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Luoghi ritrovati e da ritrovare

Pistoia Capitale italiana della Cultura nel 2017 potrà ritrovare e riscoprire alcuni pezzi di città, della sua storia e del suo patrimonio artistico che da troppo tempo erano rimasti nell’oblio.

Spazi ed edifici inaccessibili e attaccati da un crescente degrado, che anche nella memoria dei più anziani piano piano stavano inesorabilmente sbiadendo. In questo anno sono iniziati importati interventi di restauro che assieme ad altri già avviati precedentemente troveranno il loro completamento.
Questo breve articolo offre un primo sguardo su quei cantieri che, per l’importanza dell’edificio interessato e per la qualità ed entità dell’intervento, possono considerarsi tra i più significativi e rappresentativi della crescente attenzione ed impegno che la città sta mettendo nel recuperare il proprio patrimonio artistico e storico.

Volendo dare un senso cronologico alla nostra trattazione partiamo da quella che la storiografia e la tradizione cittadina vorrebbero come la prima cattedrale di Pistoia, la Chiesa di San Salvatore. La chiesa è citata per la prima volta nel 979, ma la sua attuale conformazione certamente risale al XIII secolo, per quanto sia stata modificata nella zona absidale nel corso del Cinquecento ed alterata più volte nei secoli successivi con specifico riferimento alle finestrature della facciata principale e di quella laterale.Questo piccolo edificio sorge ai margini della piazza del Comune, dietro la Torre di Catilina. La sua facciata, modesta nelle dimensioni, ma caratterizzata da un sobrio ed elegante disegno tipicamente medievale e romanico – se pur rimaneggiato – è l’unica immagine che i pistoiesi hanno potuto conoscere e riconoscere nell’ultimo secolo. La chiesa, dopo le soppressioni Leopoldine, ha avuto una vita assai travagliata che l’ha vista sconsacrata e trasformata in bottega e magazzino. Oggi il progetto di recupero, che troverà completamento nell’anno, ci restituirà uno spazio restaurato sia nel suo aspetto esteriore che nei suoi interni. La Soprintendenza, che qui come negli altri esempi che seguono garantisce l’alta sorveglianza dei lavori, ci informa che dalle prime indagini e saggi non poche saranno le sorprese che questo edificio ci offrirà alla sua riapertura. La futura destinazione d’uso sarà quella di uno spazio polifunzionale per attività culturali e di promozione dell’intera città.

IMG 6671IMG 9165Particolare della cupola di S. Leone; particolare dell’affresco del ‘400 della Madonna con Bambino nella chiesa del Tempio.

Altra Chiesa anch’essa di antica fondazione e, purtroppo, come la precedente con analogo infausto destino è quella di San Jacopo in Castellare, prima soppressa e sconsacrata, poi trasformata in laboratorio e deposito. Di questo edificio proprio all’interno di questo “Focus” troverete un più dettagliato approfondimento, ma si può dire che sorge in quell’area soprelevata ed in passato fortificata, che prendeva il nome di “Castellare”, che oggi si può individuare tra la piazzetta della Sapienza, via del Carmine e via delle Pappe. Documentata dal 1131, probabilmente sostituì una più antica chiesa paleocristiana, e fu successivamente modificata nel Duecento. Di particolare importanza gli affreschi, solo parzialmente ritrovati e recuperati, nell’aula principale risalenti ai secoli XIII e XIV. Il restauro, oggi affidato ed in fase di avvio, si spera possa concludersi nell’anno, ridando alla città non solo la chiesa ma l’intero complesso costituito dalla canonica e da un orto giardino cinto da mura. Qui, tra l’altro, troverà adeguata e prestigiosa sede la Società Pistoiese di Storia Patria e tutti gli spazi saranno al servizio di attività culturali.

Altro complesso ben poco conosciuto e studiato è quello detto del Tempio o Nemoreto, che trova collocazione tra via dei Laudesi e via Nemoreto. Dell’antica struttura, a metà di quest’anno, dopo l’ultimazione dei restauri interni, si riaprirà la chiesa dedicata a San Giovanni Decollato, chiusa da circa cinquanta anni. Nell’occasione sarà presentata anche una specifica pubblicazione che fornirà una ricostruzione storica completa delle vicende di questo complesso, nato come spedale sul finire dell’XI secolo. Se non è certa la data di edificazione della chiesa, sicuramente lo spedale voluto dai Conti Guidi è citato dal 1097, collocato in prossimità della seconda cerchia di mura in luogo detto “Memoreto”. Lo spedale fu sottoposto all’Ordine dei Gerosolimitani, anche se la storiografia locale lo vuole dei Templari per quel nome “Il Tempio”, che sin da epoca antica lo caratterizza. Oggi la chiesa si presenta nella sua immagine tardo barocca, frutto di una radicale trasformazione e parziale riedificazione eseguite nella seconda metà del Settecento. Ma al suo interno si conservano testimonianze più antiche, dei secoli XIII-XV, come la bellissima testa marmorea del Battista e due affreschi di Madonna, uno nell’antiportico e l’altro sull’altare destro del transetto.

Per concludere, come non parlare della Chiesa di San Leone, o più correttamente dello Spirito Santo: era questa infatti l’originale titolazione della chiesa sorta nel secolo XIV e retta per quasi tutta la sua esistenza dalla Compagnia dei Preti, appunto, dello Spirito Santo. L’edificio, che fa da sfondo alla omonima piazza di San Leone, è senza alcun dubbio di smentita il più importante esempio di tardo barocco pistoiese. La Chiesa, per successive modifiche ed ampliamenti tra il XVII e XVIII secolo, ha raggiunto l’attuale conformazione ad aula unica tripartita in navata a volta ribassata, seguita da presbiterio con cupola e coro voltato. Una chiesa interamente decorata ed affrescata nella seconda metà del XVIII secolo, dal maestro Vincenzo Meucci e da aiuti e quadraturisti, quali Lorenzo del Moro e Mauro Tesi. Da pochi mesi sono partiti gli interventi di restauro degli interni con il recupero dell’imponente ciclo pittorico, che per ricchezza compositiva, estensione e qualità può essere annoverato tra i capolavori del maestro fiorentino eseguito fuori dalla città natale. Di particolare suggestione le scene della cupola e del coro dove al centro della parete di fondo campeggia la “Pentecoste”. Gli esperti restauratori che oggi hanno completato la delicatissima fase delle puliture e dei consolidamenti delle pellicole pittoriche, ci hanno restituito gli originali rapporti cromatici, la vivacità e luminosità della felicissima tavolozza del Meucci. La visione ravvicinata ha permesso ad operatori e progettisti di acquisire nuove ed inedite informazioni sulle tecniche ed i materiali utilizzati, nonché sulla capacità esecutiva e compositiva dell’autore che con pochi tratti veloci e netti di pennello ha saputo definire figure ed atmosfere, dove il cielo e le nuvole paiono più veri di cielo e di nuvole. Un’esperienza visiva unica, che grazie alla predisposizione di ponteggi adeguati per visite guidate, oggi può essere condivisa con tutta la città e non solo. I lavori, che costituiscono il primo lotto di un intervento complessivo di restauro e riqualificazione della chiesa, saranno completati nel mese di giugno. La Chiesa dello Spirito Santo recuperata nel suo apparato pittorico decorativo riaprirà, e resterà aperta per tutto l’anno, ospitando la mostra della “Visitazione” di Luca Della Robbia, capolavoro assoluto del più significativo esponente della Bottega di Via Guelfa, di ritorno dagli Stati Uniti dove è stata la principale protagonista della mostra itinerante dedicata ai Della Robbia, nonché ambasciatrice nel mondo di Pistoia Capitale Italiana della Cultura 2017.

 

TESTO
Simone Martini
FOTO
Nicolò Begliomini
Nicola Becagli

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