Il 7 luglio 1881 inizia la pubblicazione a puntate di Storia di un Burattino sul Giornale per Bambini, uno dei primi periodici per l’infanzia usciti in Italia. L’autore del racconto è Carlo Collodi che terminerà la storia nel gennaio del 1883. Già nel febbraio di quell’anno il racconto a puntate diventa un romanzo intitolato: Le Avventure di Pinocchio. Storia di un burattino, stampato dalla Libreria Editrice Felice Paggi di Firenze.
Quest’anno ricorrono dunque il 140 anni dalla “nascita” di Pinocchio, personaggio letterario protagonista del libro non religioso più tradotto al mondo: di edizioni note de Le Avventure di Pinocchio se contano circa 280 versioni in lingue, idiomi e dialetti diversi. L’autore Carlo Lorenzini decise di firmarsi con lo pseudonimo Carlo Collodi per non confondere l’attività di pubblicista e scrittore – che probabilmente riteneva più seria – con quella di autore di libri e racconti per l’infanzia. Scelse il nome del paese di origine della madre Angiolina e i nonni Orzali: Collodi. In questo piccolo paese aveva trascorso parte dell’infanzia ed era meta di svago delle vacanze estive con la fine dell’anno scolastico.
A raccogliere e conservare opere, scritti, video, materiali e le centinaia di edizioni italiane e straniere de Le Avventure di Pinocchio è la Biblioteca Collodiana.
L’attività di raccolta è iniziata nella seconda metà del Novecento, con l’istituzione della Fondazione Nazionale Carlo Collodi con decreto del Presidente della Repubblica. La raccolta di volumi e documenti si è arricchita con acquisizioni e con donazioni di libri e materiali da parte di editori e privati.
Visitare la Collodiana è un viaggio alla scoperta dell’autore, delle sue opere e del suo capolavoro e anche di storie e aneddoti poco noti ai più. Qui si trovano i vari numeri del Giornale per i bambini dove furono pubblicati gli episodi di Storia di un burattino. Sulle molteplici pause nella pubblicazione sul settimanale, è degna di nota quella legata primo al finale immaginato da Carlo Collodi. Un epilogo drammatico, l’impiccagione di Pinocchio per mano degli Assassini, ovvero del Gatto e della Volpe camuffati. Un finale che non piacque ai lettori, al quale seguirono lettere di protesta e appelli che convinsero lo scrittore a riprendere in mano la penna, salvare Pinocchio grazie all’intervento della Fata dai capelli turchini, fino alla nota conclusione del racconto, quando il burattino diventa un bambino.
Nella biblioteca è conservata anche una rarissima prima edizione de Le Avventure del 1883 che permette di individuare interessanti differenze rispetto ai capitoli pubblicati sul Giornale.
Ad esempio scompaiono tutti i raccordi che servivano al lettore del periodico per ricordare gli avvenimenti precedenti. In secondo luogo, mentre un anonimo illustratore disegnò qualche effige a margine dei testi usciti sul Giornale, la prima edizione del romanzo fu illustrata da Enrico Mazzanti. Fu lui a delineare i tipici tratti che il burattino ha sempre conservato. Tuttavia lasciando aperti ampi margini di espressione per i successivi artisti come Attilio Mussino, Leo Mattioli, Benito Jacovitti, Sigfrido Bartolini.
Anche l’analisi iconografica degli altri personaggi è interessante da analizzare. Prendiamo il Gatto e la Volpe. Nelle tavole di Mazzanti i due sono mammiferi quadrupedi come nella realtà. Scorrendo le immagini delle edizioni successive ad un certo punto si vedono i due manigoldi che prima assumono una postura eretta, tipica degli esseri umani, poi indossano abiti, casacche, cappelli o occhiali.
La Collodiana conserva anche numerose edizioni straniere: francesi, cinesi, tedesche, giapponesi, greche, spagnole, brasiliane, quelle in lingua araba o di paesi dell’Africa. Ci sono la prima edizione inglese del 1892 e quella statunitense del 1898.
Proprio la traduzione nella lingua inglese, che già stava soppiantando il francese e lingua madre della grande potenza coloniale d’oltremanica, ebbe un peso notevole nella diffusione mondiale di Pinocchio.
Altre edizioni di particolare interesse sono la versione rivista nel 1936 da Aleksej Tolstoj (un lontano parente di Lev) per la Russia sovietica dal titolo: La chiavina d’oro. Oppure quelle del Pinocchio di Disney. Caduti i diritti d’autore nel 1940 – anno del coinvolgimento dell’Italia nello sforzo bellico della Seconda Guerra Mondiale – Disney riprese la storia stravolgendola per ragioni cinematografiche. Ne uscì un racconto edulcorato, con una bionda pin-up come Fata, Pinocchio in versione tirolese, personaggi che diventano principali come il gatto Figaro mentre il Grillo Parlante gode per tutto il film di ottima salute. Non viene ucciso con una martellata da Pinocchio come nel racconto.
La Biblioteca Collodiana si trova a Collodi (Pescia) e la si può visitare su appuntamento (0572 429316). Attualmente occupa alcuni spazi di Villa Arcangeli, sede italiana della Fondazione Nazionale Carlo Collodi, in attesa di essere trasferita in un edificio già acquisito nel centro del paese dove potrà offrire una migliore fruizione.
testo Adele Tasselli
foto Archivio Fondazione Nazionale Carlo Collodi