Compie 60 anni il Parco di Collodi, dedicato a Pinocchio e al suo inventore, Carlo Lorenzini.
“Nessuno avrebbe potuto immaginare, nell’Italia di cinquant’anni fa, la possibilità e le prospettive dell’incontro tra Pinocchio e l’Arte; tra un libro per ragazzi, considerato allora espressione di un genere letterario utilitario, finalizzato all’educazione e improponibile come portatore di valori artistici in sé, e la pratica estetica in senso stretto. Nessuno, tranne il gruppo che Rolando Anzilotti raccolse intorno a sé per sviluppare e sostenere con loro l’idea di un monumento che celebrasse il libro e il personaggio più rappresentativo dell’immaginario infantile in tutto il mondo, nel piccolo paese toscano di Collodi, indissolubilmente legato alla biografia dello scrittore che del libro era stato autore”.
Con queste parole, nel 50° del Concorso Nazionale per il Monumento a Pinocchio (1953), Vincenzo Cappelletti, già Direttore Scientifico dell’istituto per l’Enciclopedia Italiana e all’epoca Presidente della Fondazione Nazionale Carlo Collodi, rievocava il momento in cui dalle macerie – metaforiche e letterali – della II Guerra Mondiale, era nato il Parco di Pinocchio a Collodi: un parco d’arte, d’architettura, d’ambiente e di gioco, che quest’anno festeggia il 60° compleanno.
Il Giardino di Villa Garzoni; scatto di Aldo Fallai per il progetto “Pinocchio esce dalla fiaba”.
Il comitato promotore originario, persone spinte da una generosa passione per la cultura, per la propria terra e per l’infanzia, ha dato origine non solo ad un luogo che attraverso il personaggio (Pinocchio) celebra lo scrittore (Carlo Lorenzini detto Collodi) a volte a rischio di scomparire dietro la propria creatura più celebre; ha anche gettato le basi per quella che oggi è un’organizzazione dalle attività di ampio orizzonte, tutte ispirate o dedicate all’infanzia, con programmi ambiziosi per il XXI secolo tanto quanto lo erano quelli dell’originario Comitato negli anni ‘50 del Novecento: la Fondazione Nazionale Carlo Collodi.
60 anni, circa 8 milioni di visitatori, il 25% dei quali da fuori d’Italia, da oltre 60 Paesi del mondo: questi alcuni numeri fondamentali del Parco di Pinocchio, dove sculture, mosaici ed architetture collocate nel verde di una macchia mediterranea raffinatamente ricreata ispirandosi alla campagna e alle boscaglie toscane rievocano la storia del burattino più amato. Tradotto oltre 350 volte, in 110 lingue accertate da oltre 90 Paesi.
Emilio Greco, Venturino Venturi, Renato Baldi, Leonello De Luigi, Giovanni Michelucci, Pietro Porcinai, Marco Zanuso i nomi di coloro a cui si devono i principali contributi artistici, architettonici, paesaggistici: l’arte e l’architettura del secondo Novecento italiano si incontrano in poco meno di 2 ettari di fondovalle, tra la Lucchesia e la Valdinievole, per alimentare l’immaginazione, la riflessione, il sogno, la memoria individuali e collettivi.
Il Parco di Pinocchio fu inaugurato il 14 maggio 1956: il primo parco a tema a sorgere in Italia e tra i primi in Europa. Il nastro fu tagliato dal Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi. Sessanta anni dopo, alcuni dei principali eventi celebrativi mettono l’accento sia sulla storia (come il convegno del 24 novembre a Firenze, nel 190° anniversario della nascita del Collodi, nel Gabinetto di Lettura Vieusseux cui anche il Collodi era iscritto) sia sulla contemporaneità: e sono collegati tutti alla figura di Carlo Collodi e al suo personaggio attraverso il territorio. In particolare Collodi, dove Carlo visse bambino, tornò più volte da adulto per visitare la famiglia materna e da cui trasse il proprio pseudonimo, rimane al centro di queste attività come fu sicuramente al centro dell’immaginario collodiano.
È da questo concetto che parte l’evento artistico di punta del 60°, un incontro apparentemente imprevedibile ma – come scopriremo nelle parole dell’autore – a lungo meditato: si tratta di “Pinocchio esce dalla fiaba”, un ciclo fotografico progettato da Luigi Salvioli (di Oltrelamoda Immagine e Comunicazione) e realizzato dal fotografo Aldo Fallai. In prima assoluta, una selezione di 30 immagini dalle 80 scelte dopo 1 settimana di shooting tra Collodi e la Svizzera Pesciatina (così è chiamata la parte montuosa a nord della cittadina di Pescia, di cui anche Collodi è frazione) si può ammirare nel Museo del Parco di Pinocchio dal 16 settembre 2016 al 1 maggio 2017; e si preannuncia nelle vie e nelle piazze di Collodi, con grandi manifesti che ne riproducono alcuni degli scatti, a segnare la fusione profonda ormai tra il personaggio e il territorio.
“Pinocchio esce dalla fiaba” è uno splendido regalo per un 60° compleanno, una festa per tutti coloro che ammirano questo libro. Una mostra coerente con il carattere e il valore artistico del Parco, che attraverso un personaggio amato e popolare e momenti di spensieratezza e gioco, chiede al visitatore di colmare con il proprio bagaglio interiore quello spazio che c’è tra ciò che conosce e ciò che è nuovo: la lettura della storia di Pinocchio restituita nel linguaggio di un artista.
Questo dialogo continuo del Parco con i suoi visitatori ne spiega la longevità, e ne indica la strada futura.
TESTO
Isabella Belcari
Fondazione Nazionale Carlo Collodi
FOTO
Aldo Fallai
Archivio Fondazione Nazionale Carlo Collodi