Professor Antonio Paolucci nella sala di lettura della sua splendida casa fiorentina
Appena varcata la soglia della casa fiorentina del Professor Antonio Paolucci si percepisce immediatamente di entrare in una sorta di “sancta sanctorum” di arte e cultura. Ci accomodiamo nella sala di lettura, dove una libreria immensa e colma di volumi di ogni tipo rappresenta lo sfondo ideale per la realizzazione di un’intervista e di un video sul nuovo libro della collana “Avvicinatevi alla bellezza” dal titolo “L’altare argenteo di San Iacopo”, frutto dall’incontro tra la particolare tecnica fotografica di Nicolò Begliomini e l’inconfondibile penna di Lucia Gai. Il volume è stato presentato sabato 1° dicembre alle ore 16.00 nella Cattedrale di San Zeno a Pistoia con una Lectio Magistralis proprio del Professor Paolucci, già Ministro dei Beni Culturali, soprintendente per il Polo Museale Fiorentino e direttore dei Musei Vaticani.
Professore prima di tutto la ringraziamo per la sua disponibilità sia per l’intervista che per la presentazione del primo dicembre e poi le chiediamo subito cosa ne pensa di questo volume di prossima uscita.
L’Altare argenteo di San Iacopo, con testi curati dalla mia amica e collega Lucia Gai e foto di Nicolò Begliomini, è davvero un volume molto atteso che mancava nella bibliografia storico – artistica italiana. Ho visto in anteprima le bozze di questo meraviglioso libro, che affronta l’Altare argenteo da più punti di vista, quello storico, archivistico, artistico e degli stili e che è accompagnato da una campagna fotografica eccezionale, tanto da avvicinarsi in maniera incredibile al vero. Lucia Gai individua gli autori, li seleziona nella loro specificità artistica e nella loro evidenza stilistica. Grazie a questo libro sarà possibile approfondire la conoscenza con quel mastodonte d’argento situato all’interno della Cattedrale di San Zeno a Pistoia – che custodisce la preziosa reliquia della testa di San Giacomo Apostolo – a cui hanno lavorato 5 generazioni di orafi, dal ‘300 a Brunelleschi, ed importantissimo nel Cammino dei pellegrini verso Santiago di Compostela. Proprio da qui infatti iniziava il lungo viaggio dei pellegrini verso la tomba dell’apostolo, situata nella città galiziana, “cammino” che ho avuto la possibilità in passato di percorrere, attraverso la Francia, l’Aquitania, le alte terre di Spagna e poi la Galizia e che vi assicuro regala ai pellegrini, alla vista del Santuario e dopo il lungo viaggio, un vero e proprio tuffo al cuore.
Questo nuovo libro, il terzo della collana “Avvicinatevi alla Bellezza”, arriva ad un anno esatto dall’uscita del volume “Pistoia Città dei pulpiti”.
Ho avuto il piacere di ricevere in dono questo volume e devo dire che mi è piaciuto molto soprattutto per il particolare stile fotografico volto ad esaltare i particolari di queste opere presenti nelle chiese pistoiesi. Tra tutti sono particolarmente affascinato da quello di Giovanni Pisano presente nella Chiesa di Sant’Andrea e che racconta gli episodi salienti della vita di Cristo con uno stile, aristocratico e popolare allo stesso tempo, capace di un’empatia e di una condivisione nelle scene rappresentate che veramente tocca il cuore. E tutto questo, lo ripeto è ben evidenziato nel libro dalle meravigliose fotografie che lo illustrano.
Dopo Pistoia Capitale della Cultura 2017, la nostra città è uscita prepotentemente alla ribalta. Cosa ne pensa e che giudizio ha di Pistoia?
In tutta la mia carriera, ho sempre trovato assolutamente singolare che Pistoia, con tutti i suoi grandi tesori e la sua importante storia, sia stata sempre nel cono d’ombra di città come Firenze e Siena, che come luci troppo intense l’hanno resa spesso quasi “invisibile”. Pistoia invece è un concentrato di straordinari capolavori e un crocevia di esperienze artistiche straordinarie. Pensiamo ai suoi pulpiti, al già citato Altare argenteo, al suo battistero, al Palazzo di Giano ed al museo che custodisce e soprattutto al Campanile del Duomo, che con la Torre di Pisa e il Campanile di Giotto rappresenta una delle tre meridiane della nostra Toscana. Recentemente poi, è stata restituita alla Chiesa di San Giovanni Fuorcivitas “La Visitazione” di Luca della Robbia, l’eccezionale opera in terracotta invetriata che mostra l’incontro e l’abbraccio tra Maria e sua cugina Elisabetta, vero e proprio capolavoro del rinascimento italiano. E che dire poi del Fregio Robbiano dell’ospedale del Ceppo, unico perché creato per raccontare le opere di misericordia e non per ostentare grandezza, e che rappresenta un omaggio alla fraternità tipica di questa terra. E questi sono solo alcuni tesori di una città che è diventata oggi un luogo imperdibile per chi ama la storia, la cultura e le opere d’arte. L’unicità e la specificità di Pistoia è percepibile infine anche dal fatto che il centro storico non è stato assolutamente toccato dall’avanzare della periferia, grazie soprattutto ai pistoiesi, che nel tempo invece di coltivare i propri spazi con il cemento hanno scelto il verde di olivi, viti, rose e piante varie, mettendo la propria città al centro di una cintura verde ai piedi dell’Appennino.
Testo Lorenzo Baldi
Foto Nicolò Begliomini