La Toscana custodisce un patrimonio millenario di arte, cultura e tradizioni che si intrecciano con le innovazioni del presente, dando vita a filiere industriali uniche nel loro genere. Tra le gemme nascoste di questa regione, spicca il distretto cartario di Lucca, un’eccellenza che ha fatto della carta il suo simbolo distintivo, trasformando antiche tradizioni artigianali in moderne tecnologie sostenibili. Le radici del distretto cartario affondano nel Rinascimento, quando le città di Lucca e di Pescia divennero celebri per la produzione di carta pregiata, destinata a nobili e artisti di tutta Europa. Le antiche cartiere, disseminate lungo i corsi d’acqua che attraversano le città, divennero fucine di creatività e sapienza artigianale, contribuendo al fulgido splendore culturale del territorio.
Fu poi verso la metà del 1800 che uno spirito artigianale secolare, unito a un più recente sviluppo tecnologico e alla tipica predisposizione per il commercio, fiorirono nella singolare figura di Stefano Franchi. Fu proprio Stefano Franchi, infatti, di professione farmacista, a inventare a Villa Basilica un metodo per fare la carta partendo da una materia prima tanto povera quanto abbondante a livello locale: la paglia. Dobbiamo proprio a quell’ingegnosa invenzione se oggi il distretto cartario di Lucca è uno dei più importanti del sistema industriale italiano, in grado di produrre quasi il 40% delle carte igieniche utilizzate a livello europeo e oltre l’80% di quelle utilizzate nell’intera penisola. In questo contesto, spicca l’Azienda Lucart, un’azienda toscana all’avanguardia nel settore della carta, che nata proprio a Villa Basilica come il Franchi, ha abbracciato, fin dalla sua nascita 70 anni fa, l’economia circolare e il riciclo dei materiali, diventando un pilastro della sostenibilità ambientale. Grazie alla sua tecnologia all’avanguardia, Lucart ha rivoluzionato il concetto di riciclo dei cartoni per bevande tipo Tetra Pak®, trasformandoli in materiale prezioso per la produzione di carta e altri prodotti eco-sostenibili.
A causa della sua composizione mista fatta di fibre di cellulosa (74%), alluminio (4%) e polietilene (22%), questo materiale spesso non veniva recuperato a fine vita, o veniva recuperato solo parzialmente.
Lucart, storica azienda lucchese all’avanguardia nel settore della carta, ha abbracciato, fin dalla sua nascita 70 anni fa, l’economia circolare e il riciclo dei materiali, diventando un pilastro della sostenibilità ambientale.
Lucart ha sviluppato una tecnologia in grado di separare la parte di cellulosa, che viene immediatamente avviata alla cartiera per diventare nuova carta a basso impatto ambientale (EcoNatural), dal polietilene e dall’alluminio che vengono avviati a un diverso ciclo produttivo in grado di estrudere questi materiali e di granularli ottenendo un nuovo
materiale, chiamato Granplast, pronto a divenire una materia prima plastica riciclata, utilissima per la fabbricazione
di pallet per il trasporto delle merci, arredo urbano o addirittura vasi da fiori.
Un vero e proprio processo di economia circolare tutto toscano che coinvolge aziende di settori diversi unite da un unico obiettivo: creare valore per tutti nel rispetto dell’ambiente. Ad arricchire il legame del progetto con il territorio, infatti, c’è anche la presenza a monte del processo di un’altra azienda toscana come Revet. Quest’ultima raccoglie e seleziona i cartoni per bevande in gran parte della Regione e li avvia al recupero presso Lucart collegando le buone pratiche dei cittadini che fanno la raccolta differenziata a casa, all’innovativo tessuto imprenditoriale della regione, in grado di dare nuova vita a tutti i materiali raccolti.
Ma non finisce qui! Con il Granplast ottenuto dal riciclo della parte di plastica e alluminio dei cartoni per bevande, un’altra azienda Toscana, la Nuova Pasquini & Bini, ha sviluppato un vaso per il settore vivaistico, chiamato Infinity, con un ridotto impatto ambientale, privo di carbon black e dalle proprietà fitostimolanti molto promettenti.
L’esempio del distretto cartario di Lucca è un’illuminante testimonianza di come tradizione e innovazione possano convergere verso un futuro sostenibile, attraverso la collaborazione sul tema del recupero degli scarti, con aziende e altri distretti territorialmente vicini.