La Chiesa di Santa Maria delle Grazie, detta anche della Madonna del Letto, si trova in Piazza San Lorenzo a Pistoia; fu eretta al posto di un piccolo oratorio fondato in precedenza per commemorare alcuni eventi miracolosi che erano avvenuti nel XIV secolo nell’adiacente Ospedale di San Lorenzo.
Il letto a cui è legato il nome di questa chiesa è costituito da due tavole lignee ex-voto datate 1336-1337 e fu proprio questo il luogo del primo Miracolo: la Madonna apparve ad una giovane gravemente inferma da molti anni mentre vi riposava e così la ragazza ritrovò piena salute. Si narra che nella stessa occasione la Vergine apparve con il Bambino, imprimendo sul muro vicino alla giovane risanata l’affresco, detta acheropita in quanto sarebbe stata realizzata da mano divina e non umana, che si può vedere oggi sull’altare maggiore. Un altro miracolo avvenne nel 1348, quando la Madonna col Bambino in braccio apparve a dei giovinetti annunciando l’imminente arrivo della peste in città e invitando la popolazione alla preghiera e alla conversione. La chiesa divenne così oggetto di devozione ed il Comune prese la decisione di rinnovarne l’immagine grazie a ingenti donazioni, tra le quali spiccò un lascito da parte della famiglia Forteguerri (1481), di cui troviamo lo stemma al centro della facciata tra i due scudi con la scacchiera pistoiese. Al di sopra dell’architrave il Comune di Pistoia volle celebrare ulteriormente il suo intervento inserendo una ghirlanda contenente lo stemma cittadino, sorretta da due Micchi con mantelli a scacchi, simbolo della città.
Incorniciatura monumentale della porta d’accesso alla Cappella del Letto con l’organo Tronci; l’Altare maggiore.
È noto che la nuova fabbrica della chiesa fu avviata precedentemente al 1469 da Giovambattista di Antonio Gerini, capocantiere e architetto pistoiese che aveva lavorato anche alla facciata dell’Ospedale del Ceppo. A lui si devono il disegno della facciata rinascimentale, della navata e del soffitto a cassettoni. All’intersezione tra la navata unica ed il transetto si trova una cupola emisferica cieca su pennacchi, collocata su colonne isolate, opera dell’architetto e “legnaiuolo” pistoiese Ventura Vitoni, alla quale si cominciò a lavorare dal 1484. A incorniciare visivamente l’altare maggiore si trova una sorta di arco di trionfo, realizzato con la soluzione “alla serliana”: l’arco a tutto sesto è affiancato simmetricamente da due aperture architravate. Il pittore pistoiese Gerino d’Antonio Gerini dipinse sulla testata di questo arco di trionfo un Angelo annunciante e un’Annunciata. Gli archi che circondano la cupola sono decorati con motivi a cassettoni e ghirlande, mentre all’interno dei pennacchi si trovano quattro tondi con le immagini degli evangelisti, opera del pittore senese Niccolò di Mariano.
Nella prima metà del XVII secolo venne avviata una serie di interventi promossa dal canonico Giovanni Battista Forteguerri che definì l’aspetto attuale della chiesa: fu costruita la piccola loggia sull’ingresso laterale, vennero rinnovati l’altare maggiore e i due altari del transetto, introducendo preziosi materiali policromi e tarsie marmoree geometricamente composte, affini al gusto del primo Seicento Toscano, opera di manovalanze lucchesi e carraresi; successivamente vennero realizzati i tabernacoli adiacenti agli altari, la Cappella del Letto, le tre tombe gentilizie ed il Ciborio in lamina d’argento.
Un ulteriore aggiornamento stilistico è costituito dal monumento funebre di Luca Cellesi, che mostra evidenti riferimenti al barocco romano di derivazione berniniana. Al di sopra del cenotafio in marmo nero si sviluppa la scena: la Carità, donna giovane e benigna, tiene in braccio due bambini guardando il ritratto del defunto, un angioletto sostiene lo stemma della famiglia Cellesi, mentre un altro regge un drappo azzurro che fa da sfondo all’intera composizione.
A conclusione degli interventi sull’edificio, nel 1698 venne realizzato l’ornamento del portale laterale, costituito da una cornice in marmi policromi affiancata da nicchie contenenti due busti virili su basamenti con rilievi figurati. I due ritratti scultorei rappresentano i fratelli Giulio Antonino e Domenico Maria di Fabrizio Cellesi, con un gusto riconducibile all’ambito stilistico dei Vaccà e fanno da contrappunto simmetrico a quelli del Cardinale Niccolò e del fratello Cav. Pietro Bartolomeo Forteguerri che incorniciano l’accesso alla cappella contenente l’antico letto.
L’organo, che ancora oggi si trova all’interno della chiesa, fu realizzato nel 1755 da Antonio e Filippo Tronci e restaurato nel 1987 dal costruttore di organi giapponese Hiroshi Tsuji. L’artigiano, divenuto cittadino onorario di Pistoia in seguito al restauro dello strumento presente presso la chiesa di San Filippo, ricostruì una copia esatta dell’organo della Madonna del Letto su commissione del Museo delle Belle Arti di Gifu in Giappone. Nel 1993, in occasione della visita in Italia dell’Imperatore Akihito e sua moglie Michiko, esperta arpista e pianista, la coppia domandò di visitare la chiesa di Santa Maria delle Grazie per poter ammirare l’organo originale. A partire dal 1994 Shirakawa, città della prefettura di Gifu, è gemellata con Pistoia ed è sede della Academy of Italian Organ Music da oltre trent’anni, richiamando studenti e appassionati da tutto il mondo.
FOTO
Nicolò Begliomini
TESTO
Fai Giovani Pistoia
Leonardo Fabbri
Sara Gaggioli
Adele Massoli