Prima di tutto, complimenti per la sua elezione e buon lavoro!
Lei è attualmente il più giovane presidente fra tutte le Fondazioni di origine bancaria in Italia…
Innanzitutto, grazie per l’augurio e, per quanto riguarda il primato anagrafico, devo dire che probabilmente solo in Italia fa notizia una presidenza affidata a un quarantenne. In ogni caso, al di là del dato personale, dedicherò particolare attenzione al ricambio generazionale, insieme ai temi della parità di genere e, per quel che riguarda il territorio pistoiese, di un’adeguata rappresentanza delle diverse aree. Servirà l’impegno di un grande numero di soggetti, dalle associazioni agli enti locali, dai cittadini alle imprese, per realizzare progetti innovativi e che abbiano un forte impatto sulla comunità.
Come intende svolgere questo ruolo anche alla luce della sua formazione specifica per quanto riguarda il Terzo Settore?
I miei interessi di ricerca accademici sono principalmente legati alla disciplina giuridica di questo settore e anche sul
piano culturale lo considero il mio mondo di provenienza.
Un Terzo Settore forte è una risorsa molto importante perché la comunità possa essere coesa, economicamente, socialmente e culturalmente sviluppata. Per questo, la Fondazione continuerà a sostenere in modo particolare il settore. Inoltre, consolidarne conoscenze e competenze attraverso formazione, consulenze qualificate e innovazione potrà assicurare che le risorse destinate abbiano ricadute efficaci sulla qualità della vita delle persone.
Quali sono i suoi obiettivi di mandato?
Oggi le fondazioni non operano più come enti tendenzialmente erogativi, ma agiscono da veri e propri attori delle libertà sociali, agevolando, promuovendo e favorendo il cambiamento in ambiti cruciali per la comunità.
Il nostro obiettivo, dunque, è impegnarci per una solidarietà moderna, che non sia una mera forma di beneficenza, ma risponda a una visione di comunità più equa, tenendo insieme prospettive culturali, sociali, politiche ed economiche. Questo, tra l’altro, significa rinunciare a interventi di piccolo cabotaggio o con orizzonti limitati, evitando allo stesso tempo la tentazione di sperimentazioni che non riescano poi a strutturarsi in interventi stabili.
Una sfida decisiva ci sembra quella di riuscire a mettere insieme soggetti di natura diversa ma legati da obiettivi comuni e farli lavorare in un’unica direzione. Secondo lei sarà possibile vincerla sul nostro territorio?
Ovviamente, per raggiungere risultati importanti è necessario aggregare risorse e soggetti, sia pubblici che privati, dal Terzo Settore al mondo delle imprese in modo da agevolare e sostenere cambiamenti che, pur radicati nel contesto locale, siano allo stesso tempo connessi alle grandi evoluzioni globali. Si tratta di mettere in atto quella “sussidiarietà
in azione” che, a esempio, stiamo sperimentando con la Fondazione delle comunità pistoiesi, con il progetto del Masterplan della Valdinievole e, soprattutto, con il percorso per insediare a Pistoia un nuovo polo di formazione, ricerca e trasferimento tecnologico dell’Università di Firenze.
Pistoia è ormai l’indiscussa capitale europea del verde e del vivaismo di piante ornamentali.
Quali potrebbero essere le azioni per cercare di rafforzare l’identità della nostra città in un panorama nazionale e internazionale in continuo sviluppo?
La Fondazione può stimolare soggetti a investire in chiave innovativa sui punti di forza più qualificanti del nostro territorio.
Questo potrà contribuire a uno sviluppo economico stabile e basato sulle vocazioni produttive.
In quest’ottica, il vivaismo è uno degli asset fondamentali al quale, tra l’altro, è rivolto l’impegno di GEA, nostro ente strumentale, che ha per missione innovare il sistema agricolo, valorizzare il territorio, diffondere una cultura green e favorire la nascita e la crescita di imprese sostenibili.
Nel suo programma è sottolineata l’attenzione per le cosiddette aree interne, a iniziare dalla montagna. Pensa che lo sviluppo passi anche da questi territori?
Sicuramente bisogna tenere conto delle specificità e della complessità della provincia di Pistoia, dove ci sono aree con caratteristiche differenti: oltre alla città, la Piana, legata all’area metropolitana pratese e fiorentina; la Valdinievole, che guarda anche a Lucca e Pisa e la montagna, dove si assiste a un forte spopolamento e alla perdita di servizi e attività imprenditoriali.
Tenere conto di queste specificità è importante e, per questo, punteremo su progetti che valorizzano le risorse locali per migliorare qualità della vita, turismo, imprenditoria e sviluppo green.