensazione di non dover spiegare nulla a Paolo, né lui a me.
Per maggiori informazioni su come visitare lo zoo: https://www.zoodipistoia.it/