Continuano i grandi eventi di Pistoia Capitale: Marino Marini incontra Mirò.
La mostra – contestuale all’evento espositivo Marino Marini. Passioni Visive allestito a Palazzo Fabroni – accoglierà, fino al 7 gennaio 2018 nelle sale del Palazzo del Tau, per la prima volta a Pistoia le opere di Mirò selezionate basandosi su un criterio di affinità con il maestro pistoiese, che rivelano un’amicizia sia d’arte che di pensiero, un rapporto nato e coltivato negli anni Cinquanta del secolo scorso, testimoniato da scambi di lettere conservate negli archivi della Fondazione Marino Marini.
Miró e Marino sono entrati in contatto negli anni Cinquanta grazie alla frequentazione dell’atelier di Fernand Mourlot a Parigi dove entrambi, insieme a Chagall, Picasso e altri grandi maestri contemporanei, andavano a stampare le loro litografie e il loro incontro ha sicuramente dato vita ad un rapporto amichevole e caloroso.
Se già ad un primo sguardo le loro opere mostrano assonanze evidenti, ad uno studio più approfondito le ‘affinità elettive’ sono molteplici e i rimandi ai temi e ai contenuti dei due artisti divengono molto interessanti.
Evidente nella volontà di entrambi la ricerca della semplicità trovata dopo aver spogliato la realtà di qualunque tipo di sovrastruttura.
La mancanza di limiti prospettici la ritroviamo nei dipinti di Miró così come in quelli di Marino. Forme isolate, campiture di nero assoluto e di colori primari, quasi grafiche, creano confini netti nello spazio nudo, come tagliato dalla luce potente del sole. Un sole o una luna enorme che talvolta appare come astro protagonista nei dipinti e nelle grafiche dei due artisti.
Indubbiamente l’azzurra vastità dei cieli del sud e la luce di queste terre hanno influenzato la visione dei due artisti, allontanandoli dall’inquietudine del ‘mistero nordico’ che Marino ha colto una volta giunto ai piedi delle alpi svizzere, per donare alle loro opere una ‘poesia mediterranea’ che avvolge, arrotonda, addolcisce la visione del reale.
“L’obiettivo della mostra è dare rilievo all’anima pittorica di Marino – spiega la coordinatrice Ambra Tuci – e di avvicinare le sue opere, in un gioco di assonanze, ad uno dei più rivoluzionari pittori del Novecento, Joan Mirò”. Oltre alle affinità nello stile, nella resa pittorica, nel colore, la spazialità, le scelte, troviamo il tema del circo, caro ai due artisti e amici. L’accostamento alla natura, l’interpretazione della realtà che rinasce tramite ampie campiture, forme grafiche delimitate da confini netti, colori accesi, smaglianti, cromatismi primari in contrasto, illuminati da tagli di luce”.
Per Marino infatti il colore rappresenta l’inizio di ogni idea. Ne dà prova su tela, con le opere realizzate tra il 1950 e il 1970 sul mondo circense e teatrale. Come srisse Marino stesso: “Ho sempre sentito il bisogno della suggestione sensoriale del colore per dare inizio a una forma: è il colore che mi dà la spinta e il sentimento per fare qualcosa di creativo. Così comincio con il colore e dopo vedo una linea e vedo una forma”.
La mostra “Mirò e Marino. I colori del Mediterraneo” è promossa dalla Fondazione Marino Marini in collaborazione con il Comune di Pistoia, la Fondazione Mirò di Barcellona e la Fondazione Mirò di Palma.