L’esempio di Pistoia. Nel momento in cui le città divorano territorio, le zone industriali costituiscono l’unico collante delle periferie e gli agglomerati urbani divengono sterminati, e pertanto indistinti, Pistoia dimostra come – anche all’interno di un’area metropolitana ampia e fortemente antropizzata come quella che la colloca vicino a Prato e Firenze – una città possa mantenere integra la sua fisionomia, ben salde le proprie radici, intatta la qualità del vivere urbano.
Più verde significa infatti più vita, intesa non solo in termini ambientali ma come dimensione comunitaria del rapporto con la natura e con la terra, che in Toscana si sposa necessariamente con un paesaggio unico al mondo, da preservare e valorizzare.
Ma il rapporto tra il verde e la città deve tornare anche ad interessare la parte urbanizzata, in cui i vivaisti – insieme ad architetti, ingegneri, agronomi – possano re-inventare non soltanto spazi urbani da oltrepassare (le rotonde, i marciapiedi) ma soprattutto progettare ex novo grandi contenitori pubblici oggi vuoti o sottoutilizzati, i parchi e i giardini, restituendo occasioni di socializzazione e di incontro ai pistoiesi ed ai turisti. Un ruolo attivo quindi, e non soltanto decorativo, deve essere svolto dal “verde”; un impulso continuo a vivere Pistoia (come ogni città) e gli spazi pubblici che essa contiene, restituiti a nuova vita da mani esperte e da idee innovative e di qualità.
Pistoia in questo può e deve rappresentare un modello, parzialmente ancora in fieri, che dia occasione al vivaismo di giocare al rialzo la sfida con la modernità, intesa come concentrazione di uomini e strumenti in spazi sempre minori; dimostrando come il verde possa e debba essere inteso come sinonimo di qualità della vita, che crea lavoro e buon lavoro, che distribuisce ricchezza, ma anche capace di caratterizzare l’ambiente urbano, bello da vedere ma soprattutto da godere.
In tal senso il Regolamento Urbanistico ed il nuovo Regolamento Edilizio recentemente approvati, frutto di un lavoro intenso della commissione che ho l’onore di presiedere, danno alcuni spunti interessanti, che abbiamo cercato di mediare con il difficile momento economico che l’economia europea sta attraversando; possibilità di affidare ai privati il recupero e la cura di grandi spazi pubblici, necessità di realizzare gli annessi agricoli con specifiche tipologie di costruzione, obbligo di piantumazione nel rifacimento di strade e parcheggi, obbligo per le aziende di grandi dimensioni di realizzare pareti verdi a corredo degli annessi, un più stretto rapporto delle dinamiche urbanistiche con il Distretto Vivaistico. Tutto ciò con la speranza di contribuire a fare di Pistoia un modello positivo ed esportabile nel mondo di un corretto e proficuo rapporto tra verde e città.
Alessandro Capecchi
Presidente della Commissione Urbanistica e Lavori Pubblici del Comune di Pistoia