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Le Edizioni Via del Vento compiono trent’anni

In occasione del trentennio di attività abbiamo rivolto al suo fondatore, Fabrizio Zollo, alcune domande per conoscere meglio questa piccola, grande realtà editoriale che da tre decenni rappresenta una bella eccellenza espressa dalla nostra città.

Fabrizio Zollo, fondatore delle Edizioni Via del Vento

Cosa ti ha spinto a fondare le Edizioni Via del Vento? E perché questo nome particolare che rispecchia anche un progetto editoriale non comune?

Quando fondai nel 1991 le Edizioni Via del Vento, avevo l’atelier per coltivare le mie passioni artistiche in Via Vitoni a Pistoia, dove tutt’ora le esercito. La via, sino alla fine dell’Ottocento, si chiamava Via del Vento, in quanto vi spira sempre vento, anche nell’estate più torrida. Qui nella prima metà del Novecento hanno vissuto i maggiori letterati pistoiesi, Gianna Manzini, Piero Bigongiari e Sergio Civinini, senza mai incontrarsi fra di loro, perché vi hanno abitato in periodi diversi e nell’ordine in cui li ho citati. In questa stessa via all’inizio del Novecento si stampava inoltre la rivista letteraria «La Tempra», che ospitò anche una prosa lirica di Dino Campana.

È per cercare di onorare questa tradizione letteraria della via che ho ritenuto di pubblicare i volumetti contenenti racconti inediti in Italia di grandi letterati italiani e stranieri del Novecento, oggi conosciuti un po’ da tutti.

Cosa facevi prima di diventare editore? Quale è stata la tua formazione?

I miei studi, mio malgrado, sono stati quelli commerciali (sono laureato in Scienze Economiche), ma la mia inclinazione è sempre stata quella verso le arti e la letteratura. Mi dedico alla pittura, alla scultura, alla fotografia. Ho tenuto mostre in Italia e in Francia. Scrivo, e leggo preferibilmente letteratura del Novecento.

Immaginiamo che alla base del tuo progetto editoriale ci sia una grande ricerca bibliografica…

Il maggior lavoro di ricerca bibliografia viene svolto di volta in volta dal curatore del volumetto, esperto di quel determinato autore che vado a pubblicare. Ogni anno esprimo in genere la mia preferenza su un determinato numero di grandi autori italiani e stranieri già antologizzati nella storia della letteratura e li sottopongo ai vari possibili curatori, che sono anche i traduttori dei testi nelle varie lingue, i quali hanno il compito non indifferente di verificare se in tutto quello che è stato tradotto e pubblicato in Italia di quegli autori vi fosse rimasto ancora qualche racconto per noi inedito.

Via Ventura Vitoni, già Via del Vento

Come si arriva alla pubblicazione di un’opera inedita di un grande autore della letteratura? È più un lavoro di ricerca o di selezione?

Io parto quasi sempre da un ventaglio di autori che sono di mio personale interesse e che mi piacerebbe pubblicare. Il punto fondamentale è capire se esistono testi inediti di un determinato autore, che nessuna casa editrice ha mai pubblicato in Italia. Di solito mi rivolgo ai miei collaboratori, esperti di letterature straniere, per sapere se è possibile ricercare opere inedite di un certo autore. Il processo di ricerca, lungo, laborioso e improntato alla massima precisione, avviene attraverso il reperimento dell’opera omnia dell’autore in questione e la collazione di tutte le sue opere già pubblicate in Italia, per vedere se esiste qualcosa che è “sfuggito” ai grandi editori. Per esempio, nell’opera di Thomas Mann abbiamo trovato un testo in prosa, dal titolo “Sedute spiritiche”, rivelatosi inedito in Italia, che abbiamo pubblicato dopo una scrupolosa verifica, necessaria per evitare future contestazioni da parte di filologi e studiosi.

Cosa ci dici degli autori pistoiesi?

Nella cessata collana “Le streghe” ho pubblicato i grandi letterati pistoiesi del Novecento, a cominciare da Gianna Manzini e Piero Bigongiari, che ritengo due figure centrali nella storia letteraria della nostra città: la Manzini è stata interprete di una “prosa d’arte” che l’ha fatta definire la “Virginia Woolf italiana”, mentre Bigongiari è stato un esponente di spicco dell’ermetismo fiorentino. Ho pubblicato anche scritti, memorie e saggi inediti di artisti pistoiesi come Melani, Frosini, Cappellini, Marini e Michelucci, riscoprendo anche figure in apparenza “minori” come il pittore Antonio Puccinelli, attivo a Firenze e Pistoia nella seconda metà dell’Ottocento, importante anticipatore della corrente dei Macchiaioli, e ricordato da una via a lui intitolata nel centro storico della nostra città.

La tua è una piccola casa editrice, di respiro internazionale ma profondamente legata a Pistoia. Com’è il rapporto con la realtà culturale della nostra città?

Nessuno è profeta in patria, e il proverbio vale anche per le edizioni di Via del Vento. Basti pensare che della casa editrice non è stata fatta menzione nel lungo fascicolo per la candidatura di Pistoia come Capitale italiana della Cultura. Via del Vento è più conosciuta fuori città, non solo negli ambienti letterari di nicchia, ma anche presso gli appassionati di letteratura italiana e straniera del secolo scorso, a giudicare dalle recensioni e dalle citazioni pubblicate sui grandi quotidiani nazionali.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Resistere. Di questi tempi non mi pare un impegno di poco conto. Continuare a proporre testi di grandi autori italiani e stranieri del Novecento inediti in Italia. Si usa dire che la poesia ci salverà, io aggiungerei che la letteratura in generale ci salverà e la sua diffusione – alimentando e arricchendo il nostro spirito – potrà rappresentare un argine al dilagare dell’ignoranza massificatrice, al qualunquismo, al populismo, alle sempre in agguato derive autoritarie. 

A cura della Redazione

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