Responsabilità, solidarietà e fiducia sono le fondamenta su cui da 14 anni si basa l’attività della Fondazione, nella convinzione che gli uomini abbiano in sé la capacità per migliorare le proprie condizioni di vita.
«Vengo da una famiglia di imprenditori, faccio l’imprenditore da 25 anni e nell’organizzare il mio lavoro ho sempre privilegiato il rapporto con gli altri. Scegliere le persone giuste, motivarle nel modo migliore, farle lavorare in gruppo per il conseguimento di uno scopo comune, questi sono stati i capisaldi a cui mi sono ancorato nello svolgere la mia attività…».
Così si esprimeva il presidente della Fondazione Un Raggio di Luce Onlus l’11 giugno 2005 durante l’evento di presentazione della fondazione alla città di Pistoia nella Sala Maggiore del Palazzo Comunale.
Un Raggio di Luce, fondazione laica ed indipendente, nasce il 7 gennaio del 2004: «Ho sempre sentito dentro di me la spinta a fare qualcosa per gli altri – dice Paolo Carrara – ma non sapevo bene dove e come. Un giorno in libreria mi capitò fra le mani il “Banchiere dei poveri” di Muhammad Yunus, libro che mi fece conoscere l’esperienza del microcredito e da lì nacque l’idea di creare la fondazione intorno ai temi, da un lato dell’educazione, per creare conoscenza, e dall’altro del microcredito per dare la possibilità di sfruttare la prima per diventare protagonisti della propria vita».
Con l’accordo e il sostegno della sua famiglia, di sua sorella e di suo fratello, impiegando un consistente patrimonio iniziale per dare vita ad una organizzazione che durasse nel tempo e finanziasse progetti di crescita duratura, Paolo Carrara decise di rivolgersi non solo ai cosiddetti Paesi in Via di Sviluppo, ma anche alla realtà locale e a tutte quelle situazioni di disagio che pure abitano le nostre terre.
E così, contando su collaboratori giovani e preparati, si è andata ben presto strutturando una intensa attività volta a migliorare la qualità della vita delle collettività più svantaggiate con azioni ed aiuti diretti che rispondessero ai bisogni concreti dei singoli, delle famiglie e delle comunità. A tal fine la fondazione ha cercato da sempre di fornire strumenti che dessero alle persone la possibilità di guadagnarsi la propria autonomia, privilegiando iniziative ed operazioni di finanziamento mirate alla responsabilizzazione e non all’assistenza. In questo modo le persone, artefici della propria crescita, recuperano la loro dignità e l’aiuto materiale diventa una forza morale su cui costruire.
Poi però ci si rese conto che non si poteva fare microcredito se in certe situazioni non venivano nemmeno garantite le condizioni di base per una vita dignitosa, prime fra tutte la disponibilità di acqua potabile, di fonti di energia, l’igiene, la salute e così si decise di cominciare ad operare anche in altri campi di attività.
Ecco allora, oltre al microcredito cioè la concessione di piccoli prestiti ai cosiddetti “non bancabili” per intraprendere attività economiche in grado di elevare il loro tenore di vita, altri concreti interventi per attivare lavoro e risorse al fine di creare attività generatrici di reddito nel campo dell’agricoltura e dell’allevamento; la costruzione di abitazioni ed infrastrutture essenziali per dare condizioni di vita decorose a comunità particolarmente disagiate; la perforazione di pozzi e la realizzazione di piccoli acquedotti pubblici per l’approvvigionamento di acqua, la realizzazione di impianti per la produzione di energia rinnovabile, la creazione di Internet Point per il collegamento al web; l’assistenza sanitaria, mediante la costruzione di piccole strutture sanitarie decentrate, programmi contro la malnutrizione; l’educazione e le attività sociali, attraverso la costruzione di scuole professionali e non, il finanziamento di borse di studio e la realizzazione di centri sociali; il sostegno a distanza, per dare a bambini in difficoltà la possibilità di avere una vita dignitosa, fornendo loro le risorse necessarie ad una corretta alimentazione e una formazione scolastica adeguata.
Tutto questo con lo sguardo rivolto ai valori intorno ai quali è nata la fondazione: Responsabilità, perché ci sentiamo partecipi di quello che accade agli altri; Solidarietà, perché è importante intervenire, aiutare concretamente mettendosi nei panni dell’altro; Fiducia, nella convinzione che gli uomini abbiano in sé la capacità per migliorare le proprie condizioni di vita.
In questi quattordici anni l’impegno si è concentrato particolarmente in alcuni Paesi individuati come prioritari, cioè Burkina Faso, Repubblica Centrafricana, Nepal e Filippine, dove le strategie di azione sono state improntate soprattutto sul coinvolgimento attivo di alcune organizzazioni non governative locali, con forme di partenariato duraturo, e sulla reale partecipazione della popolazione attraverso una particolare attenzione alle priorità segnalate “dal basso”.
I nostri beneficiari privilegiati sono le donne e i bambini, soprattutto delle zone rurali del continente africano ed asiatico dove la povertà è più forte ed è più difficile operare.
Con una tale mole di attività è divenuta ben presto fondamentale la creazione di una rete di partner con i quali collaboriamo e che costituiscono una vera ricchezza per la fondazione. In Nepal, ad esempio, grazie alla collaborazione con realtà locali e Coop Italia, abbiamo finanziato la costruzione di un centro per la produzione di pashmine, le tipiche sciarpe in seta e cachemire, realizzate da donne vittime di violenza e vendute poi con il marchio Coop Solidal. Dal 2008 a Jumla, in una valle del nord-ovest del Paese a quasi 3000 m di altitudine, promuoviamo un progetto per l’empowerment delle donne ed in alcuni distretti abbiamo eliminato pratiche ancestrali come quella del “chaupadi”, cioè l’isolamento delle donne che vengono costrette a dormire nelle stalle durante il ciclo mestruale perché considerate impure. Attualmente stiamo portando avanti, con il finanziamento di Caritas Italiana, un grosso progetto che sosterrà lo sviluppo istituzionale di due cooperative femminili di microcredito create nel 2011 col sostegno della fondazione a Kavre e Dolakha, nella parte centroorientale del Nepal, attraverso attività generatrici di reddito, corsi professionali, di alfabetizzazione, promozione della salute riproduttiva e dell’uguaglianza di genere.
Nelle Filippine la collaborazione con il Movimento dei Focolari ci ha permesso di realizzare un centinaio di case per i baraccati di Manila, Tagajtaj, S. Fernando-La Union, Cebu e Davao, rimaste integre anche dopo il devastante tifone che colpì il Paese qualche anno fa.
Tutti gli interventi vengono decisi nella sede di Pistoia, dove lavorano cinque persone e un numero variabile di collaboratori, spesso in viaggio nelle zone di intervento.
Tutto il nostro lavoro sarebbe però meno incisivo senza la presenza di quelli che Paolo Carrara ama chiamare “Grandi Spiriti” e cioè quelle persone speciali che hanno incrociato “per caso” i nostri progetti e che si sono rivelate fondamentali per portarli avanti.
Fra queste persone straordinarie spicca, ad esempio, suor Elvira Tutolo, religiosa italiana di Termoli presente da quasi trent’ anni sul territorio africano. Dal 2001 opera nella città di Berberati in Repubblica Centrafricana dove l’Ong Kizito, da lei fondata, sostiene ed assiste i bambini di strada, i bambini soldato e i ragazzi segnalati dal Tribunale dei Minori.
La fondazione la sostiene ormai da più di dieci anni e i risultati sono stati bellissimi. Fedeli alla nostra missione, sempre in Centrafrica, nella regione della Lobaye al confine con il Congo, abbiamo creato due Casse di Risparmio e Credito Autogestite (CECA) a Pissa e Mbata in collaborazione con Fondazione Caript e Cassa di Risparmio di Pistoia e della Lucchesia.
Ultimamente abbiamo dato vita ad un progetto in Burkina-Faso, Paese in cui operiamo dal 2005, con l’obiettivo di creare pozzi alimentati ad energia solare che, oltre a fornire acqua per scopi alimentari, irrigano coltivazioni e orti ed abbiamo da anni un programma di assistenza medica per le malattie dell’apparato riproduttivo femminile che ci ha consentito di far visitare, curare e, in caso di necessità, operare, centinaia di donne.
Mi piace a questo punto elencare i Paesi principali in cui la fondazione attualmente opera:
In Africa: Burkina-Faso, Eritrea, Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo, Tanzania.
In Asia: Filippine e Nepal.
In America Latina: Brasile.
In Italia, infine, operiamo principalmente nella provincia di Pistoia e a Napoli.
Nella nostra città, insieme alla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, abbiamo dato vita al Social Business Lab Pistoia per favorire la nascita di sempre più numerose imprese sociali che, reinvestendo totalmente gli utili realizzati, possano da un lato creare occupazione e dall’altro svolgere un’utile funzione per la collettività.
Quest’anno, a tre anni di distanza dalla sua ultima visita, abbiamo avuto l’onore di presentare al prof. Muhammad Yunus, in visita a Pistoia lo scorso 17 aprile, due nuove imprese sociali nate dal tenace impegno di giovani artigiani ed imprenditori e dall’opera di accompagnamento e sostegno del Social Business Lab Pistoia. Inoltre il prof. Yunus ha premiato gli studenti vincitori del programma “Giovani e Social Business” che tutti gli anni coinvolge centinaia di studenti delle scuole della Provincia di Pistoia.
Altro storico progetto a cui teniamo molto è quello del Microcredito Pistoiese, partito nel 2007, che abbiamo portato avanti insieme alla Fondazione Caript, alla Misericordia di Pistoia, alle Caritas di Pistoia e di Pescia, alla Provincia di Pistoia e al sistema delle banche locali e che, tramite il lavoro fondamentale dei volontari dei centri di ascolto, ha permesso di erogare più di tre milioni di microcrediti in dieci anni.
Organizziamo, inoltre, ogni anno il 6 dicembre, il Premio Nazionale Antonino Caponnetto per la cultura della legalità, proprio in occasione dell’anniversario della morte del giudice, nostro concittadino d’adozione, premiando persone che si sono distinte nella diffusione dei principi di legalità e giustizia.
Alla fine voglio spendere alcune parole, che però non rendono ragione della complessità dell’intervento, per due progetti realizzati in questi anni in contesti emblematici della città di Napoli: Scampia e il Rione Sanità. Nel primo abbiamo sostenuto e assistito la creazione dell’Associazione di Volontariato Centroinsieme che porta avanti attività di doposcuola a favore dei bambini che abitano nelle Vele, nel secondo abbiamo finanziato la ristrutturazione e la trasformazione dell’ex convento del Monacone in bed & breakfast e abbiamo donato due pulmini alla cooperativa La Paranza, formata dai giovani del quartiere, perché potessero traportare i turisti in giro per la città ed utilizzarli anche per viaggi di lavoro. Il progetto, nato nel 2006, è stato un vero e proprio volano per le successive “imprese” di questa straordinaria realtà: da quel momento, infatti, è stato tutto un fiorire di iniziative che hanno portato spesso il Rione Sanità e i suoi giovani alla ribalta delle cronache, e non per fatti di camorra.
Questa è la nostra massima aspirazione, essere la scintilla iniziale che mette in moto un processo virtuoso capace di creare migliori condizioni di vita, lavoro e sviluppo nei contesti più degradati, ridando dignità alle persone.
Testo
Cristiano Vannucchi
Segretario Generale – Fondazione Un Raggio
di Luce Onlus – Pistoia
Foto
Archivio Fondazione
Un Raggio di Luce Onlus