L’iniziativa è stata lanciata dai dipendenti ucraini dell’azienda vivaistica, i quali hanno chiesto ai titolari di appoggiare la loro idea di aiutare in maniera concreta i propri connazionali. Inizialmente il progetto era quello di inviare un tir proveniente dall’Ucraina e precedentemente carico di piante, riempiendolo di vestiario, cibo non deperibile, medicinali e materiale per medicazioni. Tuttavia, in seguito alla pubblicazione sui canali social aziendali dell’appello per la raccolta umanitaria, i pistoiesi – e non solo – si sono subito attivati in favore di tutti coloro che sono stati colpiti dagli eventi bellici, riuscendo a riempire completamente ben dodici mezzi pesanti. Questi ultimi, partiti dalla sede della Giorgio Tesi Group di Badia a Pacciana, dopo aver raggiunto il confine ucraino, sono stati indirizzati dal governo di Kiev verso gli hub logistici appositamente disposti dalle autorità locali per accogliere e coordinare tutto il materiale giunto a destinazione.
Pistoia ha risposto in maniera straordinaria all’iniziativa voluta dai dipendenti ucraini della Giorgio Tesi Group e supportata in pieno dall’azienda vivaistica pistoiese e dalla Fondazione Giorgio Tesi Onlus
SUCCESSIVAMENTE, PER RISPONDERE ALLA RICHIESTA specifica di cibo non deperibile, medicinali e materiale medico giunta dall’Ucraina, attraverso l’Ambasciata in Italia, gli organizzatori della raccolta hanno deciso di lanciare un’altra richiesta volta al reperimento esclusivo di tali beni. A metà marzo la solidarietà delle persone ha nuovamente permesso di inviare alla popolazione ucraina alcuni tir messi a disposizione dall’azienda vivaistica pistoiese e carichi dei suddetti prodotti.
Un capannone e l’antistante piazzale di carico/scarico sono stati letteralmente sommersi da aiuti di ogni genere arrivati sia da Pistoia che dalle zone limitrofe
UN AIUTO DI NOTEVOLE IMPORTANZA A QUESTA INIZIATIVA solidale è stato offerto non solo da singoli cittadini ma anche da società sportive, enti, associazioni e istituti scolastici pistoiesi. Tra questi ultimi, esempi di spicco sono rappresentati dal Liceo Scientifico Amedeo di Savoia, dal Liceo Niccolò Forteguerri e dall’Istituto Suore Mantellate.
I RAGAZZI DELLE MANTELLATE, GUIDATI DAGLI INSEGNANTI, hanno unito alla raccolta di beni di prima necessità da inviare in Ucraina alcuni messaggi di speranza indirizzati ai propri coetanei. Irene Burgio, la coordinatrice del Nido d’Infanzia, della Scuola d’Infanzia e della Scuola Primaria, ha dichiarato che i bambini più piccoli sono stati delicatamente condotti ad affrontare la drammatica situazione che la popolazione ucraina sta vivendo e sono stati incoraggiati a porre domande e a confrontarsi tra loro parlando delle informazioni che avevano già ricevuto. In generale, i vari gruppi – in particolar modo quelli della Scuola Primaria – si sono mostrati molto sensibili e disposti a fare qualcosa per portare un piccolo aiuto al di là dei confini ucraini. I bimbi sono stati dunque invitati ad accompagnare i genitori a fare la spesa e a scegliere loro stessi qualcosa da inviare nelle zone coinvolte dalla guerra e ad inserire negli scatoloni di cibo e di farmaci alcuni disegni realizzati da loro stessi con molta cura.
Alcune fasi del carico di due Tir presso la sede della Giorgio Tesi Group
RITA PIERI, PRESIDE DELLA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO E DI SECONDO GRADO, ha affermato che per i ragazzi più grandi sono stati organizzati dei momenti di riflessione in Aula Magna coordinati dagli insegnanti di storia e filosofia all’interno dei quali tutti potevano prendere la parola ed esprimersi riguardo alle tragiche circostanze che l’Ucraina sta attraversando. La dirigente scolastica si è soffermata, in particolare, su una lettera molto commovente scritta da una bambina di seconda media in cui la guerra scrive alla pace supplicandola di mandarla in pensione: «Sono la Guerra, quell’arma potentissima che ti ha disturbato molte volte nel corso della storia e che ancora oggi è obbligata a ripresentarsi […]. Voglio andare in pensione e non dover più essere chiamata in continuazione da paesi in tutto il mondo perché nessuno degli abitanti mi vorrà bene e rischierei di sterminare intere popolazioni solo passando».