La fase dell’accoppiamento e la conquista dell’harem femminile raccontato da vicino.
Uno spettacolo unico nel suo genere, il poter respirare una natura selvaggia ed il contatto con un animale che con le sue grosse corna è sinonimo di forza, coraggio e maestosità. L’animale in questione è il cervo, la fase dell’anno è quella fra metà settembre e metà ottobre, lo spettacolo è il suo bramito che si può ascoltare, e vedere dal vivo, in molti angoli del nostro Appennino.
Dove si possono ammirare?
Per tutti i curiosi che ci hanno chiesto, sulla nostra pagina Facebook, dove e quando si può assistere da vicino a questi eventi la risposta è semplice: bisognerà attendere lo stesso periodo dell’anno, ma nel 2016 visto che gli accoppiamenti e la fase più acuta di “testosterone” dei cervi maschi sta per finire. Varie associazioni organizzano eventi, fra le quali Castanea Società Cooperativa Agricolo Forestale che ogni anno a Torri realizza una serata di ascolto del bramito.
Cos’è il bramito del cervo?
E’ il periodo di massima attività annuale per quanto concerne l’accoppiamento con i maschi che riempiono le proprie giornate emettendo questi suoni, appunto i bramiti, che occupano tutta la loro attività. Questi suoni servono per attirare le femmine, che si muovono in branco, e quando i più “anziani” incontrano altri contendenti, specialmente i più giovani, danno vita a vere e proprie battaglie a suon di incornate che possono terminare, in alcuni casi, anche con la morte di uno dei contendenti. Molti smettono di mangiare ed in un mese possono arrivare anche a perdere il 20% del proprio peso. E’ per questo che, spesso e volentieri, capita di vedere gli animali sdraiati ad ore per terra nel tentativo di recuperare le proprie forze.
Il cervo all’alba ed un bellissimo scatto ravvicinato nel bel mezzo del bramito (photo-credit Gian Luca Gavazzi)
“L’orario migliore per assistere a questo spettacolo da un punto di vista fotografico – ci racconta Gian Luca Gavazzi, fotografo specializzato nella ricerca delle aree di bramito dei cervi e che ci ha concesso le foto che vedete in questo post – è al mattino alle prime luci del sole oppure al crepuscolo: in genere, se ben appostati, si riesce a poterli ammirare anche fino alle 8.30-9 se la zona dell’arena non è particolarmente disturbata. Gli accorgimenti sono semplici: va tenuto presente che sei un ospite all’interno della loro arena e quindi non si può andare con la barba fatta o belli improfumati, altrimenti gli animali rimangono nascosti nel bosco perché fiutano la presenza dell’uomo. Per questo, in ogni caso, è fondamentale mettersi sottovento. E poi bisogna avere un abbigliamento mimetico ed una attrezzatura agile in caso che la visita possa complicarsi. Ma la cosa che tutti devono capire è quella di portare rispetto e non fare mosse azzardate intorno ai cervi, perché è come se fossimo loro ospiti”.
A quale distanza bisogna rimanere?
Assistere a spettacoli del genere regala sensazioni uniche perché ti fa vivere da vicino emozioni, suoni e sapori davvero particolari. “Mi è capitato di recente di appostarmi in un ginestraio non particolarmente profondo – ci racconta ancora il fotografo – ed è stato incredibile: i cervi erano a pochi metri, ti senti come un naufrago in mezzo al mare e quando bramiscono ti vibra la cassa toracica da quanto è forte il rumore”.
Ovviamente, visto che si è ospiti nel loro habitat, bisogna comportarsi come tali e mantenere sempre una certa distanza di sicurezza di almeno 50 metri dal luogo dove i cervi si incontrano e magari si sfidano.
Per quanto concerne i luoghi dove vedere al meglio i cervi, il più conosciuto è senz’altro quello fra il bacino di Suviana e di Brasimone con una radura di quasi un chilometro e le osservazioni vengono fatte in totale sicurezza. Per chi, invece, vuole soltanto ascoltare i suoni basta anche salire alla Cascina di Spedaletto, per fare un esempio, mettersi a bordo strada seduti sul cofano della propria auto e lo spettacolo, almeno per le orecchie, è assicurato.
Per chi, infine, vuole capire meglio questo magico modo, come detto la Cooperativa Castanea ogni anno realizza a Torri una serata di ascolto. “Prima di portare le persone a contatto con i cervi – ci spiega Francesca Ciuti, una delle responsabili della cooperativa – facciamo una piccola lezione sulla biologia del cervo e sul tipo di emozione che vivranno, davvero molto forte. Il bacino dell’Appennino Tosco-Emiliano comprende le province di Pistoia, Prato, Firenze e Bologna ed attualmente la popolazione stimata di cervi si aggira sui 3.000 esemplari“.
Una battaglia all’interno dell’arena ed il bramito visto da lontano (photo-credit Gian Luca Gavazzi)
Il 25 ottobre a Cutigliano si parlerà di animali selvatici, in questo caso il lupo, all’interno di un convegno tecnico-scientifico con la presenza di esperti, ma aperto a tutta la popolazione, con in più una mostra fotografica ed un laboratorio didattico per i bambini per far capire loro come conoscere l’animale.
Redazione Discover Pistoia