Il racconto, vissuto in prima persona, della mostra “Saluti a piccola velocità da Pistoia”.
Un enorme salto nel passato alla scoperta di una Pistoia che non c’è più, o di cui rimane poco più che qualche traccia sfuocata, che ha ormai lasciato spazio alla modernità che ci circonda. E proprio come cantava Adriano Celentano ne Il ragazzo della via Gluck, «là dove c’era l’erba ora c’è una città», “Pistoia com’era e come è diventata con l’avvento dei veicoli a motore” è la mostra che porta in scena una città lontana nel tempo, ma sempre affascinante.
Riproduzioni da immagini d’epoca originali di fotografie in bianco e nero, cartoline e manifesti – risalenti al periodo compreso tra la fine dell’ottocento e la metà del novecento – sono l’anima di una “Pistoia com’era”, raccolte grazie alla generosità di collezionisti pistoiesi. La mostra – allestita nell’atrio della Biblioteca San Giorgio – è visitabile fino al 31 gennaio 2016, ed è stata promossa e organizzata da Paolo Bresci.
Tre le sezioni in cui è divisa, e che mostrano il lento ma inarrestabile progredire della modernità in città, dopo l’avvento dei veicoli a motore. “Saluti a piccola velocità da Pistoia” si legge su una cartolina dell’epoca, dove un gruppo di cinque giovani si sposta a bordo di un calesse, trainato da un cavallo. Carrozze – all’ingresso della mostra è anche possibile ammirare un “landò” di fine ‘800 fabbricato dalla ditta “Enrico Trinci e figli” – barrocci, cavalli, muli e buoi, e poi l’arrivo delle prime auto, dei cartelli stradali, della velocità e della frenesia che ne sono derivate. Un bisogno di modernità che spesso si scontrava con una realtà ancora legata al passato e ai suoi ritmi più blandi. Fino alla scoperta di uno spazio urbano – alla metà del ‘900 – ormai simbolo del futuro, in cui auto, cartelli stradali e manifesti pubblicitari riempiono ogni spazio della città.
Un passato, nemmeno così troppo lontano, che è possibile ammirare grazie a decine di fotogrammi che hanno immortalato stili di vita diversi dai nostri, in una città che si apprestava a lanciarsi a velocità nel futuro. Una bella occasione per vedere una Pistoia com’era, e che molti di noi non hanno mai conosciuto.
Valentina Vettori
Mi chiamo Valentina Vettori e sono nata a Pistoia il 18 marzo 1990. Dopo essermi diplomata al liceo scientifico, ho conseguito la laurea triennale in Scienze della comunicazione all’Università di Firenze per poi trasferirmi a Genova. Città in cui ho vissuto due anni e mezzo e dove mi sono laureata in Informazione ed editoria, dopo aver frequentato il corso di Giornalismo culturale. Nella città ligure ho mosso i miei primi passi nel mondo del lavoro scrivendo per l’Agenzia regionale per la promozione turistica. Nel 2015 sono tornata a Pistoia e ho cominciato a collaborare con il quotidiano Il Tirreno. Amo i viaggi, i cani, la filosofia, i tramonti al mare e la cucina toscana, ma non chiedetemi di cucinare, non ne sono capace.